Reggio Calabria, scleromousse: potente arma contro l’insufficienza venosa

Il dottore Emanuele Nazario Scarlata: "con la scleroterapia, oggi, i risultati sono molto soddisfacenti"

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Spesso si parla di malasanità e poche volte invece, si fa conoscere quella parte di buona sanità che ogni giorno, si batte e si impegna per migliorare la vita di tantissimi ammalati. Reggio Calabria ha molti “figli” professionisti che non amano stare sotto i riflettori ma non con poche difficoltà, riescono ugualmente a mostrare il volto buono di questa terra.

Il dottore Emanuele Nazario Scarlata è uno di questi, già specialista nell’ambulatorio di angiologia dell’ospedale Morelli, con tanta professionalità e umanità, effettua una tecnica già consolidata per il trattamento delle varici degli arti inferiori, la scleroterapia e i risultati ad oggi registrarti, sono molto soddisfacenti.

Cos’è la scleroterapia?

“La scleroterapia è una metodica medica che non richiede ricovero ospedaliero ed è eseguibile in sicurezza in regime ambulatoriale. Dopo aver fatto un’accurata mappatura emodinamica delle varici tramite ecodoppler (le varici sono l’ipertensione delle vene) ed una idonea asepsi, si inietta l’agente sclerosante che formerà uno “sclerotrombo”. La scleromousse, metodica introdotta nel 2002 dal professore Tessari, è una variante della scleroterapia e con la produzione di una schiuma (mousse) si curano le vene varicose ottenendo un effetto funzionale più efficace con un’incidenza collaterale minore. In genere, i capillari sono prevalentemente un problema estetico e non provocano una sintomatologia dolorosa. Quando abbiamo invece delle varici, disturbi quali gonfiore, parestesie, crampi notturni, ulcere venose, sono parti integrati dell’insufficenza venosa cronica, pertanto, il trattamento sclerosante mira prima di tutto al miglioramento della sintomatologia, prima che ad un ripristino estetico delle gambe”.

E’ dolorosa la scleroterapia?

“No, il trattamento consiste in piccole iniezioni all’interno dei capillari o delle vene fatte con un ago sottilissimo. L’inoculazione del farmaco spesso è effettuata sotto guida ecografica ed è interrotta all’incirca quando tutto il vaso da trattare è stato riempito dalla schiuma. Può capitare, che il trattamento vada ripetuto diverse volte fino a completa scomparsa del capillare o della vena. Nell’ 80% dei casi, la risoluzione è definitiva, può succedere però che la vena trattata ripresenti la stessa sintomatologia. In questo caso, si procede riutilizzando la stessa tecnica, considerata la meno invasiva. Subito dopo l’iniezione, il paziente dovrà indossare una calza elastica che va mantenuta per 60 giorni”.

Ci sono rischi?

“In generale non si rileva alcun rischio, tranne rari casi di allergia e scarsa collaborazione da parte del paziente”. 

I pazienti evitano così l’intervento chirurgico?

“Spesso si evita l’intervento chirurgico e, nella maggior parte dei casi, con un paio di sedute, si può risolvere il problema”.

Sono più donne o uomini a sottoporsi alla scleromousse? E soprattutto, chi può farla?

“Le donne sono senza dubbio le più colpite. Esiste poi, una familiarità che può insorgere con maggiore frequenza tra i soggetti che svolgono un’attività lavorativa che li costringe a stare per molte ore in posizione eretta senza l’ausilio di calze elastiche. Comunque, io faccio una scleroterapia medica non estetica, vado a curare l’aspetto emodinamico del ritorno venoso. Per esempio, ho avuto delle ulcere venose che non tendevano a guarire e con la scleroterapia si sono chiuse in tempi ragionevoli. La scleromousse la possono fare tutti tranne in linea di massima chi è allergopatico al farmaco, le donne in gravidanza e le persone con grave insufficienza respiratoria”.

Ad oggi, i risultati ottenuti sui pazienti sono buoni?

 “La percentuale di riuscita è più che buona e sono molto soddisfatto. E’ ovvio, che bisogna monitorare nel tempo i pazienti che hanno avuto questo tipo di problema.  Parliamo di una patologia molto frequente che interessa tantissimi soggetti, donne e uomini, giovani e meno giovani”.

Si dice che dietro un successo ci sia sempre una buona squadra.

“Concordo. Pertanto, ringrazio per il quotidiano aiuto il giovane Emanuele Giacobbe Fiorenza e la mia caparbietà che mi ha permesso di iniziare questa tecnica prima al GOM e dare ai pazienti la possibilità di dire addio a capillari e vene varicose”.

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