Sciopero della fame per l’attivista Maysoon Majidi, Corbelli: “immediata scarcerazione”

Corbelli di Diritti Civili: "non ci sono motivi validi e ragioni cautelari che possano giustificare la permanenza in prigione"

StrettoWeb

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, da oltre 30 anni impegnato sul tema dei diritti umani, esprime “solidarietà e chiede la immediata scarcerazione, con la concessione dei domiciliari, dell’attivista curda iraniana per i diritti delle donne, Maysoon Majidi, 28 anni,  che ha iniziato oggi lo sciopero della fame, nel carcere di Castrovillari, dove è detenuta da 5 mesi perché accusata, dalla Procura della Repubblica di Crotone, di essere una scafista”.

Corbelli chiede che, “in attesa che si faccia chiarezza su questa vicenda, venga consentito a questa giovane donna, fuggita dal suo Paese perché perseguitata dal regime ultraconservatore degli ayatollah, di uscire immediatamente dalla casa circondariale della città del Pollino. Non ci sono motivi validi e ragioni cautelari che possano giustificare la permanenza in prigione della giovane attrice e regista curda iraniana che continua a con forza e disperazione a dichiarare la propria innocenza rispetto alle accuse che gli vengono formulate”.

“La vicenda è grave e inquietante perché questa donna continua ad essere detenuta nonostante chi l’ha indicata (due testimoni, un iraniano e un iracheno, che erano a bordo dell’imbarcazione, con altri 77 migranti, approdata a Crotone il 31 dicembre 2023) di essere ‘aiutante del capitano’, perché avrebbe portato dell’acqua ai migranti, abbia poi chiarito di non averla mai accusata e che le loro parole sono state tradotte male”.

“Testimoni che non sono poi mai più stati sentiti perché dichiarati irreperibili dalla giustizia italiana a differenza invece degli inviati di un popolare programma televisivo nazionale (Le Iene) che li hanno, con facilità, rintracciati all’estero, esattamente in Germania e Inghilterra, raccogliendo la loro conferma di non aver mai accusato Maysoon”.

“Alla donna curda, che in carcere ha perso 14 chili, sono stati negati anche i domiciliari. Se queste sono le testimonianze e le circostanze oggettive come si può continuare a tenere reclusa questa donna che oltre a gridare la propria innocenza chiede anche di essere giudicata dal Tribunale del Riesame di Catanzaro? Nel rispetto dello Stato di Diritto e del principio di presunzione di innocenza questa giovane attivista iraniana deve essere immediatamente scarcerata”.

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