Reggio Calabria, Siviglia: “educhiamo i ragazzi al valore della scelta”

Assegnate le borse di studio intitolate alle vittime innocenti delle mafie del Progetto “Biesse  Giustizia e Umanità Liberi di Scegliere”

Bruna Siviglia - Biesse
StrettoWeb

Educhiamo i ragazzi al valore della scelta”. Così la presidente nazionale della Biesse Bruna Siviglia in un gremito auditorium  “Fava e Garofalo”  della Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria, ha aperto questa mattina,  la cerimonia di consegna delle borse di studio intitolate alle vittime innocenti delle mafie consegnando anche gli attestati di partecipazione a tutte scuole che hanno aderito al progetto “Biesse Giustizia e Umanità Liberi di Scegliere” divenuto Legge Regionale il 28 giugno 2023.

Un percorso educativo, vincente considerato “un faro culturale per l’educazione alla legalità  e nel contrasto alle mafie”.

“Abbiamo creato un ponte lungo tra Nord e Sud e oggi, ci sono scuole di tutta Italia che hanno partecipato al nostro progetto – afferma la Siviglia -. Sono pervenuti centinaia di lavori per il concorso nazionale ed è stato difficile scegliere gli elaborati ai quali assegniamo una borsa di studio. Ma come dico sempre, i vincitori sono tutti perché hanno lavorato con impegno, entusiasmo e passione. Giustizia e Umanità Liberi di Scegliere è entrato nel cuore di tantissimi giovani e ha toccato le corde  dell’anima dei docenti, dei ragazzi, dei loro familiari perché è un percorso culturale educativo che mira alla prevenzione”.

Pienamente concorde il giudice Roberto Di Bella che ribadisce come “la  Calabria ce la può fare e la presenza massiccia di giovani provenienti da tutta la Regione, dimostra che con il progetto Liberi di Scegliere, siamo riusciti a sdoganare il tabù ‘ndrangheta in tante scuole calabresi”.

“Fino a 10 anni fa, in Calabria non si parlava di ‘ndrangheta e gli insegnanti avevano timore di affrontare questo tema per non urtare la suscettibilità dei ragazzi – aggiunge il giudice Di Bella -. Oggi, grazie al progetto Biesse, l’aspetto culturale è importante tanto quanto l’attività giudiziaria anzi, forse ancora di più, e con l’informazione e la sensibilizzazione stiamo raggiungendo gli animi dei ragazzi di tutte le scuole calabresi e non solo. La conoscenza serve per contrastare il fenomeno mafioso. La Calabria è altro che malavita, purtroppo, ci sono sparute persone che stanno disperando la reputazione, l’economia, l’ordine pubblico ma, la Calabria, ce la può fare. La presenza dei ragazzi oggi qui, lo dimostra. Dobbiamo agire sul versante culturale per prosciugare chi alimenta il mito mafioso – conclude il giudice -. Stiamo cercando con il progetto Liberi di Scegliere nelle scuole, con il mio libro, di mistificare quello che è il modello mafioso perché questo tipo di vita provoca soltanto carcerazione, morte e una condizione di sofferenza”.

E un bell’esempio di coraggio e perseveranza che spicca tra i ragazzi, è Vincenzo, fratello di Maria Chindamo, e proprio ai tantissimi studenti impone il suo “credo nella giustizia e, nonostante la fatica di 8 anni per essere arrivato solo all’inizio di un processo, credo nella verità e nella libertà, valori che devono essere spiegati ai giovani che devono farli propri perché la ‘ndrangheta glieli toglie”.

“La cultura di ‘ndrangheta racconta una grande bugia, un bluf, invece oggi, portando avanti il concetto di libertà e verità c’è la possibilità che i ragazzi possano aumentare la loro consapevolezza che dalla ‘ndrangheta bisogna stare fuori – conclude Vincenzo -. Oggi, Maria sarebbe contenta perché mia sorella quando pensava alla sua libertà, le si riaccendeva il cuore. Maria è morta perché accusata dalla ‘ndrangheta di libertà ma, questa non è morta con lei, cammina. Ancora oggi, viene interpretata da una popolazione che ha prestato la sua opera, la sua vita, la sua voce ai valori della libertà che Maria ha sempre portato con sé”.

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