Spunta il terzo Scudo dei Bronzi di Riace?

Le dichiarazioni del prof. Riccardo Partinico su testimone di Riace che avrebbe saputo di uno scudo, forse dei Bronzi, ritrovato sulla spiaggia

StrettoWeb

Dopo il silenzio, durato oltre cinquant’anni, Riace si “risveglia” ed un testimone dichiara di aver saputo di uno scudo ritrovato sulla spiaggia. Il primo scudo scomparve assieme alla statua descritta da Mariottini “coricata su di un fianco con una gamba ripiegata e presenta sul braccio sinistro uno scudo”. (documento pubblicato dal Prof. Giuseppe Braghò)“. E’ quanto dichiara il prof. Riccardo Partinico, uno dei massimi esperti di studi anatomici e di preparazione fisica in ambito sportivo e posturale. Partinico si dedica da tempo allo studio dei corpi dei Bronzi di Riace, avanzandosi anche ipotesi sulla loro provenienza (“La vera provenienza dei Bronzi di Riace”: il Prof. Partinico replica al Tg1, “sono fake”).

Il secondo scudo lo vide la signora Anna Diano sulla spiaggia di Riace a circa 800 metri dal luogo di ritrovamento dei Bronzi mentre veniva recuperato dal fondale da due sub – prosegue il prof. Partinico –. La sig.ra Diano fu escussa dall’allora capitano dei carabinieri Raffaele Giovinazzo, informato dal Prof. Giuseppe Braghò, nell’ambito di un procedimento penale senza esiti giudiziari.

La storia del terzo scudo la racconta un anziano cittadino riacese, classe 1938, dopo cinquant’anni dai fatti. C.T. riferisce di aver appreso del ritrovamento dello scudo da uno dei protagonisti, un trattorista originario di Placanica (RC). Era l’inverno 1972/73 e C.T., da Riace, all’epoca dei fatti piastrellista, si recava in un salone da barba di Gioiosa Marina (RC)ed incontrava un suo amico di Placanica (RC), autista di trattori agricoli, che gli svelava un episodio accaduto poco tempo prima sulla spiaggia di Riace (RC).

Il trattorista raccontava che non potendo transitare con l’automezzo sulla statale 106 era sceso in spiaggia per raggiungere il luogo di lavoro e, giunto nei pressi del km 131, si accorgeva di aver calpestato una lamiera arrugginita di forma circolare che si era incastrata nei cingoli del trattore, sceso dall’automezzo, staccava la lamiera arrugginita e la lasciava nei pressi di una villetta a due passi dal mare e, per correttezza, informava il proprietario della villetta.

Dopo qualche giorno, il proprietario ed un suo amico (con qualche problemuccio con la giustizia) osservando la lamiera di forma circolare e concava la riconobbero per uno scudo, probabilmente appartenente ad una delle statue ritrovate nell’estate precedente. I due riacesi, invece di informare le autorità, se ne appropriarono trasportando lo scudo a Gioiosa Superiore (RC) per affidarlo ad alcune persone che si occupavano di traffici di reperti archeologici.

C.T., classe 1938, che fu anche testimone a Roma del già noto contenzioso tra Mariottini ed i quattro ragazzi, lo scorso 25 aprile alle ore 17:00 nel giardino della sua casa sita a Riace sulla statale 106 ha riferito di essere lo zio di “Cosimino” e di un “politico locale”, aggiungendo che tale notizia è risaputa da molti anni dalla maggior parte dei cittadini riacesi, che conoscono anche nomi e cognomi dei protagonisti e che, probabilmente, lo scudo fu venduto in Germania.

Chissà se di questo racconto ne sono a conoscenza anche Mimmo Lucano e Antonio Trifoli, sindaci di Riace che si sono succeduti in questi ultimi anni? Se sono a conoscenza dei fatti sarebbe una cosa grave non informare le autorità preposte alla tutela del patrimonio artistico”, conclude Riccardo Partinico.

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