Vannacci, il mondo al contrario e il coraggio che vince (di Enzo Siviero)

Una lettura “coraggiosa” la mia, volta a esplorare a tutto campo il “soggetto”

StrettoWeb

di Enzo Siviero – Nella mia innata e onnivora curiosità, ho resistito a leggere il primo (e tanto inopinatamente vituperato ) libro di Vannacci. Il mondo al Contrario. Non volevo farmi influenzare da un “tifo” a mio avviso improvvido . Ma nello stesso tempo denigratori e inneggiatori mi erano sembrati un po’ troppo fuori delle righe. Ma, ammetto, questa lettura mi attraeva non poco! Restando in attesa ecco uscire “Il Coraggio Vince”. Mi sono affrettato a leggerlo con uno strano desiderio. Conoscere l’uomo Vannacci. La sua storia. Le sue esperienze. Le sue gesta. Insomma chi è Vannacci? Cosa rappresenta? Cosa ci si aspetta da Lui?

Una lettura “coraggiosa” la mia, volta a esplorare a tutto campo il “soggetto”. Un po’ Sandokan un po’ capitano Nemo un po’ James Bond, forse più Indiana Jones , ma in fondo, credo, il più volte richiamato Goethe con il suo Viaggio in Italia . Un redivivo uomo del Gran Tour. Vessillifero di quella italianità vera che orgogliosamente porta dentro di sé chiunque abbia viaggiato . Cittadino del mondo è storicamente l’italiano “costruttore di ponti” . Ponti di cultura. Ponti tra arte e scienza. Ponti di vita . Ponti tra persone. Ponti tra popoli. Ponti tra storia e cronaca.

Laddove i confini non sono mai fissi e immutabili, ma mobili e modificabili. Permeabili solo che lo si voglia. La vita come metodo di un vivere agonisticamente in perenne movimento volto ad superare i propri limiti . Come amo spesso ripetere : avere il coraggio di osare per andare oltre l’oltre. Rendere possibile l’impossibile. Essere di esempio per gli altri e lasciare un segno indelebile a futura memoria richiamando il titolo di un bellissimo libro di Messner UN MODO DI VIVERE IN UN MONDO DA VIVERE.

Bando alle polemiche e alle strumentalizzazioni più volte alla superficie dell’apparire che alla profondità nella sostanza dell’essere. Guardiamo al passato per interpretare al meglio un futuro , certamente non roseo ma ancora tutto da scoprire e ridisegnare.

E per concludere ora mi accingo a una lettura “al contrario” , ovvero leggere il primo libro di Vannacci, che tanto successo ha riscontrato. Ciò nella certezza che ne comprenderò meglio e in profondità i risvolti più criticati da chi talvolta nemmeno ha letto li libro stesso esprimendosi sulla base dei media più o meno volutamente interessati . Del resto si sa bene che andare direttamente alle fonti è faticoso e non è da tutti. Ma se si vuol bere acqua fresca non vi è altro modo che abbeverarsi là dove sorge l’acqua pura. In fondo c’è tanto bisogno di disintossicarci dal nulla nel quale siamo immersi senza senza avvertirne i limiti del vivere sani di mente e di corpo.

Roberto Vannacci “Il mondo al contrario”

Eccomi dunque , dopo il secondo libro di Vannacci già da me commentato, a commentare il primo dopo averlo letto e “vissuto”. Sì perché a dire il vero molte azioni del nostro le ho io stesso praticate in positivo dato il mio passato agonistico giovanile, che ha indubbiamente condizionato tutta la mia esistenza. Ebbene, lo ammetto, a ragion veduta, questa lettura “al contrario” è stata davvero illuminante. L’uomo Vannacci è soldato e patriota. Molta era la diffidenza verso un testo dichiarato “inaccettabile” perché omofobo, razzista, discriminatorio, divisivo quindi “fascista”! Orbene nulla di tutto ciò. Se dovessi definirne i contenuti direi semplicemente : è il trionfo e l’apologia del “buon senso”.

Un valore ahimè ampiamente perduto se non vilipeso, eppure denso di significati puliti, di interpretazioni non univoche in positivo , di pienezza di valori etici che chiunque, non ideologicamente pre-orientato, non può che condividere. Libertà vo cercando… così recita il Sommo poeta! Ecco il punto nodale: LIBERTÀ! Di pensiero di azione di vivere secondo le proprie inclinazioni qualunque esse siano . Ove i doveri dovrebbero prevalere sui diritti pena lo snaturamento del nostro vivere “sociale”.

Io questo ho percepito nelle pagine dell’autore. Dove sono le prevaricazioni tanto conclamate da molti media più o meno orientati? Dov’è il conclamato incitamento alla violenza? Dov’è la ghettizzazione dei diversamente abili o più in generale dei più deboli ? Io invece vi ho letto un inno alla tolleranza, alla condivisione, al mutuo soccorso, alla volontà di valorizzare le differenze preservandone le specifche identità. Al contrario di chi pretende di imporre agli altri i propri stili di vita ovvero la prevaricazione delle minoranze, spesso assai risicate dal punto di vista numerico, ma giustamente molto attive mediaticamente verso le maggioranze fin troppo silenziose.

Orbene l’estrapolazione di una frase dal contesto per distorcerla fino al punto dal modificarne l’assunto, a me sembra una atteggiamento deprecabile . E ancora se si arriva al punto di impedire la presentazione di un libro e la libera manifestazione di un pensiero in un rapporto dialettico di sano confronto, questa si è la vera violenza. Purtroppo chi opera con questi principi non ama la democrazia che invece va difesa a tutti i costi. Anche se non condivido le tue idee mi batterò fino in fondo perché tu le possa esprimere. Ecco il senso più profondo del concetto di libertà e fortunatamente in Italia a pensarla così siamo in netta maggioranza.

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