Villa San Giovanni, il neonato ucciso dopo il parto e un clamoroso giro di prostituzione minorile: arrestata la madre della 13enne | DETTAGLI

Villa San Giovanni, l'inchiesta sul ritrovamento del neonato morto tra gli scogli scopre una realtà davvero sconvolgente. Arrestata la nonna del piccolo, avrebbe contribuito a ucciderlo e nasconderlo e avrebbe anche favorito la prostituzione della figlia

VIDEO
Villa San Giovanni, le immagini del ritrovamento della neonata abbandonata tra gli scogli
StrettoWeb

Sono sempre più inquietanti i dettagli che emergono dall’inchiesta delle forze dell’ordine sul neonato ritrovato morto domenica mattina sugli scogli di Villa San Giovanni, con il cordone ombelicale ancora attaccato. La madre, come già indicato nei giorni scorsi, è una ragazzina di appena 13 anni ma lo scenario davvero sconvolgente che emerge dall’inchiesta è che la piccola fosse coinvolta in un giro di prostituzione minorile.

Secondo quanto emerge in questi minuti, inoltre, il neonato è stato ucciso successivamente al parto e a Villa San Giovanni è in corso l’arresto della madre della 13enne: gli inquirenti ipotizzano che abbia ucciso, o contribuito ad uccidere e poi abbandonare, il suo nipotino appena nato occultando il cadavere tra gli scogli, in uno zainetto avvolto da stoffe e plastiche. Sarebbe inoltre questa ragazza, appena 30enne, ad aver spinto la figlia 13enne alla prostituzione.

Ovviamente Villa San Giovanni vive in stato di shock da quattro giorni. Mai nella storia della cittadina si ricorda un episodio analogo, e tutti si interrogano come sia potuto succedere. Come sia possibile che esistano tali sacche di degrado in una realtà che si dice evoluta, civilizzata ed europea.

La 13enne frequenta l’ultimo anno di scuola media e presenta disturbi cognitivi: per questo le è stato affidato l’insegnante di sostegno. C’è molta indignazione nell’ambiente scolastico in quanto questo episodio smaschera le ipocrisie di una società attenta solo alla forma, e non alla sostanza: si fanno fiumi di parole sul tema dell’inclusione e poi tutti sono rimasti indifferenti ad uno scenario così tragico, fino al drammatico epilogo di un neonato ammazzato e abbandonato in riva al mare.

La 13enne fino al 21-22 maggio ha frequentato la scuola regolarmente, quindi tutti sapevano che fosse incinta. La scuola, laddove manca la famiglia, dovrebbe essere la prima istituzione educativa e formativa: ecco perchè quanto accaduto sta imbarazzando anche dirigenti scolastici e insegnanti, già sentiti dagli inquirenti.

Intanto verrà effettuato anche l’esame del Dna sul corpo del neonato, con l’obiettivo di risalire all’uomo che ha messo incinta la 13enne: con ogni probabilità si tratta di uno straniero, visti i lineamenti e la carnagione del piccolo, ma identificarlo è fondamentale per ricostruire quanto sia vasto e diffuso questo giro di prostituzione minorile in riva allo Stretto. Le indagini sono soltanto appena iniziate.

Il comunicato ufficiale congiunto di Carabinieri e Polizia

Pochissime ore fa, investigatori della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri hanno eseguito il fermo di indiziato di delitto nei confronti di una donna quarantenne, originaria di Reggio Calabria, indagata in relazione al delitto di infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale.

Il provvedimento precautelare è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria che ha coordinato le attività avviate da Carabinieri e Polizia di Stato immediatamente dopo il rinvenimento, avvenuto nella mattinata della scorsa domenica 26 maggio, del corpicino senza vita di un neonato riposto all’interno di uno zainetto adagiato sugli scogli della darsena prospiciente il lungomare di Villa San Giovanni.

Secondo la ricostruzione dei fatti sin qui operata, considerato che il procedimento è in ancora in fase di indagini preliminari e fatto salvo il principio di non colpevolezza fino a sentenza passata in giudicato, la donna, subito dopo il parto di una delle due figlie minori, si è adoperata per riporre il piccolo appena nato all’interno di uno zainetto e per abbandonarlo, poco dopo, sulla scogliera antistante il lungomare di Villa San Giovanni. Le indagini hanno preso spunto dalla segnalazione ricevuta dai Carabinieri di Villa San Giovanni circa lo stato di gravidanza di una minore di cui veniva indicato anche il nucleo familiare di appartenenza.

Con la costante direzione del locale ufficio di Procura, gli agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria, del Commissariato di Villa San Giovanni e dei Carabinieri di Villa hanno passato al setaccio i sistemi di videosorveglianza presenti nella zona così riuscendo a ricostruire parte dell’itinerario percorso dall’indagata negli istanti precedenti all’abbandono dello zainetto. Il contributo dichiarativo acquisito nei giorni scorsi ha poi coerentemente supportato l’originaria ipotesi investigativa. Dopo gli adempimenti di rito, la donna è stata associata al carcere di Reggio Calabria a disposizione dell’A.G.

Condividi