Il coordinatore provinciale del Movimento 5 Stelle di Reggio Calabria, Giuseppe Auddino, commenta ai microfoni di StrettoWeb quanto emerso dalla maxi inchiesta Ducale che la scorsa settimana ha scosso come un terremoto la vita politica calabrese. “C’è grande costernazione di fronte a fatti che, se dimostrati, sono gravissimi. Bisogna rispettare tutto l’iter giudiziario ma io non voglio ripetere le frasi fatte di tutti, che la magistratura faccia il suo corso e bla bla bla, ci mancherebbe pure che la magistratura non faccia il suo corso, ma qui c’è un tema politico enorme e mi colpisce molto il silenzio degli altri, il silenzio di tutti. Le autosospensioni – come ha fatto Neri in Fratelli d’Italia – credo siano un fatto scontato, obbligatorio, per fare chiarezza prima di tutto con i propri partiti e con i propri sostenitori. Perché nel Pd questo non è ancora accaduto? Mi auguro che Elly Schlein e tutta la governance del Pd sappiano fare chiarezza sul caso Reggio, e senza aspettare la magistratura. La politica deve chiarire prima dei giudici, noi lo abbiamo sempre sostenuto e lo ribadiamo anche oggi”.
Auddino non ha peli sulla lingua ed è molto schietto quando rivendica “l’opportunità che il Ministero dell’Interno invii la commissione d’accesso al Comune di Reggio Calabria, sono stato il primo e uno dei pochi a dirlo. Ma al di là dall’arrivo o meno della commissione, in questi casi i politici dovrebbero avere la sensibilità di farsi da parte, per una questione di opportunità politica. E gli indagati devono difendersi prima che dalle accuse delle Procure, all’interno dei loro partiti e con i loro elettori. I partiti devono guardarsi dentro e fare chiarezza prima che arrivi la magistratura”.
Chiediamo ad Auddino che sensazione prova, oggi, a leggere le carte delle inchieste sui brogli elettorali da quelle elezioni del 2020 in cui il Movimento uscì sconfitto, dopo che uno degli altri candidati sconfitti come Klaus Davi ha annunciato la costituzione di parte civile nel processo. “Non so quanto il nostro risultato sia stato condizionato dai brogli – risponde Auddino con grande onestà – ma in ogni caso se quelle elezioni sono state condizionate da brogli non può che crescere il rammarico per il risultato finale. A questa domanda può rispondere meglio di me Fabio Foti, il nostro candidato di allora. Io posso solo dire che Reggio non merita tutto questo, è una città bellissima che 12 anni fa ha già subito un primo commissariamento, adesso va incontro ad un altro, credo che i reggini siano stanchi di questa classe politica. Noi andremo avanti per la nostra strada e continueremo a candidare persone di grande spessore morale e qualità come abbiamo fatto nel 2020 con Fabio Foti, offrendo ai reggini una valida alternativa”.
Questo significa che alle prossime comunali di Reggio non andrete con il Pd travolto da questo scandalo?
“Reggio Calabria merita politiche e politici diversi. Adesso è prematuro parlare di alleanze, noi ormai abbiamo una chiara collocazione nazionale nell’alveo dei progressisti, siamo al 10% a livello nazionale e in alcune Regioni siamo secondo o terzo partito, in alcune province del Sud siamo addirittura il primo partito. A noi interessano i contenuti, poi le eventuali alleanze vengono dopo. Noi siamo quelli che con Conte abbiamo stabilizzato i lavoratori LSU con 59 milioni di dote finanziaria ottenuti con sei emendamenti, abbiamo rilanciato il porto di Gioia Tauro con Toninelli, abbiamo voluto e difeso il decreto dignità e il reddito di cittadinanza, ci battiamo per il salario minimo, ci opponiamo al Ponte sullo Stretto su cui invece altri partiti di sinistra sono ambigui, e anche sull’autonomia differenziata che oggi vuole la destra su un progetto a cui ha dato il via la sinistra nel 2001 con la riforma del titolo V della Costituzione voluta dall’Ulivo, oggi Pd. Questa sarà la nostra politica, che ovviamente ha la legalità come faro fondante. Il rispetto di un codice morale è l’abc del Movimento, ripeto, un politico coinvolto in uno scandalo così grande deve fare un passo indietro prima che si arrivi alle sentenze della magistratura, noi lo facciamo ed è giusto che lo facciano anche gli altri eventuali alleati, per rendere più agevole la stessa alleanza. Il tema della legalità è imprescindibile, poi bisogna chiarirsi su temi e uomini ed è chiaro che a Reggio debbano cambiare. Altrimenti avete già visto com’è finita a Bari…”