Calabria, assolto pregiudicato: era accusato di evasione dai domiciliari

Il Tribunale di Lodi, dove l'uomo risiede, ha accolto le richieste degli avvocati Nicoletti e Acri emettendo nei confronti dell’imputato sentenza di assoluzione

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Il Tribunale di Lodi, in totale accoglimento delle richieste degli avvocati Francesco Nicoletti e Giusy Acri, del medesimo Studio, ha assolto il 29enne P.A., pluripregiudicato rossanese, imputato del reato di evasione. Al giovane si contestava di aver evaso, nel maggio del 2020, la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Misura alla quale si trovava sottoposto nel territorio di Lodi per effetto di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Lodi poiché ritenuto concorrente, unitamente ad altre due persone, di un ben organizzato e articolato traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina e marijuana.

Il 29enne era coinvolto in una più vasta attività di indagine effettuata da personale del N.O.R. Carabinieri di Lodi relativa a plurime ipotesi di reato riconducibili allo spaccio di sostanze stupefacenti. Grazie anche alle operazioni di intercettazione telefonica e nonostante il linguaggio criptico utilizzato, gli inquirenti avevano ricostruito il “modus operandi” per giungere anche alla identificazione del giovane P.A., ritenuto custode di parte dello stupefacente nonché partecipe alla spartizione dei proventi dell’attività di spaccio.

A seguito di un apposito controllo sul rispetto della misura cautelare impostagli, effettuato dai Carabinieri il 29enne non veniva rinvenuto all’interno dell’abitazione dove si trovava ristretto ai domiciliari. Da qui il procedimento con l’accusa di evasione – per essersi allontanato dall’abitazione senza l’autorizzazione dell’Autorità – nel corso del quale, in sede di istruttoria dibattimentale, sono stati escussi i testi indicati dalle parti.

Il Tribunale di Lodi, all’esito della camera di consiglio, in totale accoglimento delle richieste avanzate dagli avvocati Francesco Nicoletti e Giusy Acri, ha emesso nei confronti dell’imputato sentenza di assoluzione con la formula più ampia “perché il fatto non sussiste”.

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