Che sta succedendo a Forza Italia in Calabria? Le contraddizioni sull’autonomia e l’imbarazzo di Tajani

Forza Italia si arrotola sull'autonomia differenziata: il partito in Calabria si schiera contro con toni molto duri e paventa un "boomerang" per la coalizione, ma alla fine il vero boomerang di questi atteggiamenti potrebbe essere proprio per il partito del compianto Cavaliere

StrettoWeb

Dove sta andando Forza Italia e che cosa succede al partito azzurro in Calabria? Ieri la notizia, come una bomba, a scuotere la politica locale e nazionale: tre deputati forzisti calabresi non hanno partecipato al voto sull’autonomia differenziata. Non c’è bisogno neanche di capire chi sono, perchè escono subito allo scoperto e rivendicano la scelta con orgoglio: si tratta di Mangialavori, Cannizzaro e Arruzzolo, che per tutto il giorno spiegheranno le ragioni con una raffica di comunicati e post social. A loro si aggiunge il governatore della Regione, Roberto Occhiuto, che sceglie Repubblica per un’intervista durissima in edicola questa mattina.

Già il fatto che Occhiuto scelga Repubblica è indicativo: il giornale organico alla sinistra, fortemente schierato contro il Governo tanto che proprio il giorno precedente aveva diffuso l’ennesima clamorosa fake news sul Ponte sullo Stretto prontamente smentita dagli esperti. E la fa, l’intervista a Repubblica, proprio nel giorno del 50° anniversario del Giornale, il quotidiano fondato da Indro Montanelli oggi di proprietà della famiglia Berlusconi. Particolarmente indicativo che mentre il premier Giorgia Meloni celebra la storica testata giornalistica liberale e moderata del Paese, presenziando all’evento con importanti dichiarazioni di politica internazionale, il governatore calabrese Occhiuto decida di affidare proprio a Repubblica la propria posizione anti governativa sull’autonomia differenziata.

A stupire particolarmente è il metodo: Occhiuto è da sempre ben consapevole che la riforma dell’autonomia è sempre stato un cavallo di battaglia di questa coalizione. Era nel programma elettorale con cui il centrodestra ha vinto le elezioni, e l’unico errore sarebbe stato quello di non farla: avrebbe significato tradire gli elettori. Elettori che, pochi giorni fa, alle europee, hanno tributato per questo governo un consenso ancor più massiccio rispetto a quello delle politiche di settembre 2022, dopo che la riforma sull’autonomia aveva già superato tutti gli step fino all’approvazione finale. E il voto per il centrodestra è stato cospicuo anche al Sud, con elettori ben consapevoli che l’autonomia differenziata sarebbe stata approvata da questo governo.

La clamorosa giravolta di Occhiuto sull’autonomia differenziata: da “grande occasione” a “pericolo da combattere”

E proprio Roberto Occhiuto, da governatore, per anni ha sottolineato la bontà e l’importanza dell’autonomia differenziata per la Calabria: ha illustrato le prospettive vantaggiose di questa legge per una “autonomia energetica“, che darebbe alla Calabria straordinari benefici economici e commerciali, e ha sempre ribadito come la riforma non cambia le cose in sè, ma dà la possibilità ad amministratori locali capaci di far crescere ulteriormente il proprio territorio.

Occhiuto è senza ombra di dubbio un amministratore molto capace: sta governando bene la Calabria, ha ottenuto risultati molto importanti in svariati settori, ha ribaltato la narrazione negativa nei confronti di una Regione sempre considerata ultima e che invece adesso si distingue per la voglia di affermare le proprie eccellenze e qualità, che Occhiuto sta poggiando su fatti concreti, basti pensare alla lotta contro gli incendi, adottata come modello anche altrove, o al rilancio degli Aeroporti e del turismo, ma anche agli imponenti sforzi per risollevare la sanità piegata da un decennio di commissari governativi che hanno palesato la loro totale inadeguatezza.

Ecco, sul commissariamento della sanità calabrese possiamo iniziare ad entrare nel merito dell’autonomia differenziata: la Calabria testimonia plasticamente quanto possa essere virtuosa una sanità gestita da un governatore democraticamente eletto sul territorio, rispetto ai disastri procurati da improbabili burocrati inviati dal governo centrale (ve li ricordate Cotticelli, Zuccatelli e compagnia?)

Togliete l’autonomia alla Sicilia…

La Calabria, poi, confina con la Sicilia che da questa riforma non è minimamente sfiorata: la Sicilia, infatti, è una Regione a Statuto Speciale. Ha quindi già da sempre tutte quelle autonomie che la riforma dà anche alle altre Regioni. Con l’autonomia differenziata cambia soltanto che, qualora gli amministratori calabresi lo volessero, potranno avere gli stessi poteri di quelli siciliani. E perchè non provate ad andare in Sicilia a dirgli di rinunciare o abolire lo Statuto Speciale, per essere governati dal potere centrale romano? Scoppierebbe la rivoluzione!

I paventati rischi di squilibri e disparità rispetto al Nord produttivo, non sono forse già una realtà odierna senza che ci sia mai stata l’autonomia? E allora, qual è il timore di adoperare un cambiamento che al Sud può fare soltanto bene? 

L’autonomia regionale, un grande sogno di Silvio Berlusconi per un Paese migliore

In verità la più grande contraddizione della posizione di Occhiuto e dei suoi uomini di Forza Italia è proprio interna al loro partito. Silvio Berlusconi è sempre stato un grande sostenitore del federalismo, tanto che nel 2006 aveva approvato la riforma costituzionale dell’Italia federale, poi bocciata da un referendum in cui andò a votare il 52% degli italiani e la maggioranza, pari al 61%, si schierò per il “No”. Un’occasione persa per modernizzare il Paese. Oggi, sempre il centrodestra, ci riprova. In linea con il proprio programma di governo. Perchè Occhiuto e i suoi uomini tradiscono anche le idee del loro padre fondatore e guida spirituale?

Finché le critiche arrivano da sinistra, ci possono stare. Anche se la sinistra è sempre stata autonomista nella storia di questo Paese: ha approvato la riforma del titolo V della Costituzione nel 2001 con gli attuali Pd (Ds) e AVS (Rifondazione Comunista e Verdi) che guidavano quel governo, e poi con Bonaccini in Emilia Romagna ha fortemente voluto che si arrivasse all’autonomia differenziata di oggi. Per la sinistra, però, è malcostume rispettare gli accordi presi con gli elettori: quando ha governato, non l’ha mai fatto, e quindi adesso giustamente urla al “pericolo democratico” rispetto a un Governo che invece sta facendo esattamente tutto quello che aveva promesso in campagna elettorale e scritto nel programma di coalizione.

Che però sia un partito della maggioranza a prendere le distanze, è problematico: secondo un’autorevole ricostruzione giornalistica, dalla Calabria sta partendo la fronda anti-Tajani all’interno del partito. Sul territorio, però, Tajani ci è sempre sembrato molto vicino a Occhiuto, Cannizzaro e alla Calabria in generale. Di certo oggi il leader di Forza Italia è apparso in imbarazzo rispetto alle parole di Occhiuto e al non voto dei deputati calabresi. Tajani, infatti, ha parlato dell’autonomia differenziata come di “una riforma che va nella giusta direzione“, aggiungendo che “le legittime preoccupazioni nel Sud saranno fugate dall’applicazione degli ordini del giorno proprio a garanzia del Meridione“. Alla domanda se la riforma non spaccasse il Paese, ha quindi replicato: “No, non lo spacca“.

Le contraddizioni di Occhiuto

Molto diversi i toni utilizzati da Occhiuto nell’intervista di oggi su Repubblica: “Sono dispiaciuto, penso che il centrodestra rischi adesso un boomerang elettorale non solo al Sud ma anche al Nord. Da governatore farò di tutto per difendere la mia terra ei miei cittadini”. Addirittura! Cosa farà Occhiuto, le barricate contro il governo dei suoi alleati e dei suoi elettori? Poi aggiunge: “Con questa legge approvata senza nemmeno un adeguato dibattito, temo che la nostra coalizione non riuscirà a compensare le preoccupazioni degli elettori del Sud con qualche voto in più, forse, al Nord”. Non, quindi, una preoccupazione nel merito, ma un mero calcolo elettorale.

Nel merito della riforma, ci ha colpito molto un passaggio dell’intervista in cui Occhiuto – di fatto – rimangia tutto ciò che lui stesso aveva detto sull’autonomia negli ultimi anni. “Mi chiedo per esempio – ha detto a Repubblica –  cosa succederà agli agricoltori calabresi pugliesi per l’esportazione dei loro prodotti se nel frattempo quattro o cinque regioni otterranno autonomia sul commercio e si organizzeranno anche con accordi con i Paesi stranieri“. Eh no, caro Occhiuto, quello che succederà agli agricoltori calabresi dipenderà da come lei saprà gestire l’autonomia. Perché pensa alle Regioni del Nord, quando sarà lei – con le sue grandi capacità politiche – a poter organizzare accordi con i Paesi stranieri per gli agricoltori calabresi per l’esportazione dei nostri prodotti locali? Questo è l’approccio che bisogna adottare nei confronti dell’autonomia differenziata, e siamo convinti che con un governatore come lei, che ha già dimostrato grandi capacità di buona amministrazione, questa riforma darà alla Calabria la possibilità di emanciparsi, riscattarsi da decenni di arretratezza e povertà, e crescere molto rapidamente. Lei stesso ce lo ha detto per due anni, difendendo l’autonomia dalle critiche della sinistra e dipingendo scenari idilliaci sui benefici che la Calabria potrà avere in svariati settori, in base alle proprie risorse e caratteristiche. E allora, adesso perchè si è rimangiato tutto?

Nell’intervista, Occhiuto conclude con il solito esempio demagogico più volte utilizzato in questi anni dalla sinistra: “finché le Regioni del Nord guideranno una Ferrari e quelle del Sud saranno costrette ad inseguire con una Panda, stiamo parlando del nulla”. Ma se oggi le Regioni del Nord sono delle Ferrari e quelle del Sud inseguono con una Panda, è forse colpa dell’autonomia differenziata che non c’è mai stata? Oppure la realtà è che proprio senza autonomia, ci siamo ridotti a delle Panda neanche di ultimo modello mentre il Nord si è sviluppato come le Supercar? Che ci sia disparità tra Nord e Sud, che i meridionali siano costretti ad emigrare al Nord per lavorare, non è forse la realtà odierna? Senza che mai ci sia stata alcuna autonomia? Che credibilità può avere chi paventa questi come “rischi dell’autonomia“, quando tutti i meridionali sanno bene che è già oggi la realtà dell’Italia senza alcuna autonomia? E quanto può essere paradossale la posizione dei meridionalisti e revisionisti storici, i nostalgici dei Borbone che si lamentano del “Nord ladrone” e rimpiangono il Regno delle Due Sicilie, ma poi sono contro l’autonomia differenziata che consentirà ai meridionali di governarsi da soli!

Il tentativo di Occhiuto e Forza Italia e l’analisi del consenso

L’impressione è che quello di Occhiuto e dei suoi uomini sia un calcolo politico per ottenere maggiore consenso, differenziarsi dagli alleati (in modo particolare dalla Lega) e raccogliere l’elettorato centrista per riempire quello spazio lasciato vuoto dallo spostamento a sinistra del Pd. Ma Forza Italia è davvero nella condizione di fare la voce grossa all’interno del Governo? Riteniamo di no, alla luce dei dati elettorali. E’ vero che il partito non è morto, come i soliti super esperti pronosticavano, ma è anche vero che sta sopravvivendo sotto il 10% ed è lontanissimo dal consenso del premier Meloni e del suo partito Fratelli d’Italia che sfiora il 30%.

In Calabria, inoltre, Forza Italia non è più primo partito da anni, superato proprio da Fratelli d’Italia. Il partito azzurro era stato il più votato alle regionali di 2020 e 2021, con le elezioni di Jole Santelli prima e Roberto Occhiuto poi. Un primato perduto già alle politiche di settembre 2022, quando Forza Italia prendeva il 16% e veniva superato da Fratelli d’Italia al 19%. Stavolta, alle europee, Forza Italia ha raggiunto il 18% (insieme a Noi Moderati) ma Fratelli d’Italia è salito al 21%. E nella coalizione è cresciuta più di tutti la Lega, che ha raggiunto un ragguardevole 9,2% (una percentuale più alta del dato nazionale), rispetto al 5,7% delle politiche. Inoltre il 18% di Forza Italia è dovuto in massima parte alla candidatura di Giusi Princi, una donna eccezionale che viene stimata da tutta la popolazione e che ha raccolto un enorme consenso trasversale, esterno al tradizionale elettorato azzurro. Tantissime persone, da destra a sinistra, gente che solitamente vota FdI, Lega, Pd, M5S o altri, hanno votato per lei. Forza Italia in Calabria ha preso 115 mila voti; Giusi Princi ne ha avuti 68 mila. Significa che del 18% di Forza Italia, Giusi Princi vale il 10% da sola: senza la sua candidatura, Forza Italia avrebbe ottenuto l’8% o poco più se si considera che una parte dei voti di Princi sarebbe andata comunque a Forza Italia. Ma – e Occhiuto lo sa benissimo – con questa candidatura, ha pescato moltissimo in altre aree politiche e della società civile che solitamente non votano Forza Italia, bensì hanno scelto la persona. Hanno scelto Giusi.

In queste condizioni, fare una lotta politica contro la Lega all’interno della coalizione per risucchiare un po’ di consenso agli alleati di governo è molto pericoloso. Gli ultimi leader che si erano ubriacati dei risultati delle elezioni europee (Renzi nel 2014 e Salvini nel 2019), poi sono finiti male proprio per le scelte compiute nell’imminenza del post elezioni (il referendum il primo, lo strappo al governo Conte il secondo). Ecco perchè Meloni, la vera vincitrice di queste europee, sta mantenendo un profilo molto basso: ha imparato dalla lezione dei suoi predecessori. Forza Italia, almeno in Calabria, sembra invece di no.

Il precedente di Schifani sul Ponte

Già qualche mese fa avevamo assistito ad una turbolenza simile con Schifani che, in Sicilia, aveva contestato il governo sulla scelta di cofinanziare il Ponte sullo Stretto anche con i fondi Fsc. Dopo un giorno ha dovuto fare marcia indietro, perchè mettendo in discussione una scelta sul Ponte stava perdendo la base del proprio partito e il consenso del suo stesso elettorato.

Noi riteniamo che adesso sull’autonomia stia succedendo la stessa cosa.

Gli unici veri mal di pancia nell’elettorato di centrodestra sono quelli nei confronti della scelta di un governatore di Regione capace, abile e autorevole come Occhiuto, che decide di contestare il suo governo per un provvedimento che era inserito nel programma elettorale e lui stesso ha sempre difeso. Ci mancherebbe pure che il governo non rispettasse il patto con gli elettori, e invece adesso Occhiuto è addirittura “fare di tutto per difendere la mia terra ei miei cittadini“. Da chi? Dal suo governo che sta facendo esattamente ciò che aveva promesso quando – insieme a Occhiuto – si era presentato alle elezioni? Come lo spiegherà, Occhiuto, ai suoi elettori?

Gli unici veri mal di pancia nell’elettorato di centrodestra sono quelli nei confronti di un governatore di Regione stimato e apprezzato come Occhiuto, che nel giorno del 50° anniversario del Giornale va a fare un’intervista a Repubblica. Non al Corriere, al Foglio, al Mattino, al Messaggero, alla Stampa, ma proprio a Repubblica, degenerato ogni giorno di più a pagina di partito (ovviamente del Pd).

Gli unici veri mal di pancia nell’elettorato di centrodestra sono quelli nei confronti di un PPE – di cui Forza Italia fa parte – che a Bruxelles sta cercando in tutti i modi di salvare l’inciucio con la sinistra e i verdi pur di non governare insieme alla destra che ha stravinto le elezioni in tutti i Paesi fondatori dell’Unione.

Gli unici veri mal di pancia nell’elettorato di centrodestra sono quelli nei confronti di un partito che guida l’opposizione a Reggio Calabria ed è più che morbido, totalmente muto e assente, di fronte all’ennesima inchiesta che ha documentato brogli elettorali alle ultime elezioni comunali e addirittura ipotizzato il coinvolgimento della ‘ndrangheta nel ballottaggio Minicuci-Falcomatà a sostegno del candidato del Pd.

Ecco perchè l’unico vero boomerang elettorale di questi atteggiamenti e queste posizioni potrà essere solo ed esclusivamente nei confronti di Forza Italia. Gli elettori di centrodestra questa riforma l’hanno capita benissimo e la sostengono, come il Ponte sullo Stretto e tutto ciò che era scritto nel programma elettorale. L’unica cosa che non capiscono è quando tra gli alleati di governo qualcuno sembra essere un infiltrato di sinistra impegnato a fare opposizione. Era già successo con Schifani sul Ponte, adesso ci riprova Occhiuto sull’autonomia; nel Parlamento UE Forza Italia lo fa ormai strutturalmente con un accordo organico con la sinistra e gli ambientalisti preferiti agli storici alleati italiani. E se sempre più moderati e liberali votano per Salvini e Meloni è soltanto per questo motivo: sembra quasi che Forza Italia lavori come per volersi assicurare un posto in un eventuale futuro governo di Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni. E infatti un’altra calabrese sveglia e brillante come Vittoria Baldino ha già invitato Occhiuto: “venga con noi..“. Davvero i leader azzurri non si rendono conto che mentre profetizzano boomerang sul centrodestra, stanno perdendo la loro gente?

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