Dalla crisi Abramo alla strage “silenziosa” di Roccella: la preoccupazione dei vescovi calabresi

"Denunciare ancora una volta l’anestesia delle coscienze di fronte a questa ennesima sconfitta del genere umano"

StrettoWeb

La Calabria si muove precariamente tra disoccupazione e una strage di morti in mare. Su quanto sta accadendo si è espressa anche la Conferenza Episcopale regionale che, ha parlato di “naufragio anonimo e invisibile”. Così, infatti, è stata definita l’ennesima tragedia consumatasi a Roccella, dove 36 persone hanno perso la vita e molti sono ancora dispersi.

La preoccupazione dei vescovi calabresi

“I vescovi della Calabria si uniscono al dolore del confratello, vescovo di Locri – Gerace, mons. Francesco Oliva, e accordano alla sua la loro voce per denunciare ancora una volta l’anestesia delle coscienze di fronte a questa ennesima sconfitta dell’umano e le miopi misure incapaci di evitare simili tragedie”.

“Gli uomini, le donne, i numerosi bambini, i cui corpi attendono di essere riconosciuti dai familiari venuti da tutta Europa, siano un forte richiamo ai singoli e alle istituzioni perché la voce del sangue dei fratelli che grida dal profondo del mare non resti inascoltata mentre denuncia la deriva della nostra stessa umanità e perché il valore dell’accoglienza che caratterizza il nostro popolo non sia soffocata, mentre si leverà fino alla fine la Voce che rimane giudizio costante della storia: “ero straniero e non mi avete accolto” – conclude la nota.

La crisi a Crotone

I vescovi della Calabria manifestano “la loro preoccupazione per le numerose famiglie che, a causa della vertenza Abramo, vedono compromesso il proprio futuro. Si tratta – prosegue la nota – di più di 1000 lavoratori provenienti da alcune province della Calabria e dalla Sicilia, che sono dipendenti dell’azienda Abramo Customer Care. Alla scadenza dell’amministrazione controllata di Abramo CC, nei primi giorni di agosto, centinaia di persone rischiano di essere licenziate”.

Nessuna delle vie di dialogo percorse finora ha sortito la possibilità di assorbire tutti i dipendenti. I lavoratori stanno da tempo chiedendo al ministro delle imprese e del made in Italy la convocazione immediata di un tavolo di crisi che possa favorire il dialogo e individuare possibili vie che garantiscano il futuro a chi vuole costruirlo nella propria terra”.

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