“Come va il tuo rapporto con Conte?” Risposta: “Ottimamente. E il tuo con te?”. Inizia così “l’intervista a sé stesso” che il garante del M5s, Beppe Grillo, pubblica sul proprio blog. Sul rapporto con l’attuale leader pentastellato, Grillo spiega: “Come si fa ad avere un cattivo rapporto? Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie… Siamo d’accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi”. Il progetto, ora, è ripartire “da antenne puntate sui cittadini e da un’azione politica diversa“.
Nell’assemblea costituente lanciata da Giuseppe Conte si parlerà di democrazia diretta e di “come recuperare contatto, dialogo e azioni congiunte con gli attivisti, che sono sempre stati il combustibile del Movimento. Ma al tempo stesso non possiamo discutere solo di regole di funzionamento interne, ma dobbiamo tornare a proporre idee radicali e visionarie, smarcandoci da una collocazione che è vecchia e superata da decenni. Parlare di sinistra e destra è come parlare di ghibellini e guelfi, anzi forse è meglio parlare di questi ultimi, perché tutti devono seguire l’Elevato“.
Grillo dice di essere “d’accordo con tutte le cose che dice” Giuseppe Conte, “che poi sono tre. D’altra parte come si fa a non essere d’accordo sul fatto che la guerra, la povertà e le malattie siano cose brutte?” “Semmai vorrei aggiungerci qualche cosa bella – aggiunge – come il voto dei cittadini europei alle elezioni politiche nei paesi di residenza e non di cittadinanza, prodotti il cui prezzo incorpori costo sociale di produzione e trasporto, piattaforme di democrazia diretta e di cittadinanza attiva. Tutte cose di cui parlavamo regolarmente con Casaleggio e altri“.
Sulla possibilità di riprendere a incontrarsi regolarmente con il leader del M5s, Grillo afferma: “mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni“. Tra i temi di cui vorrebbe parlare, “mi pare che i temi fondativi del movimento siano ancora validi – commenta – Alcuni, come la transizione ecologica e digitale, sono diventati i temi principali dell’agenda politica europea e italiana. Dunque non si può dire che non ci avessimo azzeccato. Altri, come la democrazia diretta e la politica come servizio e non professione, come peraltro è in Svizzera, e non solo, restano da realizzare. Altri ancora sono emersi negli ultimi tempi: da un maggior controllo dei cittadini sui dati che li riguardano, a riforme istituzionali che garantiscano stabilità e al tempo stesso autonomia dei territori“.
Di Maio, guardassero all’interno del M5s senza pensare a me
“Sono dieci giorni che i dirigenti del M5S mi nominano nelle loro interviste, quando ho lasciato il partito due anni fa“. Lo ha detto l’ex capo politico del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, a Tagadà, su La7. “Se mi si dice che il tema del 9% che hanno preso alle europee è il governo Draghi di due anni fa non solo dico che non c’entra niente, che guardassero un po’ all’interno del Movimento senza pensare a me“, ha proseguito, aggiungendo che “la cosa più importante è che finché c’è stato il governo Draghi le riforme sul welfare e le norme anticorruzione sono rimaste in piedi“. “E’ stata la caduta del governo Draghi – ha spiegato – provocata dal Movimento a causa dell’inceneritore di Roma che tra l’altro da quanto ho capito si farà comunque, che ha portato allo smantellamento delle riforme fatte dal M5s e, soprattutto, a fare deflagrare il centrosinistra, che alla fine è andato separato e ha perso quasi tutti i collegi uninominali alle elezioni politiche del 2022. Fino a quel momento avevamo un patto sulle riforme del welfare che avevamo fatto approvare al tempo. Come si può dire che il governo Draghi è stato il problema? Quando Giorgia Meloni ha legittimamente vinto le elezioni aveva già messo nel programma l’abolizione delle nostre risorse; ciò è avvenuto e gli elettori si sono disaffezionati“.
“Se il Movimento 5 Stelle di Conte è progressista o meno dipende da cosa intendono progressista. Penso che oggi quella forza politica non abbia alternative: deve stare nel campo progressista, ma ci deve stare veramente” ha aggiunto.
“Non c’è alcun dubbio che Conte sarà ancora il leader del Movimento 5 stelle” ha detto poi l’ex capo politico del M5s, Luigi Di Maio, a Tagadà, su La7. “Non credo allo storytelling che cambino le leadership, quello è un partito ad immagine e somiglianza del leader – ha aggiunto – Grillo ha tantissime ragioni per continuare a sostenerlo, così tante che non le riesco ad elencare“.