Inchiesta Ducale, l’avvocato di Falcomatà chiede una rettifica a “Il Giornale”: “no, per lui i pm non hanno mai chiesto una misura più restrittiva”

Inchiesta Ducale, l'avvocato Marco Panella, legale difensore di Falcomatà, ha inviato al Giornale una richiesta di rettifica in merito ad un dettaglio emerso in un articolo pubblicato il 17 giugno. Ecco di che si tratta

StrettoWeb

In merito all’articolo pubblicato dal Giornale il 17 giugno, il legale del Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, avv. Marco Panella, ha scritto all’autorevole testata giornalistica nazionale chiedendo una rettifica in quanto l’autore dell’articolo – il giornalista Felice Manti – avrebbe “consapevolmente lasciato un dubbio in ordine al fatto che Falcomatà sia stato destinatario di una richiesta cautelare, cosa assolutamente non vera e che si sarebbe potuta agevolmente accertare leggendo non solo il contenuto dell’ordinanza – come doveroso quando si pubblicano notizie di un certo rilievo – ma già il comunicato del Comando dei Carabinieri diffuso già la mattina stessa dell’esecuzione dell’ordinanza“.

Nell’articolo del Giornale, effettivamente, c’era scritto testualmente: “La Procura guidata da Giovanni Bombardieri, con gli aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto e il sostituto procuratore Salvatore Rossello, aveva chiesto misure più restrittive per il consigliere Sera (e pare anche per Falcomatà) che il gip ha ritenuto di non dover concedere”. In realtà, come la scorsa settimana abbiamo già scritto in numerosi articoli su StrettoWeb, la Procura non ha mai chiesto misure cautelari per Falcomatà la cui posizione non è neanche stata presa in considerazione dal Gip, e non perchè non sia colpevole (questo eventualmente lo accerterà il processo), tanto che rimane indagato, ma perchè gli stessi pm hanno ritenuto che non possano sussistere le condizioni delle misure restrittive quali ad esempio il pericolo di reiterazione del reato (Falcomatà non si può più candidare), o la fuga in latitanza o infine l’eventuale inquinamento delle prove che sono già tutte acquisite.

Secondo quanto comunicato dall’avvocato Panella, inoltre, “la misura cautelare per il sindaco non è stata chiesta non per la mancanza di esigenze cautelari, ma per l’assenza di gravi indizi. In buona sostanza mancano le prove (richieste in fase cautelare in misura inferiore rispetto al processo vero e proprio) di un reato“.

La Procura, quindi, come giustamente oggi precisa al Giornale l’avvocato di Falcomatà, non ha mai chiesto una misura cautelare per il Sindaco. Questo è già ampiamente noto sin dal primo giorno dell’inchiesta e non cambia di una virgola lo scenario giudiziario determinato da dall’indagine (né tantomeno quello politico).

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