Inchiesta “Ducale”, anche Minicuci scrive al Prefetto: “commissione di accesso per verificare infiltrazioni mafiose”

Il Consigliere Antonino Minicuci, candidato Sindaco sconfitto al ballottaggio alle ultime elezioni comunali, scrive al Prefetto in merito all'inchiesta "Ducale"

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Dopo l’ex Assessore Tuccio, un altro esponente politico reggino scrive al Prefetto di Reggio Calabria, relativamente alla maxi inchiesta “Ducale”. Si tratta di Antonino Minicuci. A differenza del primo, in questo caso parliamo del principale avversario politico di Falcomatà alle ultime elezioni comunali, finite al centro dell’inchiesta. L’attuale Consigliere, che aveva perso al ballottaggio, aveva già denunciato la grave situazione dopo lo scandalo dei brogli elettorali che aveva visto protagonista Castorina. Ora Minicuci, con una PEC del primo pomeriggio odierno, scrive al Prefetto Clara Vaccaro per chiedere una “commissione d’accesso al fine di verificare la sussistenza di infiltrazioni mafiose all’Inter del comune di Reggio Calabria”.

La lettera

“Mi rivolgo a Lei in qualità di consigliere Comunale di Reggio Calabria nonché di candidato Sindaco sconfitto al ballottaggio delle elezioni comunali del 2020, per sottoporre alla Sua attenzione una situazione di estrema gravità che sta compromettendo l’integrità e la legalità delle istituzioni locali”, si legge nella missiva. “Invero, negli ultimi giorni, sono emerse inquietanti rivelazioni riguardo ad un presunto patto segreto tra l’organizzazione criminale ‘ndrangheta ed alcuni esponenti politici locali, il Sindaco Falcomatà ed il consigliere comunale PD Giuseppe Sera. Queste accuse rappresentano una minaccia non solo per il nostro comune ma per l’intera comunità reggina. Alla luce di queste informazioni, Le chiedo di avviare le procedure per l’istituzione di una commissione di accesso al fine di verificare la sussistenza di infiltrazioni mafiose all’Inter del comune di Reggio Calabria, chiede.

“Com’è noto l’indagine circa la sussistenza di condizionamenti o collegamenti degli amministratori comunali con le consorterie criminali deve essere condotta sulla base di determinate circostanze, acclarate dalle indagini e dalle intercettazioni nel caso di specie. Queste ultime devono presentare un grado di significatività e di concludenza di livello inferiore rispetto a quelle che vanno a legittimare l’esercizio dell’azione penale”, prosegue la lettera.

“Invero, la natura del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale non ha natura sanzionatoria, ma preventiva. La natura preventiva è finalizzata ad eliminare le situazioni in cui l’ente locale sia assoggettato ad interferenze, e nel caso in esame ve ne sono a iosa, che ne alterino la capacità di conformare la propria azione ai canoni fondamentali della legalità e della trasparenza. Confido nel suo tempestivo intervento e rimango a disposizione per qualsiasi informazione e collaborazione che dovesse rendersi necessaria”, conclude Minicuci.

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