Le elezioni europee e Vittorio Sgarbi: sconfitto da eroe

Vittorio Sgarbi ha ottenuto 23.003 voti nella lista di Fratelli d'Italia al Sud: non sono sufficienti per andare a Strasburgo, ma ne farà volentieri a meno e la gente illuminata lo apprezza adesso più di prima

StrettoWeb

Vittorio Sgarbi non torna all’Eurocamera di Strasburgo, dov’è già stato 25 anni fa: il noto intellettuale era candidato da indipendente nella lista di Fratelli d’Italia al Sud Italia, ed è arrivato 10° con 23.003 voti di preferenza che non sono sufficienti per l’elezione. Nella circoscrizione meridionale, infatti, Fratelli d’Italia ha ottenuto cinque seggi, che – con la rinuncia di Giorgia Meloni, la più votata in assoluto – consentiranno di eleggere fino al 6° classificato nella lista, e cioè Chiara Maria Gemma che ha ottenuto 46.700 voti.

Sgarbi, quindi, avrebbe dovuto ottenere il doppio delle preferenze che gli sono state rivolte e che comunque hanno raccolto il voto d’opinione di tanta gente. Le preferenze che ha ottenuto sono così suddivise Regione per Regione:

  • Campania: 8.616
  • Puglia: 6.753
  • Abruzzo: 3.369
  • Calabria: 2.588
  • Basilicata: 912
  • Molise: 645

E’ particolarmente curioso leggere in queste ore i titoloni dei soliti giornaletti che godono del risultato di Sgarbi come se per lui questo esito possa mai essere un problema. E’ pacifico che sarebbe stato l’Europarlamento a beneficiare di Sgarbi e non certo il contrario. Per quanto riguarda il voto, il critico d’arte non è mai stato un “mister preferenze“: non è un politico, non ha mai adottato i meccanismi del voto per ottenere preferenze, tra l’altro era candidato al Sud, lui che è nato a Ferrara e vive a Roma in una stupenda casa che con il suo gusto del bello ha trasformato in un eccezionale museo artistico. Non aveva, quindi, amici, parenti e cugini da cui farsi votare; non aveva neanche il sostegno di un partito con le sue truppe cammellate capaci di spostare pacchetti di voti in una notte tramite il sistema dei “grandi elettori“. La campagna elettorale di Sgarbi, inoltre, è stata molto soft: ha girato il Sud con la sua iconica Capramobile incontrando in punta di piedi pochi motivati cittadini attenti e interessati ad incontrarlo, ascoltarlo dal vivo, migliorando così la loro qualità della vita almeno per un giorno.

Le parole al veleno di Conte

L’episodio più importante di queste elezioni, in realtà, è accaduto fuori dalle urne e consente a Sgarbi di uscire da quest’esperienza più che a testa alta. Da eroe. Infatti nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Giuseppe Conte a Palermo, l’ex premier e leader dei grillini ha frignato dal palco: “Sgarbi si è procurato il numero del mio cellulare e mi manda gli insulti per WhatsApp”. Geniale.

A prescindere dalla veridicità della ricostruzione (approfondiremo in seguito), noi ce lo stiamo immaginando Sgarbi che si procura il numero di telefono di Conte per insultarlo su Whatsapp. Non ci abbiamo creduto neanche per un secondo, ma sarebbe stato davvero fantastico. Se lo avesse fatto davvero, in questi termini, avremmo lanciato una petizione per chiedere la costruzione di una statua dedicata a Sgarbi proprio nella piazza del palco di Conte.

In realtà le cose sono andate diversamente. E lo ha chiarito lo stesso Sgarbi rispondendo a Conte. Non crediamo ci sia bisogno di aggiungere altro: “Non mi sono procurato il tuo infetto numero, me lo hai dato tu quando facevi il cameriere di Salvini. E non lo avrei usato se non avessi sentito le tue immondezze senza fondamento. Io non uso gli attentati degli altri per raccattare voti (riferendosi ad Antoci, ndr). Ma soprattutto, tu non sei un’istituzione pubblica, sei stato un distributore di soldi pubblici per tentare, invano, di sopravvivere. Ti avvii verso il nulla“.

Conte, in un precedente comizio, aveva chiamato in causa gratuitamente Sgarbi che era a casa sua per i fatti suoi, contrapponendolo ai candidati del Movimento 5 Stelle “rappresentati dal volto antimafia Giuseppe Antoci”, a quelli presenti nelle liste Fratelli d’Italia, “che ricandida anche Sgarbi nonostante le vicende giudiziarie“. Sgarbi, a quel punto, ha scritto a Conte che però poi si è confermato un uomo maturo con due attributi così, mettendosi a piagnucolare in piazza. “Sgarbi mi ha insultato, uffi puffi, sigh, sniff, gnè“.

L’unica grande verità è che Vittorio Sgarbi è e resta Vittorio Sgarbi. Uno dei più grandi intellettuali europei contemporanei. Plurideputato, sindaco, assessore, pluri Commendatore, critico d’arte tra i più raffinati, filosofo, saggista, scrittore, opinionista fine e intelligente. Può piacere solo ai migliori, perchè è colto e profondo nel pensiero e nell’espressione. E’ bello in quello che dice e in come lo dice. E se ne sta altamente fregando di non tornare nel parlamento europeo. Il problema, semmai, è di Strasburgo: quanto gli mancherà Vittorio!

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