Masochismo, perversioni e Ponte sullo Stretto

Il masochismo della sinistra e il caso del Ponte sullo Stretto: un’opera pubblica eccezionale incomprensibilmente osteggiata

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Il masochismo, secondo la definizione che offre Wikipedia,  è la ricerca del piacere attraverso il doloreIl masochismo può essere psicologico oppure fisico. Sigmund Freud, fondatore della psicoanalisi,  individuò tre forme distinte di masochismo:

  1. Il Masochismo erogeno. Quello cioè relativo alla sfera sessuale.
  2. Il masochismo femminile. Termine decisamente sessista, che senza dubbio oggi può considerarsi fortunatamente superato.
  3. Il Masochismo morale. Quello di colui che, scegliendo di viverlo nella quotidianità della propria esistenza, resta costantemente in attesa di ricevere ora uno schiaffo, ora un calcio nel sedere.

Oggi il concetto di masochismo più comunemente inteso è quello relativo all’ambito della sfera sessuale, per cui il raggiungimento dell’orgasmo avviene solo procurandosi dolore.

Nel contesto di questa forma di masochismo oggi si sta sviluppando, in tutta la società occidentale, una ulteriore variante che ha trovato terreno fertile anche in Italia.

Questa nuova forma di masochismo trova collocazione nei contesti socialmente e culturalmente più evoluti, prevede il raggiungimento dell’orgasmo solo attraverso la sofferenza e si manifesta nella spasmodica ricerca dell’arrecare danno a sé stessi.

Il nome di questa variante è detto “masochismo politico” e pervade esclusivamente la sinistra.

In Italia l’epidemia si evidenziò con una prima ondata quando i contagiati causarono la caduta del primo Governo Prodi; per poi, qualche anno dopo, raggiungere l’apice con il boicottaggio nei confronti di Matteo Renzi.

Con Renzi, il PD era infatti era riuscito a prendere il 40% dei consensi alle elezioni europee. Un risultato straordinario, raggiunto anche con l’apporto di alcuni milioni di italiani di ispirazione liberal democratica i quali, smaltita la sbornia berlusconiana, avevano sperato di avere trovato una nuova casa.

Ma non erano stati fatti i conti con la patologia anzidetta.

Infatti, alcuni soggetti – che qualcuno definiva notabili, altri senatori ed altri invece, cacicchi – che del masochismo politico erano affetti, intuirono il profilarsi di un pericolo sconcertante: la possibilità di governare con un ampio e trasversale consenso e quindi senza sofferenza.

In perfetta coerenza con la patologia per cui il godimento si raggiunge solo attraverso azioni autolesionistiche, costoro pensarono bene scongiurare il pericolo, favorendo l’allontanamento del buon Matteo.

Gli elettori liberal democratici che avevano sperato di avere trovato un nuovo riferimento più consono alle proprie idee, non ebbero altra scelta che fare ritorno alla vecchia casa (anche se ampiamente “ristrutturata”); è ciò procurò a sinistra un immenso godimento, generato dal calo dei consensi alle successive elezioni.

Da qual momento i masochisti summenzionati, avendoci preso gusto, iniziarono ad approfittare di ogni occasione che potesse procurare sofferenza a sé stessi, coltivandone i presupposti per poi voluttuosamente assaporarla.

Le occasioni in vero non mancavano: eclatante furono le primarie di partito che, per massimizzare le possibilità di sofferenza successiva, contemplarono gazebo aperti a passanti, turisti e persino alla concorrenza.

E oggi?  Oggi in una fase di parossismo masochistico, si è persino giunti ad avversare un’opera pubblica eccezionale come il Ponte sullo Stretto, con un altro potente effetto collaterale: lasciarne la paternità esclusiva a terzi.

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