Come al mercatino del venerdì: il Movimento 5 Stelle al 9,99%, mai così in basso nella storia

Il crollo del Movimento 5 Stelle: non aveva mai preso così poco alle elezioni nazionali (che siano politiche o europee), una parabola al tramonto

StrettoWeb

Nove virgola novantanove per cento: come tre paia di mutande al mercatino del venerdì. Come l’offerta speciale di una padella in televendita. Il Movimento 5 Stelle è crollato al 9,99%, il consenso più masso mai avuto in tutte le elezioni nazionali dalla sua nascita. Per giunta con l’affluenza alle urne più bassa di sempre, quindi con un numero di voti enormemente più basso rispetto alle precedenti. Nove virgola novantanove per cento, come uno scherzo del destino (perchè gli elettori non potevano certo mettersi d’accordo prima), per il partito che ha distrutto i conti pubblici dell’Italia governando lo Stato italiano come se fosse, appunto, tutto un’offerta speciale.

Il Superbonus 110% su tutti, annunciato da Giuseppe Conte come un provvedimento “per ristrutturare casa gratis“. Ma di gratis non c’era proprio nulla, perchè erano i soldi di tutti noi tra l’altro usati prevalentemente dai ricchi. E poi il reddito di cittadinanza, costato ogni anno quanto un Ponte sullo Stretto: con gli stessi soldi, ne avremmo costruiti cinque di ponti tra Calabria e Sicilia, ma almeno quelli sarebbero stati utili allo sviluppo del Sud invece il reddito è servito soltanto a mantenere i poveri in eterna povertà e i giovani lontani dal lavoro.

Ma non solo. Ci sono stati i banchi a rotelle, i bonus monopattini e tutto ciò che ha fatto il Movimento 5 Stelle al Governo scialacquando denaro pubblico con provvedimenti inutili e dannosi. Tanto che lo ha capito persino la maggioranza dei loro elettori. Nove virgola novantanove per cento, quasi superati persino da Forza Italia dell’odiato Berlusconi. Il karma.

Alle europee del 2019, il M5S aveva ottenuto il 17,06%; in quelle del 2014 – dieci anni fa – aveva addirittura il 21,16%, che – con un’affluenza molto più alta – significava quasi 6 milioni di preferenze. Oggi sono poco più di 2 milioni: un terzo di dieci anni fa! E in mezzo ci sono state tre elezioni politiche, dove il M5S ha preso il 25,56% nel 2013, il 32,68% nel 2018 e il 15,43% nel 2022. La parabola è segnata. Questi sono i dati alle elezioni nazionali dell’era grillina:

  • Politiche 2013: 25,56%
  • Europee 2014: 21,16%
  • Politiche 2018: 32,68%
  • Europee 2019: 17,06%
  • Politiche 2022: 15,43%
  • Europee 2023: 9,99%

Insomma, da quando il M5S è arrivato al Governo nel 2018 ha iniziato a perdere elettori, evidentemente delusi. E la fuga si sta aggravando e velocizzando adesso che il M5S al governo non c’è più. Ieri, tra l’altro, il M5S ha perso anche quei pochi Sindaci che gli erano rimasti: alle Amministrative è sempre andato male, rarissimi successi sempre e solo al ballottaggio (Roma, Torino e Parma), ma quella stagione è archiviata e conclusa. Il Movimento, ormai, è insignificante sui territori e pesa sempre di meno anche a livello nazionale, destinato inesorabilmente a perdere ulteriormente consenso ed a vedersi presto scavalcato anche da Forza Italia e Lega.

Il partito dell’uno vale uno, delle post ideologie, del “nè di destra nè di sinistra” viene sconfitto dalla storia. E non poteva essere altrimenti: se nasci senza contenuti, senza idee, senza principi e valori, se sei buono solo ad attaccare gli altri senza proporre soluzioni e poi ti ritrovi al governo e semini vento, non potrai che raccogliere tempesta. E’ il Vaffa-Day al contrario, silenzioso ed educato. Bye bye!

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