“Quando Scalfaro mi chiese di far cadere Berlusconi”: il clamoroso retroscena e l’ira di Forza Italia

L'incredibile confessione di Cardinal Camillo Ruini: l'allora Premier Scalfaro gli chiese di far cadere il primo Governo Berlusconi

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Un clamoroso retroscena emerge dalle parole di Cardinal Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana dal 7 marzo 1991 al 7 marzo 2007. In un’intervista pubblicata dal Corriere della Sera, Ruini confessa che dopo l’estate del 1994, in occasione di un pranzo al Quirinale, l’allora Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro invitò il Cardinale ad “aiutarlo a far cadere” il primo governo di centrodestra guidato da Silvio Berlusconi. “La nostra decisione di opporci a quella che ci appariva come una manovra, al di là della indubbia buona fede di Scalfaro, fu unanime. E pensare che Scalfaro era stato per me un grande amico”, ha continuato Ruini.

Gasparri: “fu una congiura di Palazzo”

Ovviamente queste parole hanno suscitato la fortissima reazione di Forza Italia, a partire da Maurizio Gasparri. “Le verità della storia recente trovano significative e clamorose conferme. Ruini – dice Gasparri – e gli altri vertici della chiesa ovviamente non si resero disponibili a quella che appariva una vera congiura di Palazzo. Ma la congiura ci fu. Berlusconi l’ha denunciata per anni. Molti l’hanno negata, ma oggi la testimonianza di Ruini conferma che quello che noi sappiamo bene, e che molti libri hanno già testimoniato, è vero.

Scalfaro è lo stesso personaggio che andando poi in televisione a reti unificate impose, con il famoso proclama: ‘Non ci sto’, di non approfondire l’inquietante vicenda dell’ingente quantità di soldi che avrebbe ricevuto dai servizi segreti. E forse Scalfaro voleva abbattere il governo Berlusconi anche per sentirsi più sicuro rispetto ad una vicenda che prima o poi sarebbe esplosa. Scalfaro resta una delle figure inquietanti della vita della Repubblica e quanti con lui congiurarono contro il legittimo governo espresso dagli italiani saranno per sempre inseguiti da una colpa gravissima”.

Mulé: “il tempo è galantuomo”

“Il tempo è galantuomo e oggi si è incaricato di consegnare un altro pezzetto della storia a proposito dei quattro colpi di Stato di cui fu vittima e ha sempre parlato Silvio Berlusconi – le parole del vicepresidente della Camera Giorgio Mulè – E’ caduto il velo su un’altra ipocrisia italiana. Si tratta dell’ennesima prova di quell’accanimento che, dai palazzi della politica italiana e internazionale a quelli della giustizia politicizzata, videro come bersaglio per oltre 25 anni Silvio Berlusconi”.

La reazione di Deborah Bergamini

Intervenuta sulla questione anche la deputata e vicesegretaria nazionale di Forza Italia, Deborah Bergamini. “Quella di Ruini è una testimonianza importante, perché conferma una delle, ripetute, macchinazioni che negli anni furono messe in moto contro i governi a guida Berlusconi, nel tentativo di calpestare e sovvertire un mandato legittimamente affidato dagli elettori al centrodestra. Che siano passati 30 anni non scalfisce l’importanza: questi elementi che man mano si vanno componendo disegnano gravi responsabilità storiche e politiche, ed è senz’altro un bene l’emersione di pagine finora avvolte dalla nebbia di tanti interessati dinieghi e interessata indifferenza”.

L’intervento di Stefania Craxi

Per Stefania Craxi, senatore di Forza Italia e presidente della Commissione Affari esteri e difesa a Palazzo Madama, l’intervista a Ruini “rappresenta un documento storico di straordinaria importanza. Una testimonianza che unisce il giudizio negativo sulla stagione di Tangentopoli alle manovre che ne seguirono, ispirate in primo luogo da Scalfaro e volte a far cadere il primo governo Berlusconi che aveva scompaginato i piani di vittoria della sinistra. Quello aggiunto dal cardinale Ruini è un altro importante tassello al mosaico storico che lentamente si compone, destinato a stravolgere la vulgata consolidata”.

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