Se a Reggio Calabria nomini Davide Possanzini, drizzano le orecchie a chiunque. E’ normale. Anche superfluo stare a spiegarlo. Ieri l’ex bomber amaranto, ora allenatore del Mantova con cui ha conquistato la Serie B, è arrivato in città per ricordare il 25° anniversario dalla prima storica promozione in Serie A della Reggina. Tanti incontri, una foto nostalgica circolata sui social con l’ex Presidente Foti, il Premio Viola consegnato in città e poi l’ospitata a Video Touring, in cui ha raccontato l’episodio che lo ha portato alla Reggina, tramite l’incontro con Gabriele Martino.
“L’anno prima di venire facevo il militare (199, ndr). C’era una partita tra il Varese, dove giocavo, e una rappresentativa di Serie B. Io così ero andato dal Colonnello: ‘dammi un permesso perché devo andare a giocare questa partita’, gli ho detto. ‘Ci sono gli osservatori, è una partita importante’. Così me lo concedono, vado via la mattina e rientro la sera in Caserma. Quella partita la gioco, anche discretamente, e a fine gara mi si avvicina un uomo che non conoscevo: era Gabriele Martino. Mi dice: ‘complimenti, ci vedremo presto’. Enigmatico come sempre, coi suoi messaggi misteriosi. Poi se ne va e dopo poche ore mi chiama il mio procuratore e mi dice che ha parlato con il Direttore della Reggina, perché sono interessati. Non me l’aspettavo. Ringrazio il Signore di essere andato a rompere le palle al Colonnello, mi ha cambiato la vita”.