Reggio Calabria, scambio elettorale politico-mafioso: 14 arresti, indagato anche Falcomatà | DETTAGLI

Reggio Calabria, scoperto clamoroso giro di voti falsi alle ultime elezioni comunali e regionali: coinvolti anche due consiglieri di Regione e Comune

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L’11 Giugno 2024, il ROS – con il supporto in fase esecutiva del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria e dello Squadrone Carabinieri Eliportato “Cacciatori” Calabria – ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare del Tribunale di Reggio Calabria emessa su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo diretta dal Dr. Giovanni Bombardieri, nei confronti di 14 persone (di cui 7 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 3 con obbligo di presentazione alla p.g) indiziati, a vario titolo – allo stato del procedimento ancora in fase di indagini preliminari e fatte salve diverse valutazioni nelle fasi successive –  di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, reati elettorali, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

Le indagini, condotte dal ROS sotto la direzione della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, si sono concentrate sulla cosca “Araniti”, egemone nel territorio di Sambatello (RC), ed avrebbero consentito di delinearne gli assetti, le attività estorsive in danno di appalti pubblici, l’ingerenza nella conduzione della discarica di “Sambatello” attraverso l’imposizione, alle ditte di volta in volta impegnate nella gestione dell’impianto, del personale da assumere e le relazioni con le omologhe consorterie criminali attive nei territori confinanti di Diminniti e Calanna. È stato inoltre documentato lo stringente controllo esercitato sul territorio che ha portato finanche alla limitazione dell’attività venatoria nell’area agreste della frazione.

Le elezioni coinvolte nell’inchiesta

Le investigazioni, avviate nel 2019, avrebbero inoltre permesso di acquisire elementi sintomatici del condizionamento delle elezioni – presso alcuni seggi elettorali – per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria (nel 2020 e nel 2021) e del Consiglio Comunale di Reggio Calabria (nel 2020).

In particolare, uno degli indagati raggiunto da provvedimento restrittivo (per i reati di falsità elettorale e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio non aggravati dal metodo mafioso), legato da vincoli di parentela ad esponente apicale della cosca ARANITI, con il fine di sostenere i candidati di interesse avrebbe alterato – con la complicità di scrutatori compiacenti – le operazioni di voto, procurandosi le schede elettorali di cittadini impossibilitati a votare ed esprimendo, in luogo di questi ultimi, la preferenza in favore dei candidati sostenuti. Il citato indagato, dopo i positivi esiti elettorali, avrebbe ottenuto dai politici eletti nomine nell’ambito di enti pubblici o come professionista esterno.

Coinvolti due consiglieri di Regione e Comune. Indagato il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà

L’Ufficio di Procura, con riferimento agli episodi di ipotizzato condizionamento delle competizioni elettorali, ha avanzato richiesta di applicazione di misura cautelare per il delitto di scambio elettorale politico – mafioso, oltre che su soggetti legati alle articolazioni mafiose operanti nell’ambito cittadino, anche a carico di un Consigliere della Regione Calabria e di un Consigliere del Comune di Reggio Calabria. Il GIP del Tribunale di Reggio Calabria ha rigettato la richiesta cautelare ed avverso questo provvedimento l’Ufficio di Procura proporrà appello.

Nel procedimento penale – si legge nel comunicato ufficiale dei Carabinieri – risulta indagato, sempre per il reato ex art. 416 ter c.p., anche il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, nei confronti del quale, tuttavia, non era stata avanzata richiesta cautelare non avendo ritenuto compiutamente integrati per lo stesso tutti i presupposti legittimanti.

Si precisa che il procedimento è in fase di indagine e gli indagati, attinti da misura cautelare e destinatari di informazioni di garanzia, sono da considerarsi non colpevoli fino a sentenza di condanna divenuta irrevocabile e che la loro responsabilità verrà vagliata dal giudice competente.

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