Sparò a dei ladri per difendersi, oggi è Sindaco: la storia di speranza a cui guarda anche Reggio Calabria

Rodolfo Corazzo 10 anni fa sparò a dei ladri per difendersi. Oggi è Sindaco. A Reggio Calabria, scossa dalla vicenda del macellaio Putortì, si guarda a questa storia con speranza

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Negli ultimi giorni, prima che esplodesse l’inchiesta di ieri sullo scambio politico-mafioso, Reggio Calabria era finita al centro delle cronache nazionali per un altro fatto: la legittima difesa del macellaio Putortì, che ha attaccato dei ladri che si erano introdotti nella sua abitazione. Per difendersi, appunto. Ma uno di loro – in una dinamica ancora tutta da chiarire – è morto poco dopo, abbandonato dai suoi complici fuori dall’ospedale Morelli. Il resto è noto: Putortì continua a rimanere in carcere, seppur ingiustamente. E per questo la frazione di Oliveto – in cui l’uomo vive – qualche sera fa ha organizzato anche una fiaccolata.

Proprio in queste ore c’è una storia indirettamente legata a questa, una storia di speranza molto significativa. Riguarda Rodolfo Corazzo, gioielliere oggi 68enne appena eletto Sindaco del Comune di Rodano (Milano). Cosa c’entra, direte voi? Ebbene quasi dieci anni fa, a fine novembre del 2015, l’uomo sparò a dei ladri per difendersi, uccidendo uno dei tre, facenti parte di una gang albanese che si era introdotta nella sua villa.

Anche all’epoca, come oggi, la Giustizia non fu magnanima, almeno all’inizio. Il signor Corazzo fu infatti indagato per eccesso di legittima difesa e solo due anni dopo il suo caso fu archiviato, con l’accoglimento della tesi difensiva. Oggi, dopo quegli anni difficili e la volontà di urlare al mondo la sua buonafede, l’uomo diventa Sindaco.

E cosa ci sarà tra i punti forti del suo programma? La sicurezza. Già, proprio la sicurezza, quella che allora nel suo Comune era mancata. “Quello che capitò a me, fui sequestrato insieme a mia moglie e mia figlia, allora 11enne, in casa, minacciati con le armi, non succederà più a Rodano”, le parole dell’uomo a Il Giorno. “È stato un caso estemporaneo, slegato dalla nostra realtà, che non si ripeterà, ma vogliamo dichiarare guerra ai furti. Per fortuna non hanno niente a che fare con quello che accadde a noi, ma quel che si prova quando qualcuno tocca le tue cose, viola la tua intimità, è orribile. E la legge deve tutelare i cittadini”.

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