“Tangerinn”, il libro d’esordio della reggina Emanuela Anechoum

Venerdì 21 giugno, presso il Polo culturale Mattia Preti del Consiglio Regionale, il libro di esordio di Emanuela Anechoum

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Il Circolo culturale Guglielmo Calarco- Coop. V. Veneto, con il patrocinio morale del Consiglio Regionale della Calabria, venerdì 21 giugno 2024 alle ore 18.00 , presso il Polo culturale Mattia Preti del Consiglio Regionale, presenta il libro di esordio di Emanuela Anechoum “Tangerinn” Edizioni e/o 2024. Conversa con l’autrice Anna Foti, letture a cura di Cinzia Messina.

Emanuela Anechoum è nata a Reggio Calabria nel 1991 e vive a Roma. Dopo gli studi ha iniziato a lavorare nel mondo dell’editoria a Londra, e successivamente si è trasferita in Italia. Ha scritto per Vice, Doppiozero, Marvin Rivista.
Tangerinn è il suo primo romanzo pubblicato da e/o nel 2024 , è uno dei sei romanzi finalisti della 72ª edizione del Premio Bancarella 2024.ed è tra i dieci romanzi finalisti della V edizione del Premio Clara Sereni.

Mina ha trent’anni e conduce a Londra una vita costruita con grande attenzione e poca spontaneità, nel tentativo spasmodico di sentirsi finalmente “giusta”. Una sera riceve una telefonata da sua madre: il padre è morto. Mina torna a casa per i funerali, ma finisce per restare a lungo. Casa è la periferia di un paese sul mare in cui suo padre gestiva un piccolo bar sulla spiaggia frequentato per lo più da immigrati. Omar aveva cercato con quel bar di creare una piccola comunità per tutti coloro che non si sentivano accolti da quella nuova terra.

In quello strano luogo dove nessuno sembra essere al suo posto, dove le persone troppo spesso appaiono come fantasmi che passano e svaniscono, Mina ritrova la famiglia, gli amici e soprattutto i ricordi del padre, questo mitico, inafferrabile, eterno migrante con un misterioso passato in Marocco. In quest’avventura sensuale ma a tratti quasi metafisica, Mina scoprirà che le radici sono solo un sogno sfuggente, un desiderio di ritrovarsi in una storia comune, in un affetto profondo che ci faccia dimenticare, almeno a tratti, la ferocia del mondo e le ferite dell’abbandono.

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