Autonomia, la richiesta dei sindaci ad Occhiuto

Autonomia: un appello dei sindaci calabresi guidati dal primo cittadino della città capoluogo di regione, Nicola Fiorita, è stato, negli scorsi giorni, rivolto al presidente della regione Roberto Occhiuto

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Un appello dei sindaci calabresi guidati dal primo cittadino della città capoluogo di regione, Nicola Fiorita, è stato, negli scorsi giorni, rivolto al presidente della regione Roberto Occhiuto. L’obiettivo che si propone è l’impugnazione davanti alla Corte costituzionale del testo di legge sull’Autonomia differenziata, per arrivare ad un referendum abrogativo. L’appello chiamato “Una sola Italia” ha raccolto in poco tempo già 70 adesioni. Ma ne sono arrivate in queste ore moltissime altre a dimostrazione che la consapevolezza del flagello, che produce sul nostro territorio l’Autonomia differenziata, pervade ormai l’intero Mezzogiorno. A cominciare ovviamente dai primi cittadini. Già all’epoca in cui, sul tema, organizzammo, oltre un anno fa al “T hotel” di Lametia Terme, un convegno ammonitore, l’adesione dei sindaci in grande prevalenza di centrosinistra (ma anche di centrodestra) fu notevole. Non si sa quale risposta darà all’appello il presidente della regione. Bisogna ammettere che ormai Occhiuto appare molto preoccupato degli effetti perversi di questa legge su di una regione malandata come la nostra. Ma veniamo allo stato degli atti.

Referendum

Le regioni del centrosinistra pronte a richiedere alla Consulta il referendum abrogativo della legge in questione sono quattro. Campania, Puglia, Toscana e Sardegna. Manca la quinta che dovrebbe essere l’Emilia-Romagna, ma il suo presidente, Bonaccini afferma che ci sono dubbi, stante la sua elezione al Parlamento europeo e le sue conseguenti dimissioni, sulla possibilità di apporre la propria firma sulla richiesta di referendum. Più di un costituzionalista afferma che l’assemblea rimane comunque in vita e quindi non dovrebbe esserci alcuno ostacolo alla firma. Il fatto è che Bonaccini ha sempre tenuto, nei confronti dell’Autonomia differenziata, un atteggiamento non sempre chiaro. Dunque – ragionano sottovoce i quattro presidenti – come fidarsi? A questo punto l’adesione del presidente della nostra regione diventerebbe decisivo. Com’è noto, per presentarsi davanti alla Corte costituzionale occorre la firma di cinque regioni.

L’autonomia e la Calabria

Se Occhiuto dovesse compiere tale gesto politico la sua scelta apparirebbe, agli occhi dei calabresi, coraggiosa. E anche se teoricamente potrebbe apparire uno strappo nell’alleanza di governo, le giustificazioni politiche ci sarebbero tutte. Ne cito solo qualcuna. A nessuna regione del Sud l’Autonomia differenziata procura danni quanti ne procura alla Calabria. Basta dare uno sguardo ai dati sulla sanità calabrese citati ieri da Filippo Veltri su questo giornale, per sentire un brivido lungo la schiena. Si tratta di quella sanità di cui Occhiuto ha inteso, all’inizio della legislatura, mantenere stretto nelle sue mani il commissariamento. La seconda giustificazione, di stretto contenuto politico, è rappresentata dal fatto che i tre partiti politici che compongono in Italia l’alleanza di governo, votino poi in Europa, sulla scena politica dove dovrebbero offrire il massimo della coesione, ognuno per proprio conto, come abbiamo visto appena qualche giorno fa. Esiste poi un ultimo motivo di carattere più personale che dovrebbe spingere Occhiuto alla firma. Questa infatti rappresenterebbe la via giusta per acquisire una maggiore dose di autorevolezza e addirittura una certa leadership all’interno del suo partito, in cui la guida di Tajani non è stabile come appare.

Leader non si diventa discettando sui social, dove la popolarità dura qualche ora, ma operando rotture clamorose con tutte le parti politiche che attentino alla vita della regione rappresentata. Ricordo che per un presidente confortato dall’elezione diretta con un vincolo costituzionale unico in Italia, la difesa della propria terra ha un motivo più stringente e culturalmente più eccitante rispetto a quello degli altri protagonisti istituzionali presenti sul territorio. L’occasione dunque è quella giusta. Sotto questo aspetto bisogna riconoscere che Occhiuto è fortunato. La stagione politica gli offre un’occasione irripetibile. Seneca affermava che la fortuna non esiste, che esiste una congiunzione: quando il talento incontra l’opportunità. Lui, l’opportunità, l’ha incontrata. Bisogna vedere se ha talento.

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