Emergenza rifiuti a Catania, interviene anche il Vescovo: il duro appello, “si rischia severa denuncia”

Le parole dell'Arcivescovo metropolita di Catania, Monsignor Luigi Renna, in merito all'emergenza rifiuti nella città etnea

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Difendiamo Catania dalla nostra noncuranza, cominciando a smaltire la spazzatura solo dopo averla differenziata: sarà un modo per rispettare gli spazi che condividiamo; sarà la maniera per testimoniare l’orgoglio di prenderci cura della nostra città”. Comincia così l’intervento dell’Arcivescovo metropolita di Catania, Monsignor Luigi Renna, il quale lancia un appello a tutti i cittadini perché “davanti all’emergenza rifiuti scatti un impegno corale fra istituzioni, famiglie, giovani, fedeli di tutte le confessioni e affinché la città di Sant’Agata non venga deturpata dalla sporcizia, sommersa dai rifiuti e ferita da emergenze sanitarie”.

“Tutti quanti – scrive nel suo messaggio l’arcivescovo – abbiamo appreso della emergenza che rischia di cambiare qualcosa della nostra vita in questi giorni di grande caldo: il Comune, per far fronte alla problematica delle discariche insufficienti al fabbisogno regionale, ha emanato una ordinanza severa, ma necessaria, con la quale annuncia che non saranno più raccolti i rifiuti indifferenziati. Chi, con scarso senso di responsabilità, fa una raccolta non conforme, mettendo nello stesso sacchetto immondizia di ogni genere e l’abbandona all’angolo delle strade, rischia una severa denuncia, ma anche se rimanesse impunito, non deve dimenticare che violenta la nostra città, dimostra noncuranza per una igiene che è garanzia di salute per tutti, dà una immagine negativa a quei turisti che ‘danno il pane’ ai tanti catanesi che lavorano in ristoranti, bar, negozi, b&b, coloro che sono i primi a dover assicurare una svolta all’ ordine e alla pulizia della nostra città”.

“Unisco le mie preoccupazioni – prosegue monsignor Renna – a quelle del Sindaco e di tutta la gente che vuole una Catania presentabile, alla voce di coloro che vengono a visitarla e fanno camminare l’economia turistica, per dire: è il momento di essere più responsabili. Tra circa 50 giorni celebreremo la Festa di Sant’ Agata: vogliamo prepararci al 17 agosto riempendo la città, in ogni angolo, di rifiuti che non si possono più raccogliere se buttati in un mucchio in modo indifferenziato? Vogliamo gridare: ‘Cittadini, viva Sant’Agata” e non amare la città che Sant’Agata ama e ci insegna ad amare?”, si chiede concludenti l’intervento.

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