Falcomatà celebra il Gay Pride ignorando violenze e aggressioni: “ognuno è libero di esprimere le proprie idee” ma solo se è di sinistra

Il Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, celebra il Gay Pride di ieri ignorando totalmente gli episodi di violenza e discriminazione come l'aggressione a Klaus Davi e gli insulti al premier Meloni

StrettoWeb

Che Falcomatà abbia la faccia tosta non lo scopriamo certo oggi. Ma che il Sindaco di Reggio Calabria, anziché esprimere solidarietà e vicinanza alle vittime di violenze e aggressioni del Gay Pride di ieri a Reggio Calabria, ignori questi gravi episodi di odio e discriminazione celebrando l’evento è molto molto grave. Perché significa che è complice di quanto accaduto ieri in riva allo Stretto.

E infatti Falcomatà invia un comunicato stampa con le foto in cui si vedono le bandiere della Palestina, con dichiarazioni al miele per gli organizzatori dell’Arcigay protagonisti di violenze, insulti e discriminazioni, persino dell’aggressione a Klaus Davi. “Il Pride di Reggio Calabria – ha detto il Sindaco ignorando totalmente la gravità degli episodi per cui è dovuta intervenire la Digos – è ormai diventato una bella tradizione per la nostra città, entrando nel cuore di tutti i reggini. Noi come sempre siamo qui, sempre dalla stessa parte, dalla parte dei diritti, della libera manifestazione del pensiero. Questo corteo, che quest’anno peraltro celebra il decennale dei Pride in Calabria, è solo la parte conclusiva di un percorso che la nostra città, nell’ultimo decennio, sta portando avanti con convinzione insieme all’associazione Arcigay ‘Due Mari’, attraverso una serie di numerose battaglie sul tema dei diritti civili“. Ma quali diritti civili ci sono in una manifestazione che insulta il Presidente del Consiglio, alimenta odio e discriminazione e addirittura vuole escludere alcuni partecipanti perchè la pensano diversamente su Israele, che tra l’altro è la patria degli omosessuali?

A testimoniare questa nostra vicinanza sono atti e fatti concreti – ha aggiunto il sindaco – la nostra idea di città difende e valorizza la libera espressione del pensiero, una comunità nella quale ognuno è libero di manifestare le proprie idee, di amare chi vuole e soprattutto di affermare quei diritti che adesso nel nostro Paese ci sono, ottenuti grazie a faticose battaglie che insieme in questi anni abbiamo combattuto, ma rispetto ai quali non si deve mai arretrare, perché le conquiste di democrazia non sono mai conquiste definitive e non si deve mai perdere l’occasione per riaffermarle”.

Insomma, è sempre il solito: fa il paladino dell’antimafia e poi chiede i voti a Danielino, celebra il Gay Pride per le libertà quando è stato l’evento di violenze, aggressioni e discriminazioni. Il Sindaco di Reggio Calabria non sorprende più per la capacità di capovolgere la realtà. Ma chi gli crede ancora?

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