Per i più giovani appassionati di Rap, per i nostalgici, per i nuovi romantici. Ce n’è per tutti. Ce n’è stato, per tutti. In quasi un mese, nella prima decade estiva, Messina è diventata grande. Lo ha fatto attraverso i grandi artisti, alcuni tra i cantanti migliori del panorama nazionale, del presente e del passato, ma sempre attuali. Ieri la città dello Stretto ha cantato e ballato con le canzoni di Max Pezzali, a fine giugno lo ha fatto con Zucchero (il 30) e Ultimo (il 28), per il concerto dei record. Prima ancora, ad aprire la stagione era stato Geolier, nuovo idolo dei giovani e secondo all’ultimo Festival di Sanremo.
Messina è riuscita ad accogliere decine di migliaia di persone. Grazie a un lavoro sapientemente “coltivato” negli anni, grazie alla buona politica, ai rapporti, ai contatti, soprattutto agli spazi. Uno stadio San Filippo-Franco Scoglio sin da sempre criticato, mai veramente amato, quantomeno per il suo scopo principale, quello di ospitare le partite interne della principale squadra di calcio cittadina, la cui tifoseria è rimasta sempre legata al vecchio “Celeste”.
Questo impianto immenso, il più grande della Sicilia, con i suoi 40 mila posti a sedere, non ha mai esultato davvero, se non per qualche anno di Serie A. Ma se non ha urlato di gioia per un gol, ha di certo urlato e cantato per le emozioni che i concerti gli hanno saputo regalare negli anni. Unendo praticamente la Sicilia e almeno la bassa Calabria. C’erano tutti questi, nell’ultimo mese, per una delle città scelte spesso dagli artisti che effettuano tour negli stadi. I motivi? Il luogo strategico, la grandezza e modernità dell’impianto e la buona politica.
Certo, la città deve ancora crescere, a partire da determinati servizi e dal malcontento di alcuni spettatori ieri, per i trasporti, il caos cittadino, i bagni e l’igiene. Ma è già un punto avanti, quello di oggi, un grande punto avanti. “Ancorata” per anni all’Università e al suo Porto, che accoglie giornalmente navi da crociera e turisti, ha guardato per anni la vicina Reggio con invidia, apprezzandola però per l’impegno. Ma ora, da qualche anno a questa parte, ha saputo ribaltare la posta. Ha lavorato lì dove deve lavorare una città di mare. Sui grandi eventi, sulle grandi estati, sugli artisti migliori. Fornendo spazi, aprendo porte, mostrandosi gentile e accogliente. Così si diventa grandi. E ora Messina si gode il suo momento.