Da Gioia Tauro al “Minniti” una certezza: le infrastrutture cambieranno la Calabria

Le infrastrutture logistiche e di mobilità possono rilanciare l’economia della Calabria e di tutto il Sud

StrettoWeb

Qualche giorno fa è diventato finalmente operativo il cosiddetto “ultimo miglio” per il collegamento tra lo scalo portuale di Gioia Tauro e la linea ferroviaria Battipaglia-Reggio Calabria, parte integrante del corridoio europeo ad Alta Capacità Scandinavo-Mediterraneo. La notizia è passata pressoché inosservata, ma è di importanza epocale per la Calabria e tutta l’Italia meridionale.

Non si tratta di un semplice collegamento ferroviario, ma di un sistema di piazzali e binari compresi tra la stazione ferroviaria di Rosarno ed il porto taurense, che consente oggi all’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio di realizzare il proprio gateway ferroviario, in base agli standard infrastrutturali richiesti dall’Unione europea.

I terminalisti operanti nel porto, grazie ad appositi binari a loro disposizione, dopo aver sbarcato i containers dalle grandi navi provenienti dall’Estremo Oriente, potranno caricarli su convogli ferroviari lunghi fino a 750 metri. L’attività potrà essere svolta sia di giorno che di notte, grazie all’illuminazione dei piazzali garantita da RFI che gestirà l’intera area ferroviaria portuale. Per la movimentazione dei carri nello scalo portuale sono già in servizio delle nuove locomotive del Polo Logistica del Gruppo Ferrovie dello Stato.

A completare il quadro dell’upgrade infrastrutturale in corso nel porto di Gioia Tauro, l’8 luglio scorso, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione della banchina di ponente, attrezzata per svolgere una nuova funzione portuale: quella della manutenzione e riparazione delle navi. Un servizio essenziale da offrire ad enormi navi che solcano gli oceani per settimane prima di toccare terra.

Considerando la continua crescita di questo scalo portuale, con i 4 milioni di Teu movimentati nel corrente anno, il quadro che si delinea è persino entusiasmante, e dimostra che anche al sud, quando si vuole, si può. Lanciare Gioia Tauro come porto gateway, infatti, può rappresentare una svolta per l’intero sistema nazionale della portualità.

Se, infatti, finora questo scalo ha lavorato con successo nel “transhipment” ovvero nel trasferimento di merci da grandi navi portacontainers e navi più piccole, garantendo la distribuzione capillare delle merci dall’Estremo oriente ai porti del mediterraneo, con le nuove strutture i containers potranno essere distribuiti direttamente nell’entroterra, trasferendoli su ferro per raggiungere i mercati di tutta Italia se non, in prospettiva, di tutta Europa.

Una crescita senza precedenti a favore di uno scalo la cui potenzialità è stata colta in pieno da una politica finalmente attenta ai trasporti: in tal senso appare esemplare il comportamento della Regione Calabria, ed in particolare della giunta presieduta da Roberto Occhiuto, che ha lavorato molto per l’attivazione delle opere che abbiamo appena descritto.

L’attenzione della Regione per lo sviluppo infrastrutturale, il più importante fattore di crescita economica che si possa immaginare per un territorio, è palpabile anche a pochi chilometri dal porto di Gioia Tauro dove, sempre negli ultimi mesi, assistiamo ad un altro sorprendente ed inatteso “boom” infrastrutturale: quello dell’aeroporto di Reggio Calabria.

Dove è bastato risolvere l’annoso problema legato alla fase di atterraggio per assistere ad uno sviluppo inarrestabile di voli e passeggeri. Parliamo, infatti, dell’”aeroporto dello Stretto”, sulla cui area di influenza gravita anche la città di Messina e buona parte della sua provincia. Non a caso, con rara lungimiranza, il presidente Occhiuto è in prima fila per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, avendo compreso che l’opera non serve soltanto alla Sicilia.

Si pensi proprio all’enorme miglioramento dell’accessibilità dell’aeroporto di Reggio Calabria dalla Sicilia, nell’ambito di un sistema ferroviario interconnesso chiamato “metropolitana dello Stretto”. Un sistema in grado di concretizzare quella che si delinea come un’unica entità urbana tra Messina e Reggio, a cavallo dello Stretto, il cui sviluppo è finora stato frenato da collegamenti navali che non possono bastare a sviluppare le sinergie che già si delineano tra le due città.

Tornando al porto di Gioia Tauro, si realizzerebbe la preziosa opportunità di accedere ad un mercato di 5 milioni di persone, attraverso il nuovo collegamento ferroviario ed il costruendo corridoio europeo Scandinavo-Mediterraneo (Helsinki-La Valletta) che proprio in Sicilia ha la sua estremità meridionale. Lo scalo portuale si porrebbe in tal modo al centro di un sistema portuale diffuso che interessa non soltanto gli scali portuali siciliani, Augusta in testa, ma anche altre realtà poco o nulla sfruttate nel meridione d’Italia in chiave “gateway”: si pensi a Taranto o Salerno, ma anche, sempre in Calabria, a Corigliano-Rossano, porto pressoché inutilizzato ma dalle potenzialità immense, per conformazione e spazi retroportuali.

Non si tratta di un’idea dell’ultim’ora: il sistema era stato ipotizzato decenni fa, e prende il nome di A.L.I (Aree Logistiche Integrate). Esso comprende i porti sopra citati, gli interporti siciliani, pugliesi, campani, la stessa area di smistamento ferroviario che prende forma nella piana taurense e le relative infrastrutture di collegamento. Un sistema che non è mai passato dalla teoria alla pratica a causa di una classe politica colpevolmente miope. La quale, a livello nazionale, ha volutamente ignorato le potenzialità di un Meridione situato al centro del Mediterraneo, mare in cui transita un quarto dei containers di tutto il mondo.

Ed a livello locale, finora, ha ignorato le potenzialità delle infrastrutture e della logistica, limitandosi ad ipotizzare un impossibile sviluppo economico basato esclusivamente sul turismo: l’illusione di fare della Calabria la “Florida d’Europa” è stato il modo migliore per farne, invece, il “terzo mondo” d’Europa. Anche perché la Florida non vive affatto di solo turismo.

Le ultime, confortanti notizie, e le grandi opere già programmate per il prossimo futuro ci fanno sperare che, finalmente, il periodo degli slogan e delle facili illusioni sia finito, lasciando il posto alla lungimiranza ed alla concretezza.

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