Gli ‘mpanicati sono tornati

Fate i test psichiatrici a chi si fa ancora i tamponi

StrettoWeb

Gli ‘mpanicati sono tornati. In giro qualcuno indossa di nuovo le mascherine. Sono sempre più isolati, giustamente emarginati per la loro schizofrenica isteria fuori dal mondo, ma è un fatto che sono tornati. Così come i deliri dell’Oms che diffonde quotidianamente comunicati dai toni allarmisti e catastrofisti sulla nuova fantomatica variante del Covid-19 che sarebbe responsabile di uno “spropositato” – proprio così dicono – aumento dei contagi. E fanno di nuovo il bollettino con il numero di casi, di ricoverati e di decessi. Che in realtà non sono mai finiti.

Che il Covid-19 fosse come l’influenza era chiaro fin da subito. E che non sarebbe finito mai era chiaro sin da subito. E’ stato soltanto un problema di percezione: oggi accettiamo che di Covid-19 ci possiamo contagiare, persino “ammalare” (per quei deviati che considerano una malattia avere la tosse per 48 ore), e accettiamo anche che nel caso di persone già gravemente malate o molto anziane, possa anche essere il colpo di grazia. Com’è sempre stata qualsiasi banale influenza a cui non davamo il nome: prima si moriva di vecchiaia, adesso se hai 94 anni e sei in sedia a rotelle, diabetico, allettato, iperteso, collassato ogni due tre, e poi un giorno muori, c’è la corsa al tampone per sapere se ti ha “ucciso” il Covid.

La follia.

Eppure questo delirio dell’estate 2024 ci riporta indietro di tre anni fa, quando secondo i grandi media che facevano da megafono alle bizzarre tesi dell’allora Ministro della Salute Roberto Speranza, la scienza ci diceva che i vaccini avrebbero garantito l’immunità: bastava una dose per non farsi beccare dal Covid a vita. Adesso abbiamo il 90% della popolazione che di dosi se ne è fatte due e l’80% che se ne è fatte tre, con un buon 40% che se ne è fatte persino quattro. E dopo tre anni, questi ‘mpanicati si fanno ancora il tampone e si cacano addosso se risultano positivi. Dopo che già quotidianamente si cacano addosso per ogni mal di testa o mal di pancia che li porta a pensare alla morte imminente per gli effetti avversi del vaccino.

La psicosi del Covid torna alla ribalta tre anni dopo le fake news sui vaccini spacciate per voci di scienza

Hanno paura del virus ma anche dei malori improvvisi, vivono nel panico e nel terrore. Ma per fortuna la politica ha ribaltato queste assurdità. Al governo non ci sono più Conte, Draghi e Speranza. Il Covid-19 è totalmente scomparso dall’agenda quotidiana (per fortuna). Il problema è soltanto di chi si fa ancora i tamponi: andrebbe sottoposto a test psichiatrico.

Persino Bassetti, tra i più allarmisti quando bisognava imporre il lockdown, il green pass e il vaccino, adesso si è adeguato all’approccio di buon senso del nuovo governo: “Il Covid c’è e infetta” ha detto oggi al Corriere della Sera. “Non è una novità né una sorpresa. Però non c’è rischio. Convincetevi, il Covid è finito. Voltiamo pagina, parliamo delle emergenze vere. Come l’antibiotico-resistenza. Che senso ha lanciare allarmi per una malattia che fa colare il naso per due giorni? Non ha nessun senso fare il tampone se la persona è sana e ha meno di 65 anni“.

Insomma, anche tra gli ‘mpanicati ci sono i pentiti. Meglio tardi che mai. Chi invece rincorre il tampone ancora oggi, a luglio 2024, dopo tutte le evidenze e i fatti emersi negli ultimi cinque anni, è davvero senza speranza.

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