Jaan Roose ce l’ha fatta: ha attraversato a piedi lo Stretto di Messina su una fettuccia di 1,9 cm di larghezza tesa tra i due piloni ex Enel di Santa Trada e Torre Faro, sospeso ad oltre 200 metri sul livello del mare. Il 32enne slackliner estone ha percorso a piedi oltre tre chilometri e mezzo in meno di tre ore, esattamente due ore e 56 minuti: è il primo uomo ad attraversare a piedi lo Stretto di Messina, entrando così nella grande storia del mito e della leggenda di Scilla & Cariddi.
Una caduta a meno di 200 metri dal pilone messinese ha vanificato il record mondiale: in realtà Jaan Roose l’ha battuto, perchè ha percorso senza mai cadere oltre 3.400 metri, ma il regolamento prevede che si debba toccare terra dall’altro lato senza mai cadere e quindi il primato rimane quello di 2.700 metri realizzato tra le cime del Mont Dorè in Francia. Probabilmente, però, Jaan Roose ci riproverà.
L’impresa di Jaan Roose e il Ponte sullo Stretto
Intanto con la sua impresa lascia un’eredità straordinaria: attraversando lo Stretto di Messina in meno di tre ore a piedi, ha dimostrato quanto siano vicine le due sponde dello Stretto e quanto sia indispensabile il Ponte che le unisca anche fisicamente: attraversare questo piccolo tratto di mare è spesso e volentieri molto più difficile in auto, in moto e in treno rispetto a quanto tempo non ci abbia impiegato Roose questa mattina. Quotidianamente, infatti, il tempo medio di attraversamento sui mezzi gommati supera l’ora e un quarto; su rotaia invece siamo a due ore e mezza. Ma basta una piccola coda, un qualsiasi problema legato alle condizioni meteo o le file dei weekend o dei periodi festivi, che i tempi si dilatano agevolmente fino a 4 o cinque ore. Insomma, Jaan Roose sospeso a piedi su uno spago appeso tra i due piloni ci ha impiegato meno tempo di quanto necessita a pendolari e viaggiatori con il vetusto sistema del traghettamento.
Jaan Roose, inoltre, ha unito lo Stretto testimoniando la vicinanza geografica ma anche culturale e sociale tra le due sponde: gli occhi dei tanti curiosi radunati sotto i due piloni esprimevano le stesse emozioni, la stessa speranza, di vedere compiuta un’impresa che unisce le due sponde. Solitamente Roose cammina tra grattacieli della stessa città, o tra alberi della stessa foresta: oggi ha camminato tra due piloni della stessa area che non può rimanere così isolata e dalla mobilità negata com’è oggi per l’assenza del Ponte.
Con la sua impresa, ancora, Roose ha regalato allo Stretto di Messina un’eccezionale visibilità internazionale: per celebrare questo momento sportivo così straordinario ci sono state milioni di visualizzazioni con una grande curiosità per il luogo dell’impresa. La bellezza dello Stretto ha incantato gli osservatori, che stanno scoprendo dove si trova, cosa rappresenta, quali sono le peculiarità e le attrazioni della zona, stimolandoli così ad organizzare un viaggio da queste parti e ammirare dal vivo ciò che oggi hanno visto in TV.
L’impresa di Jaan Roose testimonia quanto lo sport possa valorizzare il territorio: se l’estone è stato il primo uomo ad attraversare lo Stretto di Messina a piedi, tanti altri potranno farlo con la realizzazione del Ponte sullo Stretto dove si potrà organizzare la Maratona dello Stretto e certamente passerà anche il Giro d’Italia, sancendo l’unione tra la Sicilia e il Continente anche in bicicletta.
Insomma, l’impresa di oggi ha fatto entrare Jaan Roose nella storia: il funambolico atleta non è riuscito a battere formalmente il record ma si è spinto oltre ogni limite fin qui raggiunto, non solo sotto l’aspetto fisico ma anche emotivo. Perché in tanti hanno enormi difficoltà anche solo a salire sui gradini di quei piloni, figuriamoci rimanere sospesi sullo Stretto a centinaia di metri di altezza camminando per tre ore. Attraversare lo Stretto con i piedi per terra, però, è ancora più difficile. Ecco perchè oggi Jaan Roose ha fatto un regalo straordinario a questa terra: ci ha raccontato che si può fare. Si può unire lo Stretto, si possono superare i limiti, si può trasmettere un messaggio di unione e relazione all’insegna del mito e della leggenda, basato sulla grandezza umana. Da quella sportiva a quella ingegneristica, richiesta per realizzare il Ponte.
“Un simbolismo quasi mitologico che sottolinea la straordinarietà di questa sfida, evocando l’eterna lotta dell’uomo contro i limiti dell’impossibile” hanno scritto gli organizzatori di RedBull, ed è una sfida che nello Stretto continuerà ancora e non si fermerà finché quei limiti non verranno battuti e quelle colonne d’Ercole non verranno superate. Finché il Ponte non sarà realtà, e da quel momento tutti lo percorreranno gaudenti. A partire da coloro che oggi si oppongono: gli stessi che non riescono ad apprezzare l’impresa di Jaan, che affrontano ogni novità con scetticismo e disfattismo. Si saranno chiesti se sullo Stretto possono passare gli aerei per la presenza di Jaan e della sua fune, così come alimentano bufale e fake news sul transito delle navi sotto il Ponte sullo Stretto? E quante altre fandonie anti scientifiche dovremo ancora sentire da parte dei soliti cavernicoli “No tutto“? Intanto, aspettando il Ponte, celebriamo il primo uomo che lo Stretto lo ha attraversato davvero. Lasciandoci un messaggio forte e chiaro: si può fare. Nulla è impossibile.
Il Ponte sullo Stretto è quella “fettuccina” che consentirà a milioni di persone di fare – molto più rapidamente e comodamente – quello che oggi ha fatto Jaan Roose nell’ammirazione generale: attraversare lo Stretto in libertà.