E’ tutto pronto per la più grande impresa della storia: la slackline tra i due piloni dello Stretto è già tesa da ieri e Jaan Roose, il campionissimo estone di 32 anni, è arrivato in riva allo Stretto dove si sta ambientando e concentrando. Il primo tentativo, condizioni meteo permettendo, sarà domenica mattina. E Jaan non ha perso la voglia di scherzare: oggi ha incontrato i giornalisti appositamente giunti da tutt’Italia in riva allo Stretto per documentare l’evento, e, appunto, scherzando – ma neanche troppo – ha espresso tutto il suo stupore per quanto mangiano calabresi e siciliani.
Rispondendo alle domande della stampa presso l’Altafiumara Resort di Santa Trada, a Villa San Giovanni (Reggio Calabria), proprio nei pressi del pilone da cui partirà per tentare l’impresa (si tratta dei vecchi tralicci Enel che servivano per portare l’energia elettrica in Sicilia), si è lasciato scappare che “qui la gente mangia tantissimo, per me l’antipasto è già abbastanza“.
L’alimentazione, per Jaan, è uno degli elementi fondamentali per preparare le sue imprese straordinarie. E’ già il detentore di tutti i record mondiali di questo sport così affascinante quale è lo slackline, e Jaan non ha scelto lo Stretto di Messina a caso. I suoi attraversamenti preferiti sono quelli tra gli alberi, perchè ama stare a contatto con la natura, ma oggi ha spiegato di aver scelto lo Stretto di Messina “per la bellezza naturale del posto e per tutto quello che offre in termini di storia e cultura. Siamo in un’area straordinaria, e fare questo attraversamento è una sfida grandiosa per quanto è difficile, quindi mi ha attratto molto. E’ la sfida più grande e difficile della mia carriera. Ho visto quanti ci hanno provato a nuoto, e allora ho pensato perchè non provarci anche io a piedi appeso ad alta quota“.
Jaan partirà dal pilone di Santa Trada a 260 metri sul livello del mare, arriverà su quello di Messina – se tutto andrà bene come gli auguriamo – dopo tre ore di camminata su uno spago di 1,9cm appositamente realizzato per l’occasione. La larghezza originaria della fettuccia, infatti, è di 2,5cm ma “più grande è e più si muove. Solitamente è di 2,5cm ma per questa performance vista la distanza e la forza del vento, con il mio team abbiamo deciso di ridurla a 1,9cm per diminuire l’impatto del vento. In modo particolare alla partenza, le onde provocate dal vento sarebbero state difficili da affrontare quindi questa è la scelta“. Jaan ha spiegato anche la tecnica della sua camminata: “dovrò iniziare piano, all’inizio sarò in discesa, poi nella fase centrale dovrò un po’ accelerare, alla fine dovrò… salire le scale” afferma ridendo, in quanto la parte finale sarà in salita e quindi la più faticosa.
“Sono molto eccitato per questa grande sfida, ho ben chiaro quanto sarà difficile e ovviamente ho paura. E’ giusto avere paura, ma devo essere bravo a controllarla. Sono consapevole di quello che sto facendo e ho tutto sotto controllo: per me è fondamentale conoscere tutti i dati sul vento, sulla velocità, avere la massima concentrazione e la fiducia nel mio team. Mi sto preparando riposandomi molto, dormendo molto e ovviamente allenandomi, idratando bene il corpo che è una cosa fondamentale con la corretta alimentazione. Camminare sospeso è per me una metafora della vita, significa andare avanti, raggiungere passo dopo passo i miei obiettivi e continuare a battere i miei record“, ha detto chiacchierando con i giornalisti.
Per quanto riguarda l’attraversamento dello Stretto e le specifiche difficoltà che questa sfida riserva, l’atleta estone ha detto che “la lunghezza non mi preoccupa, ho già fatto lunghe distanze, ovviamente qui il vento incide di più così come il caldo e il sole, quindi le condizioni ambientali rendono la sfida ancor più impegnativa. Mi dovrò proteggere con la crema solare, so come gestire tutte le difficoltà, sono preparato dal punto di vista fisico e mentale, sono prontissimo a questa sfida“. Senza trascurare alcun particolare, a partire dalle calzature: “solitamente lo faccio sempre a piedi scalzi perchè è importante sentire il contatto con la corda sulla pelle dei piedi, stavolta invece vista la complessità dell’impresa ho preferito usare le scarpe. E’ un dettaglio molto importante, cammino su una sorta di fune larga quanto il mio dito, la scelta degli indumenti nel complesso non è stata semplice proprio per i fattori ambientali. Ho provato tante cose, utilizzerò una maglia a maniche lunghe, leggera e comoda, affinché mi protegga dal sole e dal caldo“.
Jaan ha ricordato un’altra competizione che ha vinto nel 2016 a Catania, in piazza Bellini tra due palazzi: “ricordo le tante difficoltà che ho avuto quel giorno ma poi ho vinto lo stesso, io partecipo sempre per vincere. La Sicilia mi piace tantissimo, spero di lasciare ancora una volta Messina e la Sicilia con un altro trofeo, con un’altra vittoria”. Poi la dichiarazione d’amore per lo Stretto: “io sono estone, vengo da un posto che è abbastanza buio e freddo e ho sempre pensato, per quando sarò più grande, di trovare un luogo nel Sud dell’Europa con l’acqua pulita, il sole caldo, dove stabilirmi per vivere, e credo che Messina e lo Stretto siano il luogo ideale“.