La siccità come i rifiuti, il Covid e le tasse: è sempre colpa dei cittadini

A Reggio Calabria e a Messina, in Calabria e Sicilia, dilagano i rimproveri ai cittadini "spreconi" per la carenza idrica: il solito schema di alibi e colpevolizzazione con cui la politica nasconde i propri errori e le proprie responsabilità

StrettoWeb

Non c’è acqua e adesso è colpa dei cittadini. E’ sempre la solita storia, come quando il Comune non è in grado di raccogliere i rifiuti e se la prende con i “lordazzi“. Ma lo abbiamo già visto anche a livello nazionale, con la pandemia di Covid-19 quando il Governo scaricava le proprie gravi mancanze sulla gente alimentando la barbara delazione nella caccia all’untore e scatenando droni e forze dell’ordine su innocenti runner solitari o contadini nell’orto di famiglia.

Lo schema è sempre lo stesso: lo Stato non è in grado di raccogliere le tasse, e allora fomentiamo l’alibi dell’italiano evasore fiscale. Il Comune non riesce a mantenere la città pulita e anziché impegnarsi per risolvere il problema con tutti i propri enormi strumenti a disposizione, si ingegna sotto il profilo della comunicazione per scaricare la colpa sui cittadini: idea geniale, chiamiamoli “lordazzi” e così si azzuffano tra loro. Da quel momento i più deboli, i più fragili e malleabili, gli allocchi, cadono nella trappola e anziché chiedere conto a chi ha la responsabilità di far funzionare le cose, a chi viene lautamente pagato per quello, si accaniscono contro i concittadini, contro i loro fratelli, i loro cugini, i loro amici e parenti. E scatta la caccia al “lordazzo“, quando l’unico vero responsabile è e resta sempre e solo l’autorità che malgoverna la città.

Adesso è la stessa cosa con l’acqua: c’è la siccità, certo. Aspettiamo la pioggia, certo. Non arriverà presto, ovviamente: siamo a fine luglio, d’estate non piove mai, anche se facesse uno o due giorni di pioggia ad agosto sarebbero veloci acquazzoni in giornate di caldo che non potrebbero in alcun modo compensare il deficit idrico. Bisogna aspettare l’autunno. La siccità c’è per motivi naturali, in quanto lo scorso inverno non ha piovuto molto. Ma la carenza idrica non c’entra nulla con la siccità: dipende dalle inefficienze della politica, dalle mancanze delle autorità di governo. In Italia, e soprattutto in Calabria, c’è tanta di quell’acqua e tanta di quella pioggia che la parola siccità non dovrebbe esistere neanche sul vocabolario, non dovrebbe esistere neanche per un giorno, neanche se non piovesse per due anni consecutivi, qualora esistessero le adeguate infrastrutture funzionanti nel resto del mondo: dighe, bacini, acquedotti, reti idriche e dissalatori. Invece la politica per decenni ha detto “no” a tutto – come oggi fa con il Ponte sullo Stretto – e adesso anziché chiedere scusa e prendersi le proprie responsabilità, scarica le colpe sui cittadini: il Sindaco di Reggio Calabria l’ha già fatto in modo eclatante, facendosi riprendere dal suo addetto stampa mentre redarguiva due poveracci che si lavavano l’automobile in una fontana pubblica. Ma ogni giorno in città, in provincia e più in generale in Calabria e Sicilia si moltiplicano gli appelli, che sanno di rimproveri, o addirittura i rimproveri veri e propri, ai cittadini: devono risparmiare, non devono usare acqua, non devono “sprecare” il prezioso liquido. E ricomincia il refrain della colpevolizzazione: fai la lavatrice e ti senti in colpa, ti lavi i denti e ti senti in colpa, vorrebbero (loro) che vivessi come un “lordazzo” (tu!) e poi ti chiamano “lordazzo” (loro) che non sono in grado di garantire un normale e banale sistema di raccolta dei rifiuti (sempre loro!).

Nessuno dice però che la siccità non ci sarebbe se le reti idriche non disperdessero: in Calabria, oltre il 60% del prezioso liquido presente in abbondanza finisce  in mezzo alle strade. Nessuno dice che nelle zone in cui arriva l’acqua, gli acquedotti sono pieni e non collegati ai sistemi di approvvigionamento di aree in sofferenza idrica. Significa che se un cittadino di Campo Calabro non ha problemi idrici e risparmia l’acqua, quell’acqua risparmiata non arriverà mai a un cittadino di Saline Joniche dove invece l’acqua non c’è. Significa che il cittadino di Campo Calabro può fare le lavatrici e lavarsi i denti senza sentirsi in colpa: non sta facendo un torto a nessuno. Il cittadino di Saline Joniche, invece, non deve prendersela con il vicino che ha l’acqua e la usa, perchè quell’acqua non arriverebbe comunque nel suo rubinetto: le responsabilità sono sempre e comunque soltanto di chi governa.

A Reggio Calabria c’è la rete idrica più vetusta e compromessa d’Italia. Negli scorsi anni era stato ideato un sistema di controllo delle perdite ultra tecnologico e innovativo: consentiva di rilevare i guasti ricorrenti ed intervenire sostituendo una volta per tutte la linea. L’Amministrazione Falcomatà ha dismesso questo sistema, e i soliti noti possono intervenire anche 20, 25, 30 volte in un anno nel solito guasto. A favore di chi?

Questo sistema di malaffare e cattiva gestione politica ha ulteriormente compromesso la rete di approvvigionamento dell’acqua. E adesso gli stessi politici protagonisti del disastro, se la prendono con i cittadini che “non devono sprecare“!

Vi ricordate Conte e Speranza sul Covid-19? I pericolosi “assembramenti“? “Tra 15 giorni sarà un disastro“, dicevano. E invece erano loro che dovevano fare il piano pandemico e non l’avevano fatto, erano loro che sottovalutavano l’allarme che arrivava dalla Cina e non bloccavano i voli diretti da Wuhan. Anzi: quando le opposizioni chiedevano più attenzione, loro urlavano al pericoloso razzismo di Salvini e Meloni intraprendendo bislacche iniziative quali “abbraccia un cinese” e “aperitivi contro la paura“. Sono stati loro, il Governo di allora nei suoi organi principali, dal premier ai Ministri competenti, gli unici responsabili del dilagare del Covid-19 in Italia (primo Paese dell’occidente raggiunto dalla pandemia) e delle drammatiche performance del nostro Paese (il più alto numero di contagi, di morti e di mortalità in due anni). Eppure hanno capovolto la frittata prendendosela con i cittadini: prima i no mask, poi i no green pass, poi i no vax. Era sempre colpa degli altri, semplici cittadini, soprattutto se contestatori, e mai la loro che erano gli unici che potevano – anzi dovevano – prendere le decisioni e tutelare la gente. Hanno innescato guerre tra poveri, hanno colpevolizzato persino chi usciva a farsi un’innocua passeggiata. Hanno imposto la mascherina nei boschi, inseguito i runner, sparato gli idranti su manifestanti inoffensivi. Gli stessi che oggi urlano al fascismo se la Polizia usa i manganelli contro violenti e facinorosi sostenitori del terrorismo! Hanno diviso il Paese, hanno scaricato sui cittadini tutte le responsabilità della politica.

Esattamente come succede adesso in Calabria e Sicilia sulla siccità.

E’ sempre il solito schema.

E noi abbiamo un’idea: volete che lo accettiamo? Le colpe ce le prendiamo pure, a un semplice patto però. Dateci anche il vostro stipendio, i vostri benefit e i vostri privilegi. Perché sono oneri e onori. Responsabilità e privilegi, appunto. Se è sempre colpa nostra, toglietevi quella fascia tricolore, uscite da quel palazzo, alzatevi da quelle poltrone.

Oppure, prendetevi le vostre responsabilità. Altrimenti è troppo facile avere solo gli onori dei ruoli di potere e poi scaricare ogni onere sui cittadini “lordazzi e spreconi. Troppo facile e troppo infame. La gente non ci cascherà ancora. Se manca l’acqua, dovete nell’ordine:

  1. chiedere scusa
  2. fare dighe, bacini e dissalatori
  3. sistemare acquedotti, reti e impianti
  4. chiedere scusa di nuovo

E invece ogni volta che chiedete ai cittadini di “non sprecarevi state umiliando nella vergogna di chi cerca alibi e scarica le proprie responsabilità. Alimentando la comprensibile e condivisibile rabbia della vostra stessa gente. Ma come, prima mi entri dentro casa a svaligiarla e poi hai anche il coraggio di dirmi che non avevo chiuso bene la porta? Con quale razza di faccia e coraggio? 

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