Un tragico incidente stradale ha riacceso in maniera improvvisa i riflettori sui richiami degli airbag Takata. Il 28 maggio la 24enne Martina Guzzi ha perso la vita a Catanzaro in seguito ad un frontale con un’altra vettura. “La giovane – riporta l’associazione Codici – era al volante di una Citroën C3, modello diventato famoso insieme alla DS Automobiles DS3 per essere stato oggetto di un richiamo a metà maggio”.
Lo stop ha riguardato i modelli prodotti dal 2009 al 2019, oggi non più commercializzati, ed è stato accompagnato da una nota del gruppo Stellantis in cui si invitavano i proprietari a sospendere la guida a causa di possibili rischi legati agli airbag Takata.
“Come detto, la giovane morta nell’incidente a Catanzaro era alla guida di una Citroën C3 ed ora la relazione preliminare dei consulenti della Procura chiama in causa proprio l’airbag. La giovane, infatti, avrebbe perso la vita per un malfunzionamento del sistema di detonazione del dispositivo. Secondo i consulenti, l’airbag, a seguito dello schianto, ha proiettato ad alta energia cinetica un corpo metallico con modalità d’urto e lesività assimilabili ad una ferita d’arma da fuoco”.
“La nostra associazione – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – si è attivata per tutelare i proprietari dei modelli richiamati a fronte di una situazione diventata insostenibile. Lo stop delle vetture con l’invito ad interrompere la guida ha creato il caos, perché la sostituzione dell’airbag è risultata impossibile per molti cittadini, tra mancate risposte e tempi di attesa lunghissimi per un appuntamento in officina”.
“Questo sarebbe il caso anche del fidanzato della giovane vittima dell’incidente stradale di Catanzaro, che aveva ricevuto la lettera di richiamo ed aveva scritto alla casa automobilistica pochi giorni prima del sinistro fatale, senza ricevere risposta. Se la relazione dei consulenti della Procura venisse confermata, ci troveremmo di fronte alla prima vittima in Italia causata da un difetto di fabbricazione degli airbag Takata”.
“Considerando l’elevato numero di modelli richiamati ed i rischi per la sicurezza, riteniamo doveroso un intervento urgente da parte della casa automobilistica per velocizzare i tempi di sostituzione dell’airbag, assicurando un’assistenza efficace per alleviare i disagi. Pensiamo, ad esempio, a chi in questi mesi è rimasto a piedi ed ha dovuto sostenere spese extra a causa dell’impossibilità di utilizzare l’auto. I disagi sono evidenti e per questo andremo avanti con la nostra azione legale con cui chiediamo il risarcimento dei cittadini”.
I proprietari e possessori dei modelli Citroën C3 e DS Automobiles DS3 prodotti dal 2009 al 2019, oggi non più commercializzati, oggetto del richiamo da parte della casa automobilistica che hanno avuto o stanno ancora avendo difficoltà con la sostituzione dell’airbag possono rivolgersi all’associazione Codici telefonando al numero 065571996 o scrivendo all’indirizzo e-mail segreteria.sportello@codici.org.