Messina, è caos: tutto pronto per la cessione agli americani, ma Sciotto fa ostruzionismo. I DETTAGLI

Il Messina è vicinissimo alla cessione una grossa società americana del settore delle tecnologie che ha grandi ambizioni per il club peloritano, ma Sciotto è scomparso nonostante l'accordo sul preliminare di vendita

StrettoWeb

Se Atene piange, Sparta non ride. La situazione del calcio tra le due sponde dello Stretto di Messina è davvero tragi-comica, con l’unica differenza che a Reggio Calabria la politica è stata la principale protagonista delle ultime tristi vicissitudini che hanno portato la Reggina a “vivacchiare” in serie D, mentre a Messina la situazione è più lineare perchè, quantomeno, è legata a dinamiche prettamente imprenditoriali.

Il Messina, che dal 2008 al 2021 ha militato per ben 9 stagioni in serie D (è forse il club che Brunetti ha preso come modello quando, la scorsa estate, auspicava “dieci anni di serie D” anche per la Reggina), si appresta al quarto campionato consecutivo in serie C dove fin qui è riuscito a salvarsi negli ultimi tre anni sempre per il rotto della cuffia. Pietro Sciotto, titolare di una grossa concessionaria automobilistica e proprietario del club dal 25 luglio 2017 e quindi esattamente da sette anni, difficilmente può fare qualcosa di più in base alle proprie risorse e/o alla volontà di investirne di ulteriori nel calcio. Però quello che sta succedendo negli ultimi giorni è ai limiti dell’inverosimile.

Tutti i dettagli della trattativa con gli americani

A giugno, infatti, arriva una manna dal cielo. Alle porte del club ha bussato una grossa azienda americana che opera nel settore delle nuove tecnologie. Si tratta di un’azienda molto solida con sedi a Miami, Londra e Malta perchè opera nel mercato degli Stati Uniti, del Regno Unito e dell’Unione Europea. Adesso sta lanciando un nuovo prodotto tecnologico e lo vuole promuovere tramite il mondo del calcio: per questo ha intenzione di investire a Messina, perchè la Sicilia è un grosso richiamo per gli investitori esteri stimolati dalla ricchezza del territorio isolano, dalle straordinarie prospettive date dalla costruzione del Ponte sullo Stretto, e dagli investimenti dei colossi del City Group a Palermo e di Pelligra a Catania. La company americana vuole fare grande anche il Messina, la terza città della Sicilia, e ha contattato Pietro Sciotto per la prima volta il 14 giugno, offrendo 2 milioni e mezzo di euro per rilevare il club. Uno dei pilastri del progetto è che questo nuovo prodotto tecnologico nelle intenzioni degli acquirenti dovrà essere anche lo sponsor di maglia del Messina, da subito.

Sciotto aveva immediatamente dimostrato la voglia di chiudere la trattativa e cedere il club, anche pubblicamente con un comunicato stampa in cui diceva che il nuovo staff lo avrebbe scelto la nuova proprietà. Quando gli poteva ricapitare un’occasione così? L’operazione sembrava dovesse andare in porto già nei primi giorni di luglio, ma poi un improvviso ricovero ospedaliero del proprietario del Messina ha bloccato tutto. Sciotto, in realtà, ci ha ripensato. Non vuole mollare il Messina. Sarebbe troppo importante per la visibilità della sua concessionaria nel territorio. Così, dapprima ha chiesto più soldi. Gli americani hanno accettato in toto le sue richieste e hanno aumentato l’offerta a 2 milioni e 800 mila euro per rilevare il club, aggiornando il preliminare di vendita che dal 18 luglio è nelle mani di Sciotto, che intanto è uscito dall’ospedale e sta bene.

Ma da cinque giorni Sciotto è scomparso: non risponde più agli acquirenti d’oltreoceano e all’intermediario, un autorevole avvocato italiano che per conto della company statunitense sta gestendo la trattativa. Il punto è che Sciotto non ha intenzione di cedere il 100% delle quote: vuole rimanere socio della nuova compagine societaria. Un dettaglio che non va bene agli americani, che vogliono il 100% del club per gestire la società senza alcun tipo di ingerenza.

Oltre ai 2,8 milioni messi immediatamente sul piatto per rilevare la società, la società statunitense ha già disposto di investire altri 3,2 milioni di euro per i rimanenti cinque mesi del 2024 allestendo una squadra di alto profilo per poi incrementare ulteriormente il budget di investimenti nel corso del 2025. Però il tempo stringe: siamo a fine luglio e bisogna fare in fretta sul mercato. Ma Sciotto non risponde ed è tutto fermo.

Il ritiro a Zafferana e la squadra nel caos

Intanto la squadra, o meglio quel poco che ne è rimasto, vive una situazione tragicomica: domani inizierà il ritiro a Zafferana Etnea con un numero di calciatori che si conta sulle punta delle dita di una mano e tanti ragazzini minorenni che non avendo la patente non sanno neanche come arrivare a Zafferana. Si stanno organizzando con il treno fino a Giarre e poi chissà. I pochi adulti andranno con le loro auto. Fino ad oggi non risulta che abbiano effettuato neanche le visite mediche. Le prospettive per la prossima stagione sono ancor più cupe delle precedenti, che erano già state mediocri per una piazza come Messina che ha vissuto anni straordinari in serie A e comunque ha tutto il diritto di ambire quantomeno ad una stabilità di lungo termine in serie B. Figuriamoci se può accettare di lottare per la salvezza in C. Ma la vicenda assume i contorni della farsa per il caso dell’organigramma, annunciato da Sciotto nei giorni scorsi all’insaputa di alcuni stessi componenti da lui nominati.

La trattativa per la cessione del club ha evidentemente ancor di più distaccato Sciotto dalla squadra, ma a questo punto il patron non è nelle condizioni di fare un passo indietro. Anche perchè per Messina perdere quest’occasione sarebbe folle. Martedì fuori Palazzo Zanca ci sarà una manifestazione della tifoseria. La politica sta già pressando Sciotto a cedere il club lasciando che il Messina possa dispiegare le ali verso un futuro radioso. E così anche lui verrà ricordato come un Presidente che ha sempre messo il bene della squadra prima di ogni altra cosa.

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