Messina, la situazione è grave ma non è seria. Lo spettro del fallimento e le preoccupazioni della FIGC

Messina, retroscena inquietanti sulla situazione del club biancoscudato: "incertezza significativa" relativa alla continuità aziendale. Tre milioni di euro di debiti e la crescente preoccupazione in FIGC

StrettoWeb

Sabato 10 agosto sembra lontano e invece mancano solo due settimane all’esordio stagionale del Messina in Coppa Italia allo Scida di Crotone: chiedersi se i peloritani scenderanno in campo o meno non è una scontata banalità. Perché il rischio che l’Acr non si presenti c’è e non si può escludere. Alla fine crediamo che una soluzione si troverà, ma a che prezzo e con quali conseguenze sulla dignità di un club calcistico così importante e glorioso? Il ritiro di Zafferana Etnea è iniziato in uno scenario surreale: “la situazione è grave ma non è seria” diceva Ennio Flaiano con riferimento alla politica italiana. Un aforisma che calza a pennello con quello che sta vivendo l’Acr Messina in questi giorni.

I calciatori in ritiro sull’Etna sono 17, ma soltanto meno della metà è sotto contratto: gli altri sono ragazzini delle giovanili o qualche svincolato in prova. I ragazzini hanno raggiunto Zafferana rimediando occasionali passaggi automobilistici dopo essere arrivati a Giarre in treno dal capoluogo peloritano (sono minorenni, non hanno la patente e il club ha dato appuntamento direttamente nell’albergo del ritiro). Non ci risulta che neanche uno dei 17 in ritiro abbia fatto le visite mediche. E se non fosse stato per le forti insistenze, quasi imposizioni, di mister Modica, Sciotto neanche voleva farlo il ritiro a Zafferana! Roba che neanche la Longobarda del commendator Borlotti…

In questo contesto, la società ha bloccato stabilmente i commenti su Facebook a tutti i post che riguardano il futuro del club: ai tifosi è impedito interagire. Dopotutto la gente di Messina ha già detto chiaro e forte cosa chiede al presidente Sciotto: che si faccia da parte e passi la mano. In tal senso, le occasioni ci sono state. Ma forse è ormai troppo tardi. L’ultima notizia data dal club è particolarmente contraddittoria: con un comunicato stampa, infatti, Sciotto ha comunicato ieri pomeriggio che “L’Acr Messina tiene a precisare che, in data 23.06.2024, è stata sottoscritta, con il vincolo della riservatezza, un’intesa preliminare che obbliga la parte acquirente a formalizzare il passaggio delle quote societarie entro il 30.07.2024. Trascorso infruttuosamente detto termine, la proprietà potrà valutare le altre proposte di acquisizione eventualmente pervenute. Dette informazioni sono state, altresì, riferite al Sindaco di Messina, dott. Federico Basile, nel corso di una cordiale telefonata“.

In realtà, però, a noi non risulta che Sciotto abbia firmato alcun preliminare di vendita, tantomeno il 23 giugno. E sarebbe inverosimile che un acquirente si impegna ad acquistare una società calcistica il 23 giugno e poi arrivi al 25 luglio senza aver perfezionato l’acquisto: non ci sarà più tempo per fare il calciomercato e allestire la squadra. Oltre a non averne alcuna notizia, ci sembra anche un’ipotesi totalmente illogica.

Ettore Minore e gli americani: i due acquirenti respinti da Sciotto

La verità è che due potenziali acquirenti si sono palesati da Sciotto, entrambi nel mese di giugno. Quando cioè si fanno queste trattative, in tempo per preparare la nuova stagione dopo il closing. Prima c’è stato Ettore Minore, un serio imprenditore palermitano che ha stretti legami commerciali con la Cina tramite una serie di aziende tra Roma e Hong Kong: dopo una fitta interlocuzione con Sciotto, Minore è arrivato a Messina il 21 giugno proprio per firmare il preliminare di vendita su invito di Sciotto che però in pochi minuti, all’improvviso e con l’imprenditore che era già negli uffici della concessionaria in attesa della firma, si è tirato indietro in modo rocambolesco e ha fatto saltare tutto. Il 21 giugno era venerdì, Minore è andato via deluso dal comportamento del suo interlocutore e non ha mai più voluto avere a che fare con lui.

A deludere Minore è stato l’atteggiamento di Sciotto, che avrebbe provato a giocare al rialzo paventando l’interessamento di un altro gruppo che effettivamente c’era già da tempo. Una settimana prima, il 14 giugno, la grossa società americana del settore delle nuove tecnologie di cui su StrettoWeb abbiamo già parlato approfonditamente, aveva fatto pervenire a Sciotto un’offerta di 2,5 milioni di euro per rilevare la società tramite un intermediario, un noto avvocato siciliano della zona jonica. Anche con gli americani Sciotto ha giocato al rialzo per più settimane: il 18 luglio, esattamente una settimana fa, la società ha fatto pervenire al presidente del Messina un altro preliminare di vendita aggiornato con un’offerta di 2,8 milioni di euro per rilevare l’intero pacchetto azionario, aumentando l’offerta iniziale di 300 mila euro proprio come richiesto da Sciotto. Ma Sciotto non ha mai risposto e da quel giorno è scomparso anche con loro.

Adesso, che ci sia addirittura un terzo acquirente e che abbiano persino firmato il preliminare il 23 giugno, di domenica, con impegno a formalizzare l’acquisto entro il 30 luglio (?), ci sembra abbastanza inverosimile. E’ ormai molto più probabile che alla fine Sciotto rimanga anche quest’anno alla guida del Messina, dopo aver vanificato non una ma due occasioni senza precedenti per dare un futuro migliore al club. Sciotto scommette nell’ennesimo miracolo dell’allenatore per ottenere una salvezza sul campo che però alla luce del livello del campionato e della situazione della squadra sarebbe più che miracolosa. Modica ha già fatto miracoli lo scorso anno, ma qui gli si chiede davvero l’impossibile.

Le carte che preoccupano la FIGC: “incertezza significativa sulla continuità aziendale”. C’è lo spettro del fallimento

Ciò che preoccupa più di tutto, però, è altro. Ed è molto più importante. Il campanello d’allarme sul Messina è già suonato da tempo in FIGC e lo scenario di una cessione a una proprietà più solida aveva tranquillizzato la Federazione. Adesso che è saltato tutto, però, aleggia lo spettro di un fallimento intorno al club biancoscudato. L’impressione è che il Messina stia proprio andando incontro allo schianto. Una situazione che preoccupa i vertici federali che hanno la necessità di garantire la regolarità del prossimo torneo di serie C e tutelare l’immagine dell’organizzazione.

A gennaio, infatti, una notizia che oggi assume un grande significato è passata in sordina in riva allo Stretto: il presidente Sciotto, infatti, è stato inibito per tre mesi con 5 mila euro di ammenda alla società, per il “mancato deposito alla Covisoc, entro il termine del 30 settembre 2023, della relazione contenente il giudizio della società di revisione in ordine al bilancio intermedio al 30 giugno 2023“.

Tutte le società di calcio professionistico, infatti, sono tenute a depositare alla Covisoc una relazione di una società di revisione indipendente che fornisca una valutazione sulle condizioni patrimoniali, economiche e finanziarie dei club. Un’esigenza, quella della FIGC, volta proprio a tutelarsi per prevenire eventuali crisi aziendali e fallimenti a campionato in corso. Sciotto, però, lo scorso anno non ha presentato questo fondamentale documento contabile, per poi consegnarlo in ritardo.

Nelle carte della relazione, poi realizzata dalla Ria Grant Thornton, si legge che già in base al bilancio chiuso al 31 dicembre 2023 sussiste una “incertezza significativa relativa alla continuità aziendale“. Gli osservatori indipendenti, pur riconoscendo come il bilancio d’esercizio fornisca una “rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria dell’Acr Messina al 31 dicembre 2023“, richiamano poi l’attenzione sulla perdita di esercizio di 185 mila euro e un patrimonio netto negativo di oltre un milione di euro, comprensivo delle perdite sospese dei bilanci di 2021 e 2022, da coprire entro la chiusura del quinto anno successivo (2027) per un totale di perdite di 1 milione e 160 mila euro.

Rispetto al piano industriale 2024/2027, gli osservatori scrivono che “sussistono circostanze che indicano l’esistenza di incertezze significative che possono far sorgere dubbi sulla capacità della Società di continuare ad operare come un’entità in funzionamento“. Infine, il giudizio è stato positivo perchè viene valutata “nel suo complesso la situazione dell’amministratore (Sciotto, ndr) e della sua disponibilità di continuare a supportare finanziariamente e patrimonialmente la società“. Insomma, tutto ok fino ad oggi soltanto perchè Sciotto ha promesso di ripianare i debiti personalmente e garantire che l’azienda continui a funzionare e rimanere in vita.

Ma la situazione del club è molto grave e negli ultimi mesi è ulteriormente peggiorata. Non ci sono solo le perdite di bilancio: in base ai dati aggiornati a fine maggio 2024, l’Acr Messina ha un patrimonio netto in perdita di un milione e mezzo di euro, e un totale di un milione e 733 mila euro di debiti complessivi, in gran parte tributari e previdenziali, oltre che con i fornitori. Considerando i pochi crediti, in estrema sostanza il Messina oggi ha circa 3 milioni di euro di debiti.

C’è inoltre in corso un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate che il 20 giugno 2022 ha notificato 5 avvisi di accertamento per IRES, IRAP e IVA relativi al 2017 per un valore comprensivo di sanzioni e interessi di oltre 325 mila euro. Il club ha fatto ricorso e in Primo Grado presso la Corte di Giustizia Tributaria ha vinto ottenendo l’annullamento degli atti impugnati, ma l’Agenzia delle Entrate con ogni probabilità ricorrerà in Commissione Regionale e procederà con ulteriori accertamenti anche per gli anni successivi al 2017.

C’è poi l’anomalia della chiusura dei bilanci al 31 dicembre e non al 30 giugno come suggerito della NOIF, le norme federali interne alla FIGC.

Infine, il marchio dell’Acr Messina non fa parte del patrimonio del club. E’ di un’altra società, che secondo informazioni in nostro possesso è riconducibile a Pietro Lo Monaco, e che ne permette l’utilizzo a Sciotto non è chiaro in base a quale accordo.

Alla luce di tutto questo, appare ancor più incredibile come Sciotto abbia potuto respingere non una ma due così grandi occasioni per la cessione del club. Le sponsorizzazioni della sua concessionaria automobilistica sulla prima maglia della squadra, pur considerando la relativa detrazione fiscale, sono davvero così importanti per rimanere impelagato in questa situazione così difficile?

Ogni anno Sciotto ha promesso di andare via a fine stagione ma poi non solo è sempre rimasto, ma ha anche respinto ogni acquirente e la storia del Messina è proseguita all’insegna della mediocrità, nei bassifondi della serie C. Un addetto ai lavori particolarmente esperto e navigato ci confida che Sciottoè un kamikaze“. Ma dove, come e soprattutto perchè voglia farsi esplodere non lo abbiamo ancora capito. Di certo a pagarne il prezzo più alto sono ancora una volta i tifosi, beffati nella loro grande passione e costretti a subire ulteriori sofferenze e umiliazioni.

A questo punto l’ultimo tentativo spetta al sindaco Basile, quantomeno per provare ad evitare l’ennesimo disastro. Altrimenti l’anno prossimo si troverà a dover fare un bando comunale per affidare il titolo sportivo ad una nuova società che riparta dalla serie D. E per il Messina sarebbe la decima stagione nei Dilettanti negli ultimi 16 anni: che tristezza.

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