Superate le difficoltà e le incomprensioni delle settimane scorse, il movimento LGBT dello Stretto sta sfilando per le vie di Reggio colorando la città con centinaia di partecipanti provenienti da Calabria e Sicilia. Il corteo è partito alle ore 18:00 e si è concluso all’Arena dello Stretto con i discorsi finali.
Tensione tra gli organizzatori e Klaus Davi
Durante il corteo c’è stato un attimo di tensione tra gli organizzatori e Klaus Davi sulla questione della guerra in Medio Oriente: mentre un membro dell’Arcigay “I Due Mari” inneggiava al “genocidio in Palestina“, l’ex candidato sindaco di Reggio Calabria con la bandiera di Israele ha difeso lo stato ebraico.
Davi: “Israele vuole la pace”
“Oggi è un grande momento per Reggio. La Calabria è sempre aperta e sensibile. Guerra in Medio Oriente? Israele vuole la pace, la soluzione è restituire gli ostaggi. Noi siamo contro la guerra. Stato Palestinese? Sì, ma ripeto prima devono liberare gli ostaggi”, è quanto afferma Klaus Davi con la bandiera di Israele.
La soddisfazione di Michela Calabrò
Michela Calabrò, presidente Arcigay Reggio Calabria, ha detto: “ce l’abbiamo fatta anche quest’anno ad allestire il Pride, sono soddisfatta. Ci hanno raggiunto tanti amici da tutte le province della Calabria e non solo”.
“Reggio Calabria è inclusiva”
La madrina del Pride Doretta ha sottolineato: “Reggio Calabria è inclusiva, è una grande emozione essere qui. Chi vuole fare coming out lo deve fare con calma, quando se lo sente”.
Siringo: “felice di essere qui”
Donatella Siringo, Presidente nazionale Agedo: “10 anni di Pride sono tanti, sono felice di essere qui. Questo corteo è anche un momento per difendere i diritti umani”.
Le parole di Briante
L’assessore Anna Briante ha evidenziato: “oggi è una giornata di festa dove si parla di diritti fondamentali. L’amministrazione comunale è storicamente vicina a questa iniziativa”.
Maesi: “storia di lotta e resistenza”
Natascia Maesi, presidente nazionale Arcigay, ha affermato: “la nostra è una storia di lotta e resistenza in un momento storico in cui c’è tanto odio dove è cresciuto il numero delle aggressioni. Vi è, inoltre, un attacco contro il meridione con l’autonomia differenziata e l’abolizione del reddito di cittadinanza”.
