La toppa peggiore del buco, ma non è la prima volta. Il Sindaco Falcomatà continua a stupire e a regalare giravolte e dietrofront seconde forse soltanto ai migliori sceneggiatori. L’ultima, quella di oggi, ha davvero dell’incredibile. Il primo cittadino di Reggio Calabria, presente alla conferenza stampa della Reggina, ha infatti risposto a una domanda legata alla vicenda “nuovi investitori”, quella che LUI ha tirato fuori, lui ha alimentato nel corso delle settimane, lui ha gonfiato all’inverosimile, illudendo la tifoseria che fosse cosa fatta quando in realtà si era solo in una fase embrionale.
Ebbene, udite udite, questa mattina – direttamente dalla scrivania della Sala dei Lampadari di Palazzo San Giorgio – ha così risposto: “tutto quello che è stato detto e scritto su possibili investitori non è uscito dalla mia bocca. Io ho sempre detto che per quanto riguarda gli investimenti si dovrà parlare col Sindaco, per quanto concerne la società invece con Ballarino. Se ci sarà la parola fine o meno è più di carattere giornalistico che altro”, le sue parole a chi gli chiedeva se la questione si potesse definire chiusa. Una risposta clamorosa, in cui Falcomatà si auto smentisce rispetto a settimane di narrazione totalmente diversa: dal “non possiamo vivacchiare” a Lillo Foti coinvolto, tirato in ballo, incontrato più e più volte. Senza dimenticare l’infelice “teatrino” della partecipazione al marchio.
Il Sindaco però ha preferito scaricare la palla a Ballarino, che ha affermato: “noi come società ad oggi non abbiamo mai avuto un contatto reale o istituzionale per quanto riguarda qualcuno interessato alla Reggina. E questo un po’ dispiace, e non perché volevamo andare via, ma perché la Reggina non è nell’occhio importantissimo dell’interesse e dell’attenzione”.
Per dovere di cronaca, abbiamo riportato le varie dichiarazioni del Sindaco sui nuovi imprenditori: tutte virgolettate e con citazione della fonte. Lo abbiamo sempre fatto, dalla prima volta, a metà marzo, fino a tutte le altre nel corso della primavera. Parole sempre uscite dalla sua bocca e alimentate da successive dichiarazioni di altri esponenti del mondo politico e mediatico. Com’è finita? In un nulla di fatto. Non c’era nulla di pronto e definito, al netto di come sia stato invece fatto passare. Ora, però, la retromarcia clamorosa: lui, quelle cose, non le ha mai dette. O meglio, le ha dette a sua insaputa.