Se Primo Levi fosse in vita e tifasse Reggina, oggi si chiederebbe “Se questo è un Presidente“. Scriverebbe, Primo Levi, più o meno così: “Voi che sentite forte / il peso della responsabilità / voi che ponderate bene ogni mossa / ogni pubblica dichiarazione / Voi che rispettate ogni professionalità / facendo della serietà la vostra bandiera / Considerate se questo è un Presidente / che sbraita sui social come un bambino / che non conosce vergogna / che si atteggia a genio del calcio / che in un anno ha smentito se stesso / e pretende pure gli applausi per le scontate banalità“.
Il riferimento è ovviamente a Nino Ballarino, Mister Fenice, il proprietario della (sigh) Reggina per gentile concessione di Paolo Brunetti. Nelle ultime ore si è scatenato sui social network come un ragazzino avvelenato con la fidanzatina che l’ha appena lasciato. Non sappiamo con chi ce l’abbia Ballarino, perchè spara nel mucchio, accusa senza fare nomi, pubblica post e storie con frecciatine anonime proprio come un teenager.
Si commenta da sè.
Contestualmente il DG Giuseppe Praticò, citato da Tuttoreggina, ha minacciato la stampa che ieri ha riportato la notizia del post di Dervishi, il calciatore che – tramite il profilo del padre – ha denunciato il mancato pagamento degli stipendi dovuti:
Praticò ha detto: “Mi preme sottolineare che disconosco l’autore del post. Kristian Dervishi, come tutti gli altri tesserati amaranto, ha ricevuto quanto dovuto come da contratto fino al 30 giugno, firmando quindi la liberatoria necessaria per l’iscrizione al prossimo campionato. In accordo con il ragazzo ed il suo procuratore si è sottoscritta la risoluzione del contratto afferente la stagione sportiva 2024/2025. Mi spiace constatare che alcune testate, senza verificare la notizia già priva di fondamento poiché la Reggina è stata regolarmente iscritta al campionato, hanno dato credito ad una fonte non ufficiale che di fatto sembra un maldestro tentativo di screditare l’immagine del club agli occhi della Città e dei tifosi. Nelle prossime ore la proprietà sinergicamente ai propri legali valuterà di intraprendere azioni a tutela della propria immagine“.
E’ l’ennesima minaccia di azioni legali contro la stampa che questa società annuncia pubblicamente, ovviamente senza che mai ce ne fossero i presupposti ma con il solo obiettivo di silenziare chi la pensa diversamente, di negare la libertà di stampa. Si chiamano querele temerarie, e quelli della già Fenice oggi Reggina le hanno minacciate nei confronti di giornalisti, consiglieri comunali, tifosi contestatori, ma poi mai ne hanno mai effettuata neanche una. Che tristezza.
La verità, a prescindere dalle dichiarazioni di Dervishi (la stampa non ha alcun tipo di dovere di verificare se le parole di personaggi pubblici rispecchiano la verità o meno; quelle dichiarazioni in sé sono già una notizia a prescindere dalla loro eventuale veridicità), è che questo club in un anno di vita non ha mantenuto gli impegni presi con la piazza, però adesso pretende applausi per scontate banalità. Siamo alla follia.
Lo stesso Ballarino nei giorni scorsi ha rivendicato di aver ottenuto il marchio e la denominazione (in realtà anche il Sant’Agata, che però al momento è concesso in proroga provvisoria senza alcuna assegnazione, quindi l’ennesima bugia!), scrivendo – sempre su Facebook e rigorosamente in maiuscolo, quindi urlando – “NOI SOLO FATTI“.
E invece nel business plan di settembre 2023, Ballarino aveva promesso l’immediata promozione in serie C con 10 mila spettatori a partita, la scuola calcio, la squadra femminile, e poi quest’anno il “doppio salto” e quindi l’immediata promozione in serie B. In questi giorni, quindi, la Reggina di Ballarino avrebbe dovuto allestire – in base a quello che lui stesso aveva promesso alla città – una squadra in grado di competere con Catania, Avellino, Benevento e Crotone, e invece in serie C c’è il Trapani che l’anno scorso ha umiliato la Fenice Amaranto e adesso sta facendo “con i fatti” esattamente quello che Ballarino a Reggio ha venduto soltanto a parole. La sua squadra (di Ballarino), invece, si approccia per il secondo anno consecutivo alla serie D (mai successo prima nella storia del calcio a Reggio Calabria), e soprattutto neanche per il prossimo campionato sembra essere all’altezza delle avversarie.
Il Siracusa, infatti, ha confermato in blocco la stessa squadra che l’anno scorso ha dato 20 punti di distacco agli amaranto vincendo tre partite su tre negli scontri diretti (1-2 al Granillo all’andata, 1-0 al de Simone al ritorno; 2-1 ai playoff). Non solo. Il club aretuseo si sta rinforzando ulteriormente l’organico con calciatori – quelli sì – “lussi per la categoria“: ha preso Convitto dal Trapani (16 gol lo scorso anno), Longo dall’Igea Virtus (15 gol lo scorso anno), Candiano (esperto centrocampista che ha già vinto più volte la D e arriva da una grande stagione in serie C), confermando Alma e Maggio, i due capocannonieri dello scorso campionato con 17 gol ciascuno. Al momento è una super-corazzata più forte persino del Trapani di un anno fa.
Ad allestire una squadra molto competitiva per la promozione c’è persino la Nissa, l’ambiziosa squadra di Caltanissetta, mentre la Reggina al momento è ferma al palo. In base alle squadre campane che verranno inserite nel girone, ci sono tutti i presupposti affinché il club di Ballarino possa bissare lo stesso percorso dello scorso anno sognando (!!) di arrivare ai playoff, mantenendosi un po’ tutta la stagione tra il quarto e il sesto posto.
E invece gli unici fatti che Ballarino deve fare sono legati al campo: altrimenti il marchio e il nome, scontatissime banalità ampiamente previste nel momento in cui si è candidato al bando del Comune per rilevare il titolo sportivo, rimarranno solo contenitori vuoti. E rischiano seriamente di mortificare ulteriormente una città che – per come si sono messe le cose adesso che siamo già a fine luglio, e come dimostrano i numeri degli abbonati – è già rassegnata all’ennesimo disastro sportivo. Perché se la Reggina non vince il campionato neanche il prossimo anno, sarà condannata alla terza stagione consecutiva nell’interregionale. Per lunghi tratti della storia, neanche la seconda squadra di Reggio Calabria scendeva così in basso (vedi HinterReggio o Valle Grecanica). E invece Ballarino vorrebbe pure gli applausi…