“Dopo un periodo di pausa l’ex Sindaco di Messina ha ripreso l’attività politica con i soliti “rituali” ormai stucchevoli, ma, soprattutto, ha deciso di “attenzionare” la gestione politico-amministrativa del Comune di Messina. Gestione che, a suo dire, sarebbe insufficiente e necessiterebbe di un rilancio“. E’ quanto scrive in una nota il Gruppo di Iniziativa e Resistenza Civica “Rispetto Messina”.
“Ma tale sua considerazione (correlata a quelle che ammettono il fallimento della “missione” nazionale del suo Movimento politico) assumono una valenza ben diversa per quanto riguarda l’intenzione, pur essendo Sindaco di Taormina, di ritornare a “rioccuparsi” direttamente della Amministrazione della città di Messina, pur non avendo alcun titolo. Da ciò ne deriva la richiesta, o meglio il diktat per una sua nomina ad esperto “supervisore e controllore”, che, di fatto, lo porrebbe come il “tutore” del Sindaco in carica e della Giunta che diventerebbero “sotto tutela”. Senza contare che, come preannunciato, Assessori e amministratori delle Società Partecipate sarebbero destinatari di un futuro “tagliando”, dopo cui il nuovo “Sindaco ombra” potrebbe decidere “motu proprio”, ed in barba a leggi e normative, di “tagliare teste” di vari amministratori“, sottolinea la nota.
“Ma a molti è sfuggito, e forse anche a coloro che sono stati posti “sotto osservazione”, che questo ritorno non è legato solo al ridimensionamento delle ambizioni politiche di De Luca, ma è legato ad un nuovo obbiettivo. Perché se tutto dovesse andare secondo quanto “proclamato” il sindaco Basile verrebbe di fatto ” commissariato” e verrebbe assecondato il vero disegno del “sindaco itinerante”; che e’ quello di ambire a rifare il Sindaco di Messina ed ad operare all’interno del Comune in tal senso. Con le Istituzioni considerate come “zimbello”, utilizzate per finalità pitiche ed elettorali meramente personali. A meno che, con una presa d’ atto di resipiscenza ed un sussulto di orgoglio e dignità, il Sindaco Basile si rifiutasse di fare tale nomina che ne sminuirebbe comunque il ruolo, magari pensando che la Città di Messina capoluogo di Area Metropolitana non possa essere trattata alla stregua di un “feudo”, in cui il ” signorotto” si reca saltuariamente per imporre con fare “padronale” il proprio potere“, evidenzia la nota.
“Anche se, a causa di una crisi di identità sempre più diffusa e profonda Messina si è prestata a farsi “colonizzare” dopo che nel 2018 una minoranza di cittadini elettori fece scelte più “contro” che “per”. Ed è da allora che si è andato sempre più palesando un sistema di potere caratterizzato da logiche privatistiche, che, non trovando una opposizione adeguata, si è esteso sempre di più sovrapponendosi alle stesse Istituzioni, fino a “personalizzarle” in maniera parossistica e mai sperimentata prima. E se si dovesse pensare seriamente a porre fine ad “un assedio” per fare “respirare” di nuovo la nostra Comunità, si dovrebbe agire contro tale “sistema di potere” soffocante, e contro le logiche e le azioni di chi intende farlo proseguire”, conclude la nota.