Tilde Minasi: “grande orgoglio per il boom dell’Aeroporto, la destra ha sempre fatto il bene di Reggio. Incomprensibili i No a Ponte e autonomia”

Intervista a Tilde Minasi, senatore di Reggio Calabria per la Lega: l'impegno a Palazzo Madama, la battaglia convinta per il Ponte sullo Stretto e l'autonomia differenziata, il ruolo di Salvini per l'Aeroporto dello Stretto

Il Senatore Tilde Minasi a StrettoWeb: la verità su autonomia differenziata e Ponte sullo Stretto contro le fake news
StrettoWeb

Quando arriva in redazione per l’intervista, notiamo subito il braccialetto rosso “Vietato lamentarsi” che è l’estrema sintesi di un approccio alla vita, di una visione delle cose prima umana che professionale, e che ovviamente caratterizza tutta la sua attività politica. Tilde Minasi è Senatore della Lega e sta lavorando alacremente nelle più importanti commissioni parlamentari, ma non ha mai perso lo stretto legame con il suo territorio che è la città di Reggio Calabria.

Proprio a Reggio Tilde Minasi ha iniziato la sua carriera politica come assessore comunale alle politiche sociali, un incarico ricoperto ininterrottamente per oltre dieci anni dal 2002 al 2012 nelle giunte di centrodestra guidate prima da Scopelliti e poi da Arena: non è un politico tradizionale, con pacchetti di voti e grandi elettori, ma deve i suoi successi elettorali proprio allo straordinario impegno profuso in quegli anni con numerose iniziative che hanno sostenuto a lungo le fasce più deboli e fragili della popolazione. Che mai hanno dimenticato. Oggi è dispiaciuta di vedere quei sacrifici vanificati dai suoi successori a Palazzo San Giorgio, e lavorando a Roma mantiene saldo il legame con la propria terra.

Parliamo un po’ di tutto, sui temi più caldi che la riguardano da vicino. Il Ponte sullo Stretto, la crisi politico-giudiziaria del Comune di Reggio, ovviamente anche l’autonomia differenziata anche se qualche amico le consiglia di glissare: “è una partita persa per la propaganda della sinistra, al Sud è un terreno debole, evita di parlarne il più possibile perchè ti può imbarazzare”. Ma lei non ci sta: “allora non avete capito niente. Io dell’autonomia differenziata ne parlo eccome, perchè ci credo davvero. E proprio al Sud bisogna parlarne di più, spiegarne i vantaggi, i benefici, e contrastare le solite fake news della sinistra. Non me ne vergogno affatto, è una battaglia politica da fare fino in fondo e la gente, che in questo momento condivide le posizioni della destra di governo dopo 11 anni di delusioni della sinistra, la capirà. Non cadrà nelle bufale delle opposizioni”.

E allora ne parliamo, ma andiamo con ordine. La novità più importante del giorno è quella dei nuovi voli Ryanair all’Aeroporto di Reggio Calabria, e partiamo da lì. “Ne vado orgogliosa, ho tanto da dire”.

L’Aeroporto dello Stretto sta decollando davvero, la compagnia irlandese ha raddoppiato il proprio impegno e il centrodestra sta rivendicando l’operazione, che invece la sinistra aveva contestato, sminuito e considerato impossibile fino a poco tempo fa. 

E’ il risultato del lavoro politico in sinergia tra il Governo centrale e la Regione Calabria. E’ un grande piacere vedere finalmente tutti questi voli, tutte queste nuove rotte nazionali ed internazionali, nel nostro Aeroporto. Sembra di essere tornati ai tempi della nostra Amministrazione comunale, a 15 e 20 anni fa, quando con Scopelliti Sindaco avevamo portato tantissimi voli con tanti Paesi dell’Europa, coinvolgendo i giovani in iniziative per crescere e avere un interscambio culturale con l’estero. E’ un fatto che la destra al governo locale e nazionale, oggi come ieri, fa il bene della città a differenza della sinistra, che non ha fatto nulla di buono per Reggio. Ci tengo a sottolineare un passaggio chiave di cui si parla troppo poco”.

A cosa ti riferisci?

I presupposti per portare Ryanair a Reggio si sono creati a luglio 2023, quando si verifica l’incendio all’Aeroporto di Catania e allora l’ENAC decide improvvisamente di togliere tutte le limitazioni dell’Aeroporto di Reggio che in quel momento serviva ad ospitare i voli di Catania. Io resto trasecolata da questa notizia: per anni ci avevano raccontato che c’erano limitazioni tecniche, e poi alla prima esigenza quelle limitazioni non c’erano più con una decisione dall’alto? Allora chiamo Salvini, che era Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture da pochi mesi, e gli chiedo di intervenire subito affinché quelle limitazioni fossero rimosse in modo strutturale. Un fatto possibile, visto che le avevano rimosse in emergenza in un secondo. Salvini si impegna per Reggio come mai nessuno in precedenza: in 48 ore convoca un tavolo a cui partecipo con ENAC, SACAL e tutte le autorità competenti e riusciamo ad ottenere la fine delle limitazioni per l’Aeroporto di Reggio. Senza quel passaggio, ribadisco, decisivo e determinante di Salvini, Ryanair non avrebbe mai potuto volare a Reggio. Poi ovviamente è intervenuto Occhiuto che è stato molto capace a fare l’accordo con Ryanair e a valorizzare l’Aeroporto di Reggio, per questo parlo di sinergia e lavoro di squadra all’interno del centrodestra”.

La città è zeppa di turisti che arrivano da fuori, e cresceranno ancora nei prossimi mesi. 

E’ bello vedere l’arrivo di tutte queste persone; fa male però constatare che c’è poco interesse da parte dell’attuale Amministrazione comunale a valorizzare questi flussi turistici. Dopo un Natale con le casette chiuse, siamo al 13 luglio e mi dicono che oggi presentano il programma dell’estate reggina. Noi quando eravamo al Comune lo facevamo ad aprile. Non si può programmare così, il turismo ha bisogno di eventi, di tempi, di tante altre cose che mancano in città. I negozi sono chiusi, così la gente che viene non si trova bene e non torna, non fa pubblicità positiva. Questo, ovviamente, dipende dal Comune e non cancella affatto quanto si sta facendo di buono per l’Aeroporto, che è strutturale, di lungo periodo e quindi l’augurio è che con l’arrivo di una nuova classe dirigente virtuosa al Comune, anche le cose in città possano cambiare. Intanto continueremo a lavorare per l’Aeroporto che deve intercettare l’utenza di Messina. E’ molto importante in tal senso che torni il volo giornaliero con Milano operato da ITA con Linate: era molto utile a tanti professionisti reggini e messinesi oggi costretti a organizzarsi diversamente”.

E’ ovvio però che l’Aeroporto di Reggio potrà diventare davvero lo Scalo dello Stretto soltanto quando ci sarà il Ponte: si possono organizzare aliscafi, bus veloci e tanti altri stratagemmi ma non sarà mai la stessa cosa. 

Ovvio, il Ponte rivoluzionerà completamente il paradigma di questo territorio, creerà davvero la Città dello Stretto che altrimenti non ci sarà mai per la mancanza di un collegamento stabile, veloce, libero, e quindi anche l’Aeroporto di Reggio diventerà dello Stretto soltanto con il Ponte”.

Eppure su un’opera così straordinaria c’è tanto scetticismo, per non dire contrarietà. 

La maggioranza è favorevole all’opera, anche e soprattutto in Calabria e Sicilia, a Reggio e Messina, e lo dimostrano i recenti risultati delle elezioni politiche ed europee. Ma c’è sempre una minoranza silenziosa che fa rumore. Poi c’è, sì, un po’ di scetticismo che posso anche comprendere, che non è solo quello dei contrari ma è quello di molti favorevoli disillusi da decenni di chiacchiere. Di Ponte sullo Stretto si parla da decenni e ancora non si è fatto, quindi posso comprendere – pur non condividendo – le posizioni di scetticismo. Al tempo stesso posso assicurare che stavolta si farà davvero: Salvini è molto determinato, ci sono tutti i decreti, tutti i finanziamenti, tutti gli step burocratici e amministrativi. Sicuramente andrà tutto a buon fine. Quello che non capisco è altro…”

E cioè?

Non capisco altre ragioni per essere contrari; perchè non ce ne sono: si tratta soltanto di pregiudizio ideologico e lotta politica. Il Ponte sullo Stretto non ha alcuna controindicazione, ma solo benefici sotto ogni profilo. Porterà in questa terra milioni di turisti, porterà lavoro, ricchezza, sviluppo, libertà di spostamento e movimento, sarà un simbolo internazionale e farà conoscere Messina e Reggio Calabria in tutto il mondo. Diventerà un simbolo di unione celebrato a livello internazionale, come tutti i ponti e tutte le grandi opere del mondo: non si capisce perchè i reggini e i messinesi vanno ovunque ad ammirare questi prodigi dell’ingegno umano e poi nello Stretto parlano di qualcosa che ‘deturpa’, così dicono. Ma gli altri ponti del mondo hanno mai deturpato gli altri stretti del mondo? Persino gli ambientalisti di Fare Verde – lo dicono loro e non io – sono favorevoli perchè il Ponte abbatte le emissioni inquinanti provocate dal vetusto sistema del traghettamento. Poi c’è l’alta velocità ferroviaria, che senza Ponte non potrà arrivare mai: i treni veloci non sono smontabili quindi non si possono portare sulle navi. E in una terra con la grande piaga della disoccupazione come la nostra, possiamo davvero permetterci di opporci al più grande investimento pubblico della storia dell’Italia unita nel meridione, che riguarda proprio la nostra area? Pochi giorni fa ho partecipato ad una riunione con il ministro Valditara, il senatore Germanà e i rappresentanti delle Regioni Calabria e Sicilia per affrontare con la giusta formazione le ricadute occupazionali nel territorio: formeremo a Reggio e Messina le qualifiche che serviranno per il Ponte, affinché i lavoratori siano locali”.

In questo quadro, i Sindaci di Messina, Villa San Giovanni e Reggio sono incredibilmente schierati contro il Ponte: non lo trovi assurdo? 

E’ da rimanere basiti: quali sono le motivazioni? Nel maxi finanziamento per il Ponte, soltanto la metà dei fondi serve al Ponte, l’altra metà a tutta una serie di opere come strade, ferrovie e parchi tra le due sponde dello Stretto. Sarà una rivoluzione positiva per il nostro territorio: purtroppo sono posizioni che si spiegano solo con l’ideologia politica. O davvero qualcuno dà credito alle clamorose fake news sulle navi che non passerebbero o sulle cicogne che non migrerebbero? Siamo al ridicolo. Il Ponte è l’unica straordinaria soluzione per unire due Città Metropolitane con enormi benefici per tutti, e i Sindaci si oppongono? Tra l’altro conto il mandato democratico degli elettori? Ne daranno conto ai cittadini”.

A Reggio hanno fatto persino un consiglio comunale aperto sul tema.

Sì, l’ha voluto Pazzano che si è esaltato per quest’iniziativa, ha invitato le associazioni a lui vicine per sbraitare contro il Ponte ma si è dimenticato di tutte le cose serie che stanno succedendo al Comune guidato da Falcomatà…”

Cosa hai provato quando è emerso tutto ciò che l’inchiesta Ducale ha portato a galla? 

Una grande tristezza. Io porto ancora dentro il trauma dello scioglimento del 2012: ero assessore e avevo sempre lavorato nell’onestà e nella trasparenza. Quella pagina triste per la nostra città mi ha segnato per sempre. Con i commissari, Reggio è stata abbandonata e in quei due anni ha perduto molta strada che con grande fatica avevamo compiuto nel decennio precedente. Il rischio di un altro scioglimento mi preoccupa, per questo ho chiesto al Sindaco Falcomatà di fare un passo indietro: sarebbe un atto d’amore per la città che potrebbe consentire di evitare lo scioglimento”.

Questa Amministrazione oggi travolta dagli scandali dei brogli elettorali e dei legami con la ‘Ndrangheta, quattro anni fa ha vinto le elezioni con lo slogan “Reggio non si Lega”.

E infatti ‘Reggio non si è Legata’ e questi sono i risultati. Io non giudico le persone, ma gli amministratori. Ed è sotto gli occhi di tutti che anche gli Assessori sono non pervenuti. Penso ai servizi sociali: avevo costruito tanto, era riconosciuto da tutti, oggi invece cosa c’è? Eppure ci sono tantissime risorse che ai miei tempi non avevamo: io senza fondi mi ingegnavo per fare il massimo, oggi hanno i soldi ma non hanno visione e capacità. Non c’è un’idea di città, mancano i servizi primari, dopo dieci anni che il Pd di Falcomatà governa Reggio non c’è un solo elemento che possa dire cosa hanno fatto, né dopo così tanto tempo possono continuare a prendersela con chi li aveva preceduti”.

Sul rapporto tra fondi disponibili e capacità politiche si basa l’autonomia differenziata: tu hai votato in modo favorevole. 

Ma ci mancherebbe pure, l’ho votata con convinzione, l’ho votata in aula e non sui social, e non mi ha costretto nessuno. Ma tutti l’hanno votata, anche il Senatore di Forza Italia Mario Occhiuto, fratello del governatore, che è stato persino il referente di Forza Italia in Senato facendo la dichiarazione di voto a sostegno della norma”.

Tre deputati calabresi di Forza Italia, però, hanno preso un’altra decisione. 

Non voglio commentare le scelte degli altri, voglio solo dire che l’autonomia differenziata era nel programma elettorale del centrodestra che Forza Italia ha condiviso prima delle elezioni, che i cittadini hanno abbondantemente conosciuto prima delle elezioni, confermando un enorme consenso nei confronti di questo governo poche settimane fa alle europee. E ribadisco, tutta Forza Italia ha votato in blocco per l’autonomia differenziata, in entrambe le Camere, con il fratello del governatore Occhiuto, calabrese anche lui, a guidare il partito esprimendo la dichiarazione di voto positiva da relatore. Non mi interessa fare alcuna polemica su questo, mi piacerebbe molto di più entrare nel merito della legge e smentire le clamorose bufale e fake news di chi si oppone rinnegando se stesso e cercando di strumentalizzare e cavalcare la superficialità di alcuni”.

E allora entriamo nel merito: perchè sei favorevole all’autonomia differenziata? 

E’ una grande occasione proprio per il Sud: l’enorme divario che oggi c’è con il Nord non può essere addebitato all’autonomia, che fin qui non c’è mai stata. Con questa legge, invece, gli amministratori locali saranno responsabilizzati a fare il meglio per la propria terra, cosa che oggi non è accaduta. Ma io invito tutti, prima di entrare in un dibattito molto tecnico, ad informarsi su fonti istituzionali e andare a leggere la legge prima di parlare a vanvera. Innanzitutto è una legge quadro, che delinea un percorso che è ancora tutto da venire. Ci sono i LEP che dovranno essere definitivi e che sono una garanzia assoluta, mentre non verrà presa in considerazione la spesa storica: è solo una fake news alimentata dalla sinistra. I servizi essenziali, stabiliti dai LEP, saranno in ogni caso garantiti per tutto il territorio: semplicemente si darà la possibilità a chi ha la capacità e la volontà di ambire a fare meglio e di più, a vivere in un posto migliore, di farlo. E invece la sinistra fa, come sempre, propaganda. Prima che arrivasse questo governo, loro erano al potere e hanno portato avanti l’autonomia differenziata. Tre Regioni avevano già fatto le pre-intese, altre sette le avevano chieste e altre sei, tra cui Calabria e Campania, avevano avviato gli atti di indirizzo. Solo l’Abruzzo non si era espresso (le altre quattro sono a statuto speciale, hanno già l’autonomia e non rientrano nella legge). Questo iter è stato portato avanti da Boccia come Ministro e da Elly Schlein che era vice presidente della Regione Emilia Romagna, una delle tre Regioni che aveva già fatto le pre-intese. Come fanno oggi a dirsi contrari? Hanno il coraggio di guardarsi allo specchio la mattina? Poi c’è un altro passaggio fondamentale di tutta questa storia”.

A cosa fai riferimento? 

La legge prevede che l’autonomia venga concessa soltanto su espressa richiesta e volontà della Regione. Significa che se una Regione non vuole essere più autonoma, ma preferisce lasciare tutto così com’è oggi, potrà farlo. Non c’è nessun obbligo: le Regioni che vorranno avere più competenze e autonomie su determinati settori, potranno chiederlo. Quelle che invece preferiscono continuare così, continuano così. Invece la sinistra alimenta soltanto fake news: non è vero che il residuo fiscale rimarrà alle Regioni, non è vero che l’Italia verrà divisa e frantumata, figuriamoci se io che sono meridionale, calabrese e reggina potrei mai votare una legge che fa male alla mia terra. Ma allora tutti gli Stati federali come gli USA, la Germania, la Svizzera, non sono virtuosi? Il problema vero è un altro…”

E cioè? 

Il problema vero è che con l’autonomia differenziata, al Sud verranno a cadere molti alibi a tanti politicanti da strapazzo, abituati a mal governare e utilizzare l’alibi dello Stato come giustificazione per i loro fallimenti. Non potranno più dire che lo Stato ferma la crescita del Sud, non potranno più dire che non è colpa loro se le cose vanno male. Fa comodo a tutti lamentarsi, ecco perchè porto il braccialetto vietato lamentarsi, e dovrei distribuirne un bel po’ in questo territorio… Ma non vedete che non sono in grado di utilizzare neanche i fondi Europei? Paesi come la Polonia e l’Albania, che fino a pochi anni fa assistevamo noi, ci stanno superando grazie alla virtuosa gestione dei fondi comunitari che invece le Regioni del Sud non riescono a spendere. E’ solo una questione di capacità politica, invece nella nostra terra siamo sempre stati abituati ad avere politici che usavano i soldi per i desiderata dei loro capi elettori. E invece noi ribaltiamo questa visione: i soldi servono per progetti seri, per infrastrutture, per avere ricadute dirette sui cittadini e sulla popolazione. E’ il principio del merito e del bene comune. Il resto sono solo chiacchiere”.

In conclusione chiediamo a Tilde Minasi come sta vivendo l’esperienza da Senatore dopo quasi due anni dall’inizio della legislatura sotto l’aspetto umano. 

E’ un ruolo di grande prestigio e responsabilità che sento tutto addosso. Mai avrei immaginato nella mia vita di arrivare al Senato della Repubblica, ne sono fiera e sento il peso di un incarico così importante. E’ molto diverso rispetto alla mia attività politica storica, sul territorio, a contatto con la gente. Mi sto impegnando al massimo, lavoro nelle commissioni Trasporti, Lavoro, Lavori Pubblici, Ambiente, Sanità, sono a Roma ogni settimana, ma il mio cuore è sempre rimasto a Reggio e in modo particolare a quell’Assessorato alle politiche sociali del Comune. E’ stato il momento più bello perchè avevo il contatto quotidiano con le persone e la grande soddisfazione che arrivava dall’adoperarsi per gli altri, in modo particolare essendo utile ai più deboli e ai più fragili, a coloro che erano in difficoltà. Non è un caso che nel 2022 alla fine della precedente legislatura quando ho dovuto scegliere tra il Senato e l’Assessorato Regionale e mi sono dimessa dal Senato per lavorare più a contatto con il territorio, ad aiutare la mia gente. Spero di riuscirci ancora anche dal Senato, seppur in modo diverso e più indiretto, ma magari anche più importante e con benefici per un numero più grande di persone”.

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