“Quello che è emerso con la pubblicizzazione dell’ accordo fra AMAM, Sicilia Acque e Comune di Taormina, al di là di tutti gli aspetti tecnici, assume una valenza tutta politica che va attenzionata. Perché con una comunicazione inviata dal Comune di Taormina nel dicembre 2023, dopo le elezioni amministrative che portarono alla elezione del nuovo Sindaco , si chiedeva, in maniera anomala non al Comune di Messina ma all’Amam, l’utilizzo di parte delle risorse idriche destinate alla città di Messina, in previsione della stagione turistica nel periodo estivo“. E’ quanto afferma il Gruppo di Iniziativa e Resistenza Civica “Rispetto Messina”. “Richiesta recepita dalla Presidente dell’Amam che, dopo una serie di incontri per trovare un meccanismo per venire incontro alla richiesta .di “soccorso”, a cui partecipava anche il rappresentante dell’ATI ovvero dell’Ambito Idrico Territoriale che non assumeva alcun impegno, sottoscriveva, non una scrittura privata come è stato impropriamente riportato ,ma un atto pubblico (con tutte le responsabilità che tali tipologie di atti comportano)mediante una Convenzione con altri soggetti pubblici quali la società mista regionale Sicilia Acque ed il Comune di Taormina”, evidenzia la nota.
“E tutto ciò, pur essendo l’ Amam una società partecipata totalmente dal Comune di Messina, senza coinvolgere ufficialmente il Sindaco di Messina e la sua Giunta ne, tanto più, il Consiglio Comunale; dimenticandosi, però, che si trattava di un “Bene Comune” e di in bene pubblico essenziale come l’ acqua ,e non di un fatto privato configurabile magari a certe compiacenze di carattere politico. Per cui Messina va incontro a Taormina ,seguendo uno strano destino rispetto a quegli atteggiamenti di chiusura e di contrapposizione che avevano portato il Sindaco pro tempore del Comune di Messina e della Città Metropolitana a deliberare, senza il coinvolgimento dei rispettivi organismi consiliari ,la fuoriuscita da Taormina Arte ed a costituire in concorrenza una Fondazione Messenion, che sarà costretta a modificare la sua “mission”. Ora ,invece ,ci si ritrova alleati e si fornisce l’ acqua a Taormina, senza tenere conto che si tratta solo di uno dei tantissimi comuni della provincia di Messina alla prese con seri problemi per l’ approvvigionamento idrico“, rimarca la nota.
“E mentre a Messina si riscoprono le autobotti come avveniva gia’ quaranta anni fa e si dà luogo ad un “razionamento” da periodi bellici, viene da chiedere se corrisponde al vero che venga fornita acqua ai cantieri della Webuild di Salini per i lavori del raddoppio ferroviario,o come mai si continua a fornire acqua alle navi da crociera che sono di proprietà privata ,o come non si pensi ad una razionalizzazione mediante turnazioni degli esercizi commerciali di lavaggio od autolavaggio presenti su tutto il territorio comunale. Senza contare che non viene preso minimamente in considerazione in prospettiva, l’adeguamento anche del Comune di Messina alla direttiva dell’ ARERA, che porterà ad avere un gestore unico del servizio idrico integrato per tutta la Provincia con una conseguenziale ridefinizione del ruolo dell’Amam con possibili refluenze anche sui finanziamenti per i lavori previsti per la fondamentale ristrutturazione della rete idrica comunale che presenta il più alto tasso di perdita al 52% a livello nazionale come reso noto dai report sul settore”, conclude la nota.