Eccezionale ritrovamento nelle acque dello Stretto: scoperta ancora romana nelle acque di Cannitello

Andrea Murdock Alpini, esploratore subacqueo, ha scandagliato i fondali dello Stretto alla ricerca di nuovi punti di immersione

Andrea Murdock Alpinni (PHY DIVING) con l'imponente ceppo dell'ancora romana ritrovata. Credito fotografico Marco Mori
StrettoWeb

Lo Stretto di Messina custodisce molti relitti moderni e antichi. Le sue acque sono state navigate per millenni da civiltà e culture diverse. I fondali sottomarini oggigiorno ne custodiscono le tracce. A volte capita che, la corrente sia così forte e violenta da strappare tutto ciò in cui si imbatte. Altre volte invece le mitologiche correnti di Scilla e Cariddi scoprono ciò che la sabbia e le rocce hanno ricoperto nel tempo.

Andrea Murdock Alpini, esploratore subacqueo, ha scandagliato i fondali dello Stretto alla ricerca di nuovi punti di immersione. Durante una delle numerose ricerche condotte si è immerso in un vero e proprio porto sepolto al largo Cannitello. Scandagliare è un mezzo per conoscere i fondali dalla superficie.

Si cercano tracce interessanti e che possano stuzzicare la fantasia di un’immersione. Eppure, è solo attraverso quest’ultima che si manifestano le prove del successo o dell’insuccesso di ciò che si era ipotizzato attraverso lo schermo della strumentazione di bordo.

Raffio, questo il nome del mezzo con cui Andrea Murdock Alpini conduce le immersioni in Calabria alla ricerca di luoghi insoliti tra lo Stretto di Messina e la costa ionica. Nonostante si sia immerso in molti luoghi del mondo, tra cui Russia, Mare di Barents, Oceano Atlantico, Canale di Sicilia, Mar Baltico, Isole Åland e Orcadi, nelle grotte di Romania e Slovenia e infine nelle miniere allagate di Sud Africa e Germania, il noto subacqueo ha scelto la nostra terra come luogo in cui svolgere immersioni uniche e stimolanti.

A StrettoWeb ha raccontato: “Un giorno mi sono imbattuto in un sito archeologico. Immergersi in questo luogo è stata una meraviglia per gli occhi, sia dal punto di vista storico sia naturalistico tra banchi di pesci, laminarie, gorgonie bicolore e poi … Un vero cimitero di storie di navi, in cui ancore romane e ancore di ammiragliato di diversi secoli si trovano l’una accanto all’altra”.

Come tutti i tesori, anche questo punto di immersione è ben nascosto e custodito dalle forti correnti dello Stretto di Messina. Solo in particolari giorni ci si può immergere e godere di questo spettacolo unico. La prima immersione è stata condotta con il fotografo Marco Mori e Paola Lazzerini, la seconda con Giorgio Cugini e Davide Devoti, la terza con Paolo Bonfiglio.

Andrea Murdock Alpini ha poi continuato il suo racconto dicendoci che: “A settembre tornerò sul punto di immersione per continuare la ricerca di nuove ancore. Il numero di reperti storici rinvenuti continua a crescere. Ora bisogna filmarli e fotografarli al fine di rendere poi disponibile il materiale elaborato alle autorità competenti. Sarebbe bello poter tutelare e regolamentare questo sito di immersione come un vero centro archeologico”.

L’esploratore subacqueo che è stato recentemente premiato con il prestigioso premio denominato Tridente d’oro, conclude il suo racconto dicendoci: “In pochi metri sono racchiusi millenni di storia della navigazione. Questo è un posto unico al mondo”.

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