Ekaterina Antropova, la piccola-grande russa decisiva per l’oro dell’Italvolley ha Reggio Calabria nel cuore: “innamorata pazza, presto torno da voi”

Ekaterina Antropova, la giovanissima campionessa della Pallavolo è stata decisiva per l'Italia che ha vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Parigi: è arrivata nel nostro Paese proprio a Reggio Calabria

StrettoWeb

C’è la firma di Ekaterina Antropova nel trionfo dell’Italia del Volley femminile alle Olimpiadi di Parigi 2024: la piccola-grande russa che ha un legame speciale con Reggio Calabria. “Piccola” perchè ha appena 21 anni ed è giovanissima, “grande” perchè con i suoi 202cm di altezza è la seconda pallavolista in attività più alta del mondo dopo la statunitense Dana Rettke che è di 204cm: ieri sera la ha incoronata addirittura il coach degli USA Karch Kiraly, una leggenda della Pallavolo mondiale, tre volte campione olimpico con la sua Nazionale a Los Angeles 1984 e Seul 1988 e poi addirittura nel Beach volley ad Atlanta 1996 in coppia con Kent Steffes, guru del volley internazionale (è stato nominato “Miglior giocatore di pallavolo del XX secolo” insieme al nostro Lorenzo Bernardi, ed è nella Hall of Fame della University of California dove ha iniziato la sua carriera). Dopo la vittoria dell’Italia nella finale olimpica di ieri, Kiraly ha fatto riferimento proprio ad Antropova dicendo che “ha fatto la differenza, è stata decisiva”.

Ekaterina Antropova oggi vive a Firenze, gioca per la Savino Del Bene di Scandicci che proprio quest’anno ha trascinato per la prima volta nella storia del club nella finale playoff per lo scudetto. Tutti la chiamano Kate, con la pronuncia inglese come la Principessa del Galles, ma sul parquet è una vera e propria Regina: è una degli attaccanti (tecnicamente schiacciatore-opposto) più forti del mondo nonostante la giovane età, con una carriera favolosa ancora tutta da scrivere. E una storia bellissima già scritta, con un legame profondo e viscerale con Reggio Calabria.

Kate Antropova, infatti, a differenza delle sue compagne di squadra con la pelle nera che sono nate e cresciute in Italia e che giustamente in queste ore vengono celebrate come un bell’esempio di società multietnica, è russa non solo per il Paese di origine di entrambi i genitori, ma anche perchè è cresciuta a San Pietroburgo fino a 16 anni. Nata in Islanda il 19 marzo 2003 perchè il padre, cestista russo di 212cm di altezza e ruolo pivot, giocava nel campionato islandese, si è poi trasferita con la famiglia a San Pietroburgo quando aveva appena tre mesi di vita. Ed è a San Pietroburgo che Kate crescerà e si formerà, studiando e iniziando a coltivare la sua grande passione per la pallavolo. Anche la mamma è una grande atleta, pallamanista della nazionale russa (anche lei “bassina“, appena 190cm, ruolo portiere).

L’arrivo a Reggio Calabria: un intreccio da libro cuore tra Italia e Russia

L’arrivo a Reggio Calabria e quindi in Italia nasce da un intreccio da libro cuore. Kate vuole diventare una pallavolista ed è cresciuta nel mito della grande tecnica degli allenatori italiani e dell’ottima organizzazione di base degli allenamenti nel nostro Paese. Con la madre, Olga, oggi 45enne, iniziano a valutare l’ipotesi di trasferirsi in Italia per la carriera della figlia. Mamma Olga è molto amica di Dina Yasakova, grandissima pallavolista della nazionale russa, che vive a Reggio Calabria con il marito reggino, Cesare Pellegrino, pallavolista anche lui. Si sono conosciuti in riva allo Stretto quando la campionessa russa giocava nella Medinex, la gloriosa squadra di volley femminile che a Reggio Calabria ha portato anche uno scudetto (poi revocato) nel 2001, dopo due secondi posti nella finale playoff nelle due stagioni precedenti, e anche due Coppa Italia, una Supercoppa italiana e una Challenge Cup europea.

medinex reggio calabria

1998–99 Medinex Reggio Calabria (Virtus Reggio Calabria)

Dina Yasakova, la Medinex e Cesare Pellegrino

Dina Yasakova può considerarsi una gloria assoluta del volley mondiale: ha iniziato la sua carriera nel CSKA di Mossa nel 1989, poi fino al 2006 ha giocato tra Reggio Calabria, Messina, Firenze, Roma, Matera, Napoli e altri club mentre con la nazionale russa vinceva tutto ciò che poteva vincere, venendo celebrata come la migliore pallavolista al mondo. Anche Cesare Pellegrino ha giocato in serie A1 e in nazionale negli anni ’80: i due si sono conosciuti e sposati a Reggio Calabria, dov’è nato il loro figlio Vladimir e dove sono rimasti a vivere dopo la fine della loro carriera. Entrambi hanno allenato varie squadre di volley a Reggio Calabria e dintorni. Purtroppo Dina è morta prematuramente l’anno scorso a soli 56 anni dopo una lunga malattia e i suoi funerali presso la chiesa ortodossa di Reggio Calabria sono stati molto partecipati a livello internazionale.

Dina Yasakova

Dina era molto amica di Olga Antropova, la mamma di Ekaterina: erano talmente tanto amiche che quando Kate voleva venire in Italia per iniziare una carriera professionistica di volley, Olga chiese consigli proprio a Dina. L’idea di fondo, condivisa con il secondo marito di Olga, un medico sportivo che ha lavorato anche con la nazionale di basket russa e ha scoperto potenziale di Kate nel volley indirizzandola verso l’Italia, era quella di venire nel nostro Paese perchè ha una grande cultura della pallavolo, con allenatori preparati e competenti che hanno il coraggio di valorizzare le figure più giovani e promettenti. Dina, quindi, ha aiutato la famiglia Antropova ad avere i contatti giusti, e intanto li ha ospitati a Reggio Calabria in numerose occasioni. Ovviamente sempre insieme alla giovanissima futura campionessa olimpica.

Ekaterina Antropova reggio calabria
Cesare Pellegrino, Dina Yasakova, Olga e Ekaterina Antropova (dietro, la più alta di tutti) in uno dei viaggi tra Reggio Calabria e San Pietroburgo

Le parole di Cesare Pellegrino a StrettoWeb: “commosso per Caterina, verranno presto a Reggio. Abbiamo un legame speciale”

Cesare Pellegrino ha raccontato le forti emozioni di queste ore ai microfoni di StrettoWeb: “tutto è iniziato quando mia moglie Dina organizzava i camp di villeggiatura degli ex atleti russi qui a Reggio, così ci siamo occupati di turismo dalla Russia. L’ex presidente della Federazione russa era un allenatore di mia moglie: in Russia c’è un campionato veterani affinché i professionisti continuino a giocare anche dopo che smettono. E noi organizzavano le vacanze a Reggio: gli ex atleti di San Pietroburgo venivano in vacanza qui a Reggio, avevamo fatto una convenzione con il villaggio turistico Altalia di Brancaleone, e Dina invitava tutti i suoi amici. Tra questi c’era Olga Antropova, che ovviamente veniva anche con la figlia. Questa ragazza aveva 16 anni quando è venuta la prima volta, poi è tornata più volte, è stata spesso a Reggio e le è sempre piaciuta molto, siamo molto amici, abbiamo un legame speciale con tutta la famiglia. Subito, sin da giovanissima, aveva la passione del volley e l’ambizione di giocare in Italia perchè riconosceva la buona tecnica degli allenatori italiani e l’organizzazione di base degli allenamenti. Era già alta quasi due metri, quindi noi abbiamo visto la ragazza, l’abbiamo vista muoversi e mia moglie l’ha indirizzata in alcune società che facevano settore giovanile, una a Roma e una a Sassuolo. Così Caterina ha fatto dei provini, segnalata da mia moglie, e ha scelto di rimanere a Sassuolo dove ha iniziato a fare il campionato in serie C nella seconda squadra. Poi a soli 17 anni è subito passata in A2 dov’è stata la migliore giocatrice e poi insieme a mia moglie hanno deciso di affidarsi ad un’agenzia di procuratori, la stessa che seguiva mia moglie, e l’ha presa Scandicci dove adesso è arrivata ai massimi livelli. Stanno a Firenze, si trovano molto bene in Italia. Il nostro legame con tutta la loro famiglia si è sempre mantenuto forte. Fino al Covid-19 organizzavamo quei viaggi, poi c’è stata la pandemia e subito dopo la guerra che ha bloccato tutto e quindi quei camp estivi si sono interrotti, ma il nostro legame personale non è finito mai. L’amicizia si è sempre più rinsaldata, tante volte sono venuti a Reggio a casa nostra, e ci sono stati molto vicino anche l’anno scorso per il lutto di mia moglie. I rapporti sono diventati ancora più solidi, direi intimi, molto affettuosi. Sono persone splendide. Ci sentiamo settimanalmente, ma con mia moglie erano molto amiche: si sentivano ogni giorno, era una grande amicizia che dopo la morte di Dina è rimasta con me e con mio figlio. Ieri subito dopo la premiazione ho ricevuto un messaggio vocale in cui loro due insieme, Caterina e Olga, hanno voluto dedicare la medaglia anche a mia moglie. Per me è stato molto emozionante. Appena possono, scappano sempre qui a Reggio a fare una vacanza, anche breve. Spero di poterla vedere in queste settimane, se riescono: mi hanno promesso che verranno”.

L’ok alla cittadinanza italiana solo un anno fa

Ekaterina Antropova, quindi, è russa a tutti gli effetti ma è diventata anche italiana per passaporto, naturalizzata, appena in tempo per gli Europei 2023 dopo un lungo e complesso iter dovuto al fatto che in passato era stata convocata anche dalle nazionali giovanili russe. Lei, però, non aveva mai risposto a quelle convocazioni, perché aveva sempre sognato di giocare con la maglia dell’Italia sin da ragazzina. Una scelta molto lungimirante, alla luce dei risultati di oggi. Oltre all’ok del TAS che le ha attribuito la nazionalità sportiva italiana, Antropova ha ottenuto anche la cittadinanza italiana per meriti sportivi, tutto questo pochi giorni prima degli Europei di un anno fa.

Kate parla italiano senza alcun accento russo, come una madrelingua. Parla bene anche spagnolo, inglese e tedesco, oltre ovviamente al russo. Come ha spiegato sua madre Olga, Kate parla e pensa nelle diverse lingue in base allo stato d’animo. La giocatrice ha confessato che l’italiano prevale quando è arrabbiata, perché è una lingua più espressiva. Anche se il volley occupa quasi tutto il suo tempo, Antropova non ha trascurato la scuola: ha iniziato da privatista, ma poi ha voluto dare l’esame di maturità nella scuola pubblica e si è diplomata all’ITC in Relazioni Internazionali per il Marketing a Prato con il voto di 87/100. Ama viaggiare e non abbiamo alcun dubbio che oggi più che mai, Dina Yasakova sarebbe davvero orgogliosa di lei. Piccola (ma solo per l’età) grande (per tutto il resto) stella dello sport mondiale con Reggio Calabria nel cuore.

E adesso Reggio l’aspetta per ricambiare tutto questo grande amore e celebrare questa straordinaria campionessa olimpica.

Ekaterina Antropova
foto Ansa
Ekaterina Antropova
foto Ansa
Ekaterina Antropova
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Ekaterina Antropova

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