“Gambarie da leggere”, presentazione del libro “Risorgi”: l’intervista all’autore Francesco Tassone

Il libro è un viaggio poetico per riconoscersi e imparare ad amarsi: verrà presentato sabato 17 agosto alle ore 18.00

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Nell’ambito del programma “Gambarie da leggere”, sabato 17 agosto alle ore 18.00, al Residence Bucaneve Gambarie, si terrà la presentazione del Libro “Risorgi” di Francesco Tassone. Il libro è un viaggio poetico per riconoscersi e imparare ad amarsi. Francesco Tassone è un poeta e scrittore reggino stimato e apprezzato non solo a livello locale, ma conosciuto anche a livello nazionale. Numerose sono le sue preziose pubblicazioni, ma ogni anno – in occasione della ricorrenza della scomparsa del suo amatissimo padre di nome Luigi, un agronomo di elevate qualità umane e professionali – presenta a Gambarie un nuovo libro.

Luigi Tassone era un padre che nell’era moderna della genitorialità così confusiva nei ruoli avrebbe potuto lasciare un messaggio educativo. Quale secondo lei sarebbe stato il suo?

“Una volta, pochi giorni prima dell’intervento fatale, bussò alla mia porta di studio. Ho avuto tanti collaboratori nella mia vita ma lui era l’unico che bussava in quel modo. Pensa tu mi aveva insegnato lui la professione di agronomo e bussava prima di entrare nella mia stanza. Comunque, quando entrò, mi sorrise e mi disse: sono venuto a piedi, volevo fare una passeggiata e poi aggiunse ho incontrato diverse persone per strada. Da tutte ho ricevuto manifestazioni di affetto. Ora ti chiedo – continuò- “cosa deve lasciare un padre ad un figlio: case, palazzi, conti in banca, terreni, automobili”. E poi aggiunse – “io credo debba lasciare benevolenza”. E ancora oggi tutte le volte che incontro qualcuno, e che ho imparato a guardare con maggiore cura al senso delle piccole cose, la sento tutta questa immensa eredità del bene che ritorna”.

Francesco, nelle sue poesie viene spesso raccontato l’amore nelle accezioni più ampie. Quale poesia sente ad oggi che la lega a suo padre?

“Ce ne sono diverse, alcune bellissime che mi hanno donato degli amici molto cari, alcune scritte in occasione dell’incontro annuale che facciamo a Gambarie di Aspromonte ogni anno ad agosto. Adesso mi viene in mente, una che pubblicai qualche anno fa dentro un libro di poesie dal titolo “la stagione del cuore” che le condivido:

PADRE
Stella polare
uomo del fare
animo sincero
stile nel pensiero
oceanico mio abisso
nord
del mio sguardo fisso
Albero generoso
seme fruttuoso
arte del bussare
fiore da portare
rete di sostegno
insegnante dell’impegno
Ora sei lontano
penna nella mano
sorridi e porgi il fianco
so bene che ti manco
cosa non hai dato
animo limpido, fatato
Il nostro conversare
bimbo da abbracciare
il tuo modo di parlare
Ostia sull’altare
in queste cose qua
la tua vera eredità

I veri maestri appartengono al nostro lignaggio di nascita malgrado si cerchino modelli nuovi a cui far riferimento per la nostra crescita. Sente che oggi le sue poesie siano in un certo senso terapeutiche e che consentano al lettore una visione a cui non aveva accesso prima?

“Come è vero quello che lei dice. Ma ci vuole del tempo, ci vuole maturità, bisogna fare esperienza per comprenderlo davvero. Ricordo anni fa mi trovavo a Burbank in California per un corso di Kinesiologia emozionale, e i miei due insegnati ad un certo punto cominciarono a spiegare chi sono i nostri veri maestri come riconoscerli nella vita. L’argomento era cosi interessante che passai tutta la mattinata ad ascoltarli. Mentre parlavano ad un certo punto entrai in uno stato di grande consapevolezza: avevano fatto in tutta la loro descrizione l’identikit di mio padre”.

“Eppure maestri ne avevo avuti tanti, alcuni davvero singolari ed imponenti, ma di fronte all’evidenza che si spalanca all’improvviso, dietro le cose che diamo spesso per scontate, la verità mi appari limpida e cristallina come una mattina d’inverno dopo che ha piovuto tutta la notte. Le mie poesie riflettono questa grande spinta, questa ricerca di chiarezza, questa visione della vita. Per me la poesia è una scienza esatta. Una sorta di chintamani che se ben utilizzato porta in essere tutto ciò di cui davvero abbiamo bisogno. Ed è proprio questo ciò su cui sto lavorando voglio dimostrare con la mia vita e con i miei scritti che la poesia è una strada straordinaria per andare ovunque desideriamo, per creare ciò che siamo nel mondo”.

Qual è il senso di questi eventi che anno dopo anno si ripetono ad agosto a Gambarie di Aspromonte?

“Questi eventi sono un promemoria. Sono un’occasione di condivisione tra amici che crescono nell’affetto, che si evolvono nella vita. Sono una possibilità da abitare. Sono un punto nave. Un’occasione per prendere coscienza di dove siamo arrivati, delle nostre dimore interiori che abbiamo conquistato e che stiamo imparando a frequentare. Sono un momento in cui stare bene, riempirsi di anima, fissare lo sguardo all’orizzonte e riconoscere i doni della vita, le aspirazioni da perseguire, la gioia da condividere. Ecco, quest’anno ci saranno tanti amici che leggeranno una poesia tratta dal nuovo libro “Risorgi” e ne condivideranno il loro sentire. Una magia da vivere, una festa da celebrare così bella, ma così bella, che ci auguriamo possa attraverso i nostri figli, non finire mai”.

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