“Vogliamo l’acqua dal rubinetto, non il Ponte sullo Stretto”. Potrebbe bastare questa frase per chiudere qua l’articolo. Chi vuole capire capirebbe. Ma ci piace essere prolissi. E anche ripetitivi. I soliti No Ponte si sono riuniti, per l’ennesima volta. E oggi si sono superati. In Sicilia non c’è acqua, c’è il problema siccità. E la colpa, per loro, è del Ponte sullo Stretto. Come se non sappiano – ma lo sanno, anche abbastanza bene – che il problema idrico fa riferimento a situazioni ataviche, di anni, decenni, in cui chi doveva mettere mano per prevenire (tra cui Governatori e Sindaci No Ponte, tra questi), non lo ha fatto. Il Ponte sullo Stretto, insomma, non c’entra. Ma è bene metterlo in mezzo, perché oggi si fa così.
Oggi si protesta per il Ponte ma si mette in mezzo anche Gaza (“Netanyahu, sei più nazista di Hitler”, una delle frasi ripetute). E’ già successo. Succederà. C’è di tutto. Un mappazzone. Una minestra di persone, sempre le solite, che non sa altro che dire se non ripetere il solito slogan. Ne arrivano anche dalla Calabria. Dicono di essere “in tantissim*”. E anche su questo ci sarebbe da ridire. Che significa “in tantissim*?” E’ una di quelle “mode” di oggi, dove non esistono più uomini e donne, ma genericamente… asterischi. Questo *. E anche qui, sinceramente, non sappiamo cosa c’entri il Ponte.
Ma d’altronde al Pride a Reggio Calabria di qualche giorno fa è accaduta la stessa cosa. Si protestava per i diritti, di mezzo c’era Gaza. Insomma, sono loro. No Ponte, pro Gaza, pro*. Che manifestano, per l’ennesima volta, nel giorno – anzi nei giorni, nella settimana – in cui per attraversare lo Stretto ci vogliono 4 ore. Altro che 20 minuti, come dichiarato mesi fa dal personaggio venerato da questi personaggi – la Schlein – che ama ripetere a pappagallo slogan che tanti si bevono senza capire il perché.