Sono stati in silenzio, per anni, quasi rassegnati all’idea che il Ponte sullo Stretto non si potesse fare per le volontà politiche degli ultimi Governi. Quello a guida Giorgia Meloni, invece, lo ha inserito in campagna elettorale, promettendolo a chi l’ha votata, e per questo non vuole tradire le attese. I “Sì Ponte” ora ci credono, ci contano, ne sono certi, ma in questi mesi hanno continuato nella loro linea del silenzio, scelta volontaria al netto di qualche migliaio di contrari. Loro, invece, di caos ne hanno fatto tanto, facendo pensare addirittura a qualcuno che fossero molti di più dei favorevoli. E ci hanno messo dentro – lo abbiamo visto nell’ultima manifestazione a Messina – anche la guerra a Gaza. A dimostrazione – ma già lo sapevamo – che il loro “no” non è “tecnico”, non dovuto a paura, scetticismo o cattiva informazione, ma è proprio ideologico, nato dal pensiero di Sinistra che va contro a quella Destra che il Ponte lo vuole da sempre.
Ma ora i “Sì Ponte” non stanno più in silenzio. Non vogliono far passare il messaggio che i “No” siano molti di più. Perché non è così. Lo dicono innanzitutto i numeri delle elezioni: quelle Governative che hanno eletto Giorgia Meloni alla guida del paese, ma anche quelle Europee, che hanno confermato gli stessi dati. Chi il Ponte lo vuole continua ad essere votato e apprezzato, chi non lo vuole ha giocato e perso credibilità negli anni, trasformando le sue battaglie in proteste sparse in cui si mischia guerra, diritti civili e “No al Ponte” perché “preferiscono l’acqua nelle case” (sigh).
Dunque, dal silenzio alle parole, ma si passerà anche ai fatti. I “Sì Ponte” hanno già annunciato iniziative come raccolta firme e manifestazioni a favore. Vogliono rispondere alla Class Action di 104 individui, superando nettamente questi numeri (che già ci sono). Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno vuole far capire al popolo, all’Italia, che il giudizio sul Ponte non è quello raccontato da alcuni media, né quello che moltiplica qualche manifestante in migliaia e migliaia. Calabresi e siciliani il Ponte sullo Stretto lo vogliono, anche se non lo urlano 100 volte al giorno (a differenza dei “no”). Ma ora è arrivato il momento di urlarlo.
La maggior parte dei “Sì Ponte” silenziosi è stanca di assistere a queste iniziative super-pubblicizzate dai media e di leggere commenti contrari al Ponte sui social. E vorrebbe fare di più per sostenere questa causa. L’iniziativa messa in atto serve a dimostrare che i “Sì Ponte” sono tanti, tantissimi; che non è vero che la maggior parte dei siciliani e calabresi è contraria al Ponte; che qualche centinaio di persone che protestano ed organizzano addirittura ricorsi in sede giuridica contro il Ponte devono vedersela con migliaia di cittadini che non si sono fatti ingannare dalle sciocchezze nopontiste e sono desiderosi di vedere la propria terra sviluppata e prospera come le altre regioni europee.