Reggina, 14 agosto 2022-14 agosto 2024: dall’illusione al disamoramento in soli due anni

Reggina: esattamente due anni fa cominciava la grande illusione, diventata oggi disamoramento

StrettoWeb

Due anni. Ma ne sembrano passati cinquanta, per tutti i fatti accaduti. Due anni in un frullatore di emozioni, sentimenti contrastanti, incazzature, gioie, entusiasmo, rabbia, delusione. Questi due anni, ovviamente, sono cominciati il 14 agosto del 2022. E il tifoso della Reggina non lo ha dimenticato. Ci pensano i ricordi di Facebook, sicuramente. E brillano gli occhi. A pensare a quella sera. E a pensare ad oggi. Già, quella sera. Quella sera la Reggina cominciava il suo campionato dopo una estate folle, con il passaggio da Gallo a Saladini, l’ingaggio di Inzaghi, la preparazione in ritardo al Sant’Agata, un mercato importante, un entusiasmo importante.

Quella sera, va anche evidenziato, cominciava la grande illusione, ma allora – quel 14 agosto – il tifoso reggino non lo sapeva. 1-3 a Ferrara, in casa della Spal, dopo 70 minuti pazzeschi, una sola squadra in campo, un dominio totale, le reti di Crisetig, Menez e Rivas. Fu la prima di una lunga serie, fu così almeno per tutto il girone d’andata. Una squadra che si conosceva da poche settimane ma che giocava a memoria, con grande pressing e intensità, offensiva, divertente, bella. E la gente, prima di illudersi, apprezzava, innamorata. E riempiva lo stadio. 10 mila, 12 mila, 14 mila. E poi 3-0, 4-0, Fabbian goleador, Pippo is on fire, il sogno Serie A.

Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb

Più passava il tempo, più aumentava l’entusiasmo, più si avvicinava l’illusione. Diventata poi triste realtà. Entusiasmo e illusione che hanno un unico nome e cognome: Felice Saladini. Lui, colui che ha dilapidato tutto in pochissimo tempo, con la gentile concessione – successivamente – di Paolo Brunetti e della politica reggina. Così, in due anni esatti, si è passati dall’illusione al disamoramento, dall’entusiasmo al distacco totale, dal sogno Serie A alla Serie D (chissà per quanto), dai 14 mila di Reggina-Cagliari ai poco più di mille abbonati della prima fase di questa stagione. In soli due anni. No, non può essere vero. Non era mai successo. Quattro categorie.

E se i disastri di Saladini sono appurati e certificati, forse un po’ di entusiasmo si sarebbe potuto mantenere, la scorsa estate, anziché spegnerlo quasi totalmente, fino a coprirlo, nasconderlo, in questa, quella della consapevolezza che – così facendo – quei numeri e quell’entusiasmo non torneranno più. Un declino tale che portava la piazza a criticare Jeremy Menez ieri e a considerare Ricci e Mungo dei “lussi per la categoria” oggi; un declino che è della città, della piazza, della politica, dello sport. Come le strutture che mancano e il Sindaco della stessa città che esalta la Pallavolo italiana per pura facciata.

Due anni. Non dimenticatelo. Noi non lo faremo. E lo evidenzieremo ogni qualvolta sarà utile a ricordarlo. Perché se Reggio Calabria ha conosciuto questo declino, è proprio perché ha la memoria corta. E si è ormai abituata e assuefatta a tutto. A tutto ciò che vede, a tutto ciò che sente. E’ abituata agli avventurieri che illudono, che ammaliano con le belle parole, e alla politica che non ha mai fatto interessi di squadra e città. Non dimenticate. Mai.

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