Aspromonte, il prof. Bombino: “quando anche Polsi sarà caduta…”

Le parole di Giuseppe Bombino, ex presidente del Parco Nazionale d'Aspromonte

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“Io fui educato alla dimensione di uomo da una Donna. E quella Donna era mia Madre. Ogni volta che ho avuto paura sono andato a Polsi. Vi arrivavo a piedi, da solo, dal Piano dei Riggitani. In primavera, quando le felci sono alte, la traccia del cammino neanche si indovinava, e io precipitavo da una piega all’altra del sentiero tra le accidenze del terreno. Polsi è la copia originale della pianta umana”. E’ quanto pubblicato su facebook da Giuseppe Bombino, ex presidente del Parco Nazionale d’Aspromonte.

“È l’Antro e la Cattedrale insieme; è la Dimora e il Riparo. Quando io mi perdevo, poi, trovavo un altro me inginocchiato vicino all’Altare di pietra, ai piedi della Madonna. Io non so pregare. Nella Valle avvenne la prima dichiarazione del Divino all’umano. Il mediatore di quella rivelazione fu un Pastore. Egli dovette parlare come Pitagora o come Barlaam, con la stessa lingua che fu di Fra’ Tommaso Campanella, quando, più tardi, annunciò al Mondo la sua visione febbrile dell’Assoluto”.

“”Vidisti”… disse, rivolgendosi a Galileo Galilei. Che poi è la stessa lingua che capiscono le capre, e i buoi, in quel momento in cui la Natura rende complici le sue creature, uomo e animale, e compie il miracolo. La Madonna di Polsi tiene in braccio il Suo Bambino, ancora ignara di doverselo raccogliere al petto anche morto”.

“Tutte le volte che vi sono stato, a Polsi, ho veduto le Donne condividere con la Madonna lo strazio per un figlio perduto, e parlare alla Statua di Pietra, da Madre a Madre. I Pastori stanno dietro, vicino alla grande porta di bronzo, e assistono silenti a quel supplizio tra la Dea e la Mamma. Il Dolore delle Madri, in quei giorni, è il grido Universale di tutta una stirpe mediterranea che risale la Montagna da più di mille anni, sollevato e dilatato dalla Preghiera. In questo immenso spazio emotivo non vi entra più nulla, ché la scena è già compiuta”.

“Ecco cos’è Polsi: un incontro secolare, cui affidare alle Madri i Figli. Ma se voi temete che vi sia qualcosa di altro, di diverso, se vedete, cioè, un inganno tra quella luce, sappiate salvare ciò che è antecedente, perché proviene da lì, dall’abbraccio tra una Mamma e un Bambino. Sappiate cancellare la macchia senza colpire con l’acido tutto il ritratto … Altrimenti creerete soltanto una nuova malattia, più grande di quella che promettete di guarire”.

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