Benedetti presuli, adesso non spegnete quelle luci

Appello di civiltà alla Diocesi: adesso lasciate accese le luci della facciata del Duomo di Reggio Calabria

StrettoWeb

Si è conclusa la Festa in onore della Madonna della Consolazione e ieri sera piazza Duomo ha fornito l’immagine migliore di sé. A rendere particolarmente affascinante la cornice in cui s’è svolta la tradizionale processione con la classica corsa per il rientro del quadro nella Cattedrale, la straordinaria illuminazione della facciata della principale Chiesa della Provincia di Reggio Calabria. Un’illuminazione che valorizza in modo davvero eccezionale la già grandiosa ricchezza artistica e architettonica del Duomo reggino.

Su StrettoWeb lo avevamo già scritto nel 2014, ma dopo dieci anni siamo punto e a capo: la piazza è rinnovata, non ci sono più i parcheggi selvaggi di prima, ma anche allora dopo l’inaugurazione della nuova facciata appena restaurata, la Diocesi decise di spegnere l’illuminazione evidentemente per risparmiare. Dopo dieci anni è cambiata (più volte) la governance diocesana e anche la città. Oggi a Reggio Calabria arrivano migliaia di turisti grazie ai nuovi voli di Ryanair e proprio nel centro storico, il Duomo rappresenta una delle principali attrazioni cittadine nel circuito di arte e cultura.

Adesso, inoltre, inizia l’autunno: fa buio sempre prima e nei prossimi mesi l’oscurità cadrà sulla città già da metà pomeriggio. Ecco perchè tenere illuminata la facciata del Duomo, pur rappresentando un minuscolo aggravio sui costi di gestione di una Diocesi che non ha certo problemi economici, può rappresentare tanto per la città. Il Duomo può diventare uno dei simboli principali di Reggio nella sua versione notturna, la più bella e affascinante, richiamando ulteriori turisti e visitatori. Una facciata così illuminata, inoltre, può invitare tante altre persone ad entrare in Chiesa, visitarne l’interno e, perchè no, lasciare un’offerta.

Tutte le principali Chiese d’Italia sono illuminate regolarmente ogni notte: che Roma sarebbe senza il Cupolone? E chi può immaginare il Duomo di Milano o quello di Firenze a luci spente? E a Venezia qualche pazzo ha mai pensato di spegnere le luci della Basilica di San Marco?

Ma anche a Lecce la storica piazza del Duomo con la Cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta, il Campanile, l’Episcopio, e il Palazzo del Seminario, è totalmente illuminata ogni sera.

Sempre in Puglia, il Duomo di Bari, la Cattedrale di San Sabino con il limitrofo campanile, non sta neanche una sera a luci spente:

E a Palermo la Cattedrale è illuminatissima.

Ancor più vicino a Reggio, il Duomo di Messina è ultra illuminato non solo nella facciata ma anche nel campanile e nella limitrofa fontana di Orione.

Qualcuno immagina questi monumenti al buio a Messina, Palermo, Lecce, Bari, Roma, Milano, Firenze, Venezia e in tutte le altre città d’Italia? Perché Reggio deve essere l’unica città con il Duomo spento? Che senso ha?

La politica cittadina si faccia carico di incalzare la Chiesa ad adeguarsi a tutte le altre realtà limitrofe, per decoro pubblico, civiltà e senso del bello che dobbiamo coltivare con sempre maggiore attenzione. Reggio è una meraviglia, non oscuriamola.

La storia del Duomo di Reggio Calabria

Il Duomo di Reggio Calabria, noto anche come Cattedrale di Maria Santissima Assunta, è uno degli edifici più iconici della città e rappresenta un simbolo di fede e identità per i reggini. La sua storia è lunga e complessa, intrecciata con eventi storici e calamità naturali che hanno segnato profondamente la città. In questo articolo, esploreremo in dettaglio la storia dell’edificazione del Duomo, i suoi particolari architettonici e il suo ruolo nella vita religiosa e sociale di Reggio Calabria.

Le origini della cattedrale risalgono al periodo bizantino, quando la città di Reggio era una delle principali sedi episcopali della Calabria. Tuttavia, è difficile stabilire una data precisa per la fondazione della prima chiesa dedicata all’Assunta. Alcuni storici ipotizzano che un primitivo luogo di culto fosse stato eretto già nel VII secolo, durante il dominio bizantino, quando Reggio rappresentava un importante centro culturale e religioso.

Nel corso dei secoli, la cattedrale fu più volte distrutta e ricostruita a causa di eventi naturali, come terremoti e maremoti, nonché per via delle invasioni straniere. Un evento particolarmente significativo fu l’invasione dei Normanni nel XI secolo, che portò alla ricostruzione del Duomo in stile romanico.

Il Duomo medievale e quello barocco

Il Duomo medievale aveva una struttura tipicamente romanica, come molte altre cattedrali dell’Italia meridionale costruite sotto l’influenza normanna. Tuttavia, le tracce di questa fase sono state cancellate dalle successive riedificazioni. Nel 1741 monsignor Polou fece riedificare una nuova chiesa in stile tardo barocco, in un periodo in cui si cominciava a risentire delle influenze neoclassiche tipiche del vicino barocco siciliano, con una struttura a croce latina e a tre navate, ubicata accanto all’attuale via Castello e che si inoltrava verso il corso Garibaldi (da est a ovest), quindi in una località differente rispetto a dove sorge il Duomo di oggi.

Danneggiato dal terremoto del 1783, il Duomo venne ristrutturato in loco e riconsacrato. La facciata recava l’iscrizione di San Paolo in latino: “CIRCUMLECENTES DEVENIMUS RHEGIUM“, cioè “Costeggiando, giungemmo a Reggio“. Sono dell’800 le prime immagini storiche di questo Duomo di Reggio Calabria, che era davvero meraviglioso:

La distruzione del terremoto del 1908 e la ricostruzione in una nuova zona

Il terremoto del 28 dicembre 1908, che distrusse gran parte di Reggio Calabria e della vicina Messina, segnò una svolta decisiva nella storia della cattedrale. La chiesa fu quasi completamente rasa al suolo, e ciò portò alla necessità di ricostruirla da zero e anche a spostarne la location originaria adeguandosi al nuovo piano di ricostruzione della città redatto dall’ing. De Nava. Il progetto fu affidato all’architetto Padre Carmelo Angiolini, che progettò un edificio imponente, in grado di esprimere la grandezza spirituale e culturale della città, e fu completato sotto la direzione dell’ingegnere Giovanni Monsolini. I lavori finirono 20 anni dopo il terremoto e la cattedrale fu riconsacrata il 2 settembre 1928.

Architettura del Duomo di Reggio Calabria

L’attuale struttura della cattedrale è caratterizzata da uno stile neoromanico, con elementi gotici e bizantini, un riflesso delle influenze storiche che hanno attraversato la città nel corso dei secoli. La facciata principale è monumentale e tripartita, con tre portali sormontati da mosaici rappresentanti la Vergine Assunta e scene della vita di Cristo.

foto di Salvatore Dato © StrettoWeb

Uno degli elementi architettonici più caratteristici della cattedrale è il rosone centrale in stile gotico, che sovrasta il portale principale, conferendo all’edificio una nota di leggerezza e spiritualità. Le arcate cieche che decorano la facciata e le torri laterali sono tipiche dello stile neoromanico, ma presentano anche un influsso orientale che richiama il passato bizantino della città.

L’interno è a croce latina con tre navate divise da colonne in marmo, e il transetto ospita due cappelle laterali dedicate rispettivamente al Santissimo Sacramento e alla Madonna della Consolazione, patrona della città. Il soffitto è a cassettoni in legno dorato, arricchito da motivi ornamentali e simboli religiosi.

Il campanile

Uno degli aspetti più imponenti del Duomo è il campanile, alto 40 metri, che domina lo skyline del centro storico di Reggio Calabria. Il campanile attuale, completato negli anni ‘20 del Novecento, sostituisce quello originale distrutto dal terremoto del 1908. La torre campanaria è divisa in tre livelli ed è sormontata da una cupola ottagonale rivestita in rame. È dotata di un concerto di campane che scandiscono le ore della città, sottolineando l’importanza religiosa e civile della cattedrale.

Le cappelle interne e le opere d’arte

All’interno del Duomo si trovano numerose opere d’arte di grande valore. La Cappella del Santissimo Sacramento, situata sul lato destro del transetto, custodisce un pregevole tabernacolo in marmo di stile barocco, realizzato nel XVIII secolo. Nella Cappella della Madonna della Consolazione, invece, si trova la venerata icona della patrona di Reggio Calabria, trasportata ogni anno in processione durante la festa mariana più importante della città.

Altre opere significative includono affreschi, dipinti e sculture che ornano le varie cappelle laterali e l’altare maggiore. Quest’ultimo, in particolare, è in marmo policromo e ospita un ciborio riccamente decorato con motivi religiosi.

Il ruolo del Duomo nella vita cittadina

Il Duomo non è soltanto un luogo di culto, ma anche un simbolo della rinascita di Reggio Calabria dopo le numerose tragedie naturali che l’hanno colpita. In particolare, dopo il terremoto del 1908, la ricostruzione della cattedrale è stata vista come un atto di resistenza e di fede da parte della comunità reggina.

Ogni anno, il Duomo è al centro delle celebrazioni religiose più importanti della città, in particolare durante la festa della Madonna della Consolazione, patrona della città. Questo evento richiama migliaia di fedeli e turisti, trasformando il sagrato e le vie circostanti in un luogo di devozione e aggregazione.

Il Duomo di Reggio Calabria, quindi, rappresenta un vero e proprio monumento alla storia della città, non solo dal punto di vista religioso ma anche sociale e culturale. Ogni pietra racconta una parte della lunga e travagliata storia di Reggio, una città che, nonostante le difficoltà, ha sempre trovato la forza di rialzarsi e ricostruirsi. La sua architettura, imponente e ricca di dettagli, è il risultato di un dialogo tra tradizione e modernità, tra influenze locali e contaminazioni internazionali, che riflettono la complessità e la ricchezza della storia reggina.

Il Duomo di Reggio Calabria è quindi molto più di un semplice edificio: è un simbolo di identità, fede e resilienza, un punto di riferimento per tutti coloro che, da secoli, lo considerano il cuore pulsante della loro comunità. Un cuore a cui spegnere le luci equivale a staccare la spina.

foto di Salvatore Dato © StrettoWeb

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