Si è svolto ieri in un’Aula del Tribunale di Vibo Valentia l’esame della parte offesa per il reato di stalking A.T. di Serra San Bruno. La giovanissima ragazza ha risposto per ben due ore alle domande del Giudice Alessio Maccarone, del Pubblico Ministero Palma Mazzeo e degli avvocati Rosalia Staropoli per la parte civile e Vito Michele Regio per la difesa dell’imputato S.M.
La parte offesa, dopo aver ripercorso tra le lacrime i gravissimi episodi dei quali è stata vittima, ha raccontato quello che accade dopo le denunce nei nostri piccoli centri, come l’isolamento, il giudizio della gente che la ritiene responsabile per aver “denunciato”: “Adesso non esco più, vado a lavoro e alcuni commenti dei miei concittadini mi mortificano e mi feriscono. Non avevo altra scelta che denunciare, non c’era altra via d’uscita per me[….] Penso ancora al suicidio“. Spiega l’avv. Rosalia Staropoli.
“Questa ragazza, giovanissima, dopo aver trovato il coraggio di denunciare per liberarsi di un incubo durato oltre due anni, è precipitata nel baratro dell’isolamento, del giudizio feroce di una comunità che non accetta ancora le donne che hanno la forza di sottrarsi ai propri aguzzini. Siamo così assuefatti dalle notizie delle donne ammazzate ogni giorno, da non riuscire a perdonare ad una ragazza di aver avuto il coraggio di denunciare gravi minacce, squallidi insulti e atti persecutori. Senza contare i pettegolezzi, quelle striscianti diffamazioni senza ritegno che attribuiscono colpe a chi non ne ha! Sono pronta a querelare chiunque diffami questa povera ragazza”.