Come stanno i Bronzi di Riace? I risultati del chek-up a 10 anni dal restauro

Le condizioni dei Bronzi di Riace in seguito al check-up durato sei messi e messo a punto dai restauratori del Museo di Reggio Calabria

Bronzi di Riace conferenza check-up
StrettoWeb

Un check-up durato sei mesi, ma per i risultati definitivi ne serviranno degli altri. Questo è emerso dalla conferenza stampa odierna al Museo Archeologico di Reggio Calabria, dove gli esperti e studiosi hanno aggiornato circa le condizioni dei Bronzi di Riace, a 10 anni dall’ultimo restauro. Gli studi, effettuati dai restauratori del MArRC, hanno coinvolto l’Istituto centrale del restauro e l’Università di Genova.

Oliva (Icr): “i Bronzi non stanno male”

“I Bronzi non stanno male – ha dichiarato il direttore dell’Icr Luigi Oliva – I dati che abbiamo raccolto sono tantissimi, ma contiamo entro pochi mesi di fare una sintesi ed una relazione che possa essere utilizzata, poi, al meglio, tanto dall’istituto quanto dal museo. Possiamo dire che quello che si vede è abbastanza vero all’esterno. Ci sono all’interno alcuni punti di criticità. Ma è proprio lo scopo di questo lavoro, quello di non dover fare dei restauri o dover fare degli interventi che sono mirati alla conservazione. Garantire, cioè, le migliori condizioni di conservazione per evitare interventi più impegnativi in futuro“.

Il Direttore Sudano: “pronti a correggere eventuali errori”

“E’ un’attività che ci ha permesso di monitorare lo stato di salute dei Bronzi – ha affermato il direttore del Museo Fabrizio Sudano che ha ringraziato tecnici ed esperti che hanno lavorato al check-up – Teniamo molto a queste statue, per il loro valore identitario, per la loro unicità. Aspettiamo i risultati di questa verifica per capire se stiamo andando sulla strada giusta rispetto alle soluzioni utilizzate in questi anni, non solo nell’attività di conservazione e restauro, ma anche sulle condizioni microclimatiche, che caratterizzano la ‘sala Bronzi’. Siamo pronti, quindi, a correggere eventuali errori, non solo sul microclima, ma anche sul flusso di turisti che accede alla sala”.

“Sono dati che saranno preziosi per il futuro – ha spiegato ancora Sudano – Un futuro che ci prospetta tantissime ipotesi, una delle quali, ad esempio, riguarda l’adeguamento delle basi antisismiche, la cui installazione risale al 2013 ed intervenire sulla ‘sala bronzi’ per renderla ancora più bella, più fruibile culturalmente e cognitivamente, e soprattutto più accessibile”.

Prof Pacciardo: “sono capolavori di pregio”

Tra gli esperti coinvolti, il Prof. Paolo Piccardo, ordinario di Metallurgia al dipartimento di Chimica industriale dell’Università di Genova. “Una manutenzione adeguata esclude la necessità di interventi drastici nel tempo. Sono capolavori di pregio. Sono delle opere a loro modo uniche e che rappresentano veramente qualcosa che è necessario conservare non solo dal punto di materiale ed estetico ma anche delle conoscenze tecniche: quello che è la conoscenza immateriale, la tecnologia che li ha prodotti, lo stile, le scelte fatte in antico e poi anche durante il processo di conservazione contemporaneo. Sono qualcosa che a noi stanno a cuore e che cerchiamo di preservare per il futuro”.

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