C’è grande attesa a Messina per il congresso del Partito Democratico che si terrà entro l’autunno. A sfidarsi per la segreteria provinciale Armando Hyerace ed il consigliere comunale Alessandro Russo. A supportare Hyerace c’è l’ex leader di Articolo 1, Domenico Siracusano, l’ex parlamentare Maria Flavia Timbro, il consigliere comunale Alessandra Russo e l’ex assessore provinciale Michele Bisignano. Ai microfoni di StrettoWeb, il candidato alla segreteria ha affrontato le varie tematiche di attualità in maniera precisa e con le idee chiare.
Cosa rappresenta il congresso del Pd a Messina in questo momento storico preciso?
“Un congresso è sempre un momento importante per un partito e, in particolare, per il nostro. Questo congresso sarà una occasione, oltre che per avviare un confronto sugli aspetti organizzativi ed interni, per tracciare una linea politica riconoscibile e un’idea di società e di sviluppo chiara per il futuro della provincia di Messina. Spero che il congresso che ci avviamo a celebrare venga vissuto con spirito costruttivo, anche perché gli avversari politici sono fuori dai nostri confini”.
Cosa pensa del Sindaco Basile e del lavoro dei tre consiglieri comunali del Pd?
“Il gruppo consiliare del PD è l’unica vera opposizione nel Consiglio comunale di Messina e sono convinto che con un partito meglio strutturato alle spalle potrà essere ancora più incisivo. Sull’Amministrazione Basile il giudizio non è per nulla positivo. Questa città oggi ha bisogno di un’idea di sviluppo moderna, indipendente e forte, a prescindere dalla realizzazione del ponte sullo stretto.
Il nuovo piano regolatore è inspiegabilmente finito nel cassetto di chissà quale ufficio e pare che l’unica strategia legata al territorio sia quella dei grandi eventi o del famigerato I-hub. Con le tante aree urbane da riqualificare e la sua conformazione territoriale unica al mondo, la nostra città può diventare la capitale di esperimenti di rigenerazione urbana futuristi.
Con le giuste scelte politiche ed amministrative, possiamo creare nuovi spazi urbani esteticamente belli e attrattivi sotto ogni punto di vista. Siamo indietro anche sull’attuazione del PNRR e, in particolare, sui progetti che riguardano il welfare (penso agli asili nido, solo per citare un esempio). L’emergenza idrica che stiamo vivendo, poi, è sotto gli occhi di tutti e le responsabilità sono evidenti: non è un problema di scarsità della risorsa idrica ma di dispersione nella rete di distribuzione. Al di là dello story telling e degli slogan di questi ultimi anni 6 anni, chi ha amministrato la città non si è minimamente preoccupato di mappare la rete idrica cittadina e di programmare interventi prioritari di manutenzione ordinaria o straordinaria”.
Cosa la differenzia dall’altro candidato segretario Alessandro Russo?
“Questa è una domanda che in realtà andrebbe rivolta ad Alessandro più che a me. Entrambi veniamo da un percorso simile – anche se spesso abbiamo fatto scelte politiche differenti – e concordiamo su cosa serva a questo partito per riprendere l’azione politica. Tuttavia, la mia disponibilità ad una candidatura per la Segreteria provinciale del partito era già nota e sollecitata da tempo, e con Russo ne abbiamo discusso spesso, condiviso tante riflessioni sui passaggi da compiere. Non capisco, quindi, perché all’improvviso abbia accettato di candidarsi e non di lavorare per una posizione compatta. Per carità, la sua è una scelta legittima e per certi versi anche utile al confronto democratico, ma forse si sarebbe potuto ragionare diversamente. In ogni caso gli auguro un grande in bocca al lupo”.
Cateno De Luca punta ad un’alleanza con tutta l’opposizione al Presidente Schifani in vista delle regionali, lei cosa pensa?
“Finite le elezioni europee, durante le quali De Luca dava per certo un accordo col PD (e poi abbiamo visto tutti con chi si è schierato), adesso è il turno delle regionali. Io penso che De Luca debba premurarsi di affrontare i problemi che ha a casa sua e non sono neanche pochi. Già da tempo perde pezzi. Il gruppo all’ARS è dimezzato, è in difficoltà a Taormina, dove non ha più la maggioranza in Consiglio comunale ed anche a Messina le cose non mi pare siano tutte rose e fiori. In assoluto, poi, non mi piace l’idea sottesa a questa ipotetica alleanza perché credo che sia sbagliata la logica che ne sta alla base. Secondo me non può valere l’idea che “il nemico del mio nemico è mio amico” e, quindi, va bene qualunque accordo con chiunque pur di governare: alla base ci deve essere non solo una condivisione di programmi, ma soprattutto di valori politici, di etica pubblica, di metodo democratico nelle scelte e tanto altro che nel movimento di De Luca non vedo. Un conto sono le contingenze politiche all’interno di un’assemblea elettiva, come l’ARS, finalizzate a svolgere un’opposizione più incisiva nei numeri e mettere in difficoltà chi governa male (come nel caso di Schifani), un’altra cosa è costruire un’alleanza politica che deve avere il consenso degli elettori e poi riuscire a governare.
Non capisco chi ancora, anche dentro il PD, auspica questo tipo di percorso. Forse si confonde la popolarità di un personaggio con la Politica (con la P maiuscola), a mio avviso, sono due cose che, seppur possono sembrare complementari, in realtà sono profondamente diverse. Per me viene la Politica, la condivisione di valori e degli obiettivi vengono prima di tutto, anche della pseudo popolarità elettorale. La nostra posizione su questo tipo di alleanza quindi è abbastanza chiara: il PD si candida ad essere un partito di governo alternativo al centro destra e ai populismi del momento, come De Luca”.
Quali sono i punti qualificanti del suo programma?
“Abbiamo chiamato la nostra mozione “essere comunità” perché crediamo in un partito aperto, plurale e utile: utile agli ai militanti e agli iscritti, perché possano avere un luogo dove discutere e confrontarsi; utile ai nostri amministratori locali, che necessitano di un rapporto costante con la struttura del partito e con i nostri rappresentanti a tutti i livelli; utile alla società, perché sia il motore per la costruzione di una società più giusta ed equa. I problemi delle aree interne del nostro territorio sono una priorità: qui sono esponenzialmente maggiori le diseguaglianze territoriali, economiche e sociali. Oltre a tenere alta su diritti, legalità ed ambiente, dobbiamo affrontare prioritariamente i problemi legati alla sanità, alle infrastrutture, ed al welfare.
Se non c’è acqua corrente nelle case dei cittadini o nelle aziende; se non abbiamo un sistema infrastrutturale adeguato al trasporto veloce di merci e persone; se mancano i presidi medici, come le stecche per immobilizzare una frattura, o un numero di medici sufficienti negli ospedali pubblici; se non c’è un numero idoneo di asili nido, come si può pensare che le imprese investano nel nostro territorio, che migliori il turismo come anche la filiera agroalimentare e, soprattutto, che i giovani decidano di programmare qui il loro futuro? Questa è la sfida che il PD provinciale di Messina è chiamato ad affrontare”.